La prossima Estate la Sicilia rischia di essere ‘arrostita’ da un Sole sempre più caldo ma i politici si accapigliano per un concorso del Corpo forestale

Ennesima dimostrazione che nella nostra Isola non abbiamo dove andare. La verità è che non c’è contezza di quello che potrebbe avvenire non tra vent’anni ma tra sei-sette mesi

La Sicilia, da Luglio ad oggi, si è ‘sciroppata’ cinque sciroccate con cinque serie di impressionanti incendi boschivi. Ancora non si conosce con precisione il numero di ettari di verde inceneriti, ma non saranno pochi. Se li sommiamo agli 82 mila ettari di boschi briciati nel 2021 e agli oltre 70 mila ettari ‘inghiottiti’ sempre dal fuoco lo scorso anno, non è esagerato affermare che la nostra Isola ha perso in tre anni più del 50% del patrimonio boschivo. Tutto questo avviene nel pieno di inquietanti cambiamenti climatici, con le Estati che diventano sempre piò roventi. Il caldo, la scorsa Estate, è stato pesante con una giornata, a fine Luglio, con la temperatura che è arrivata a 50 gradi ed è rimasta tale per più di 12 ore. Tra sei mesi si potrebbe cominciare a ‘ballare’ con temperature che potrebbero superare i 50 gradi. E di cosa si occupa la politica siciliana? Di un concorso per una cinquantina di guardie forestali dove il figlio di un ex dirigente generale sarebbe il primo in graduatoria. Tra sei mesi la Sicilia rischia di essere ‘arrostita’ da un Sole sempre più caldo e da venti di Scirocco sempre più mortali, però deputati e assessori regionali si occupano e si preoccupano della graduatoria di un concorso per una cinquantina di guardie forestali che, rispetto alla probabile emergenza caldo e della prossima Estate, serviranno poco o nulla.

La follia del glifosato ormai da alcuni decenni gettato a piene mani ai lati delle strade per fare seccare le erbe: erbe secche che, spesso, danno il via agli incendi boschivi

Nel Novembre del 2021, dopo un’Estate disastrosa, con un’impressionante numero di incendi boschivi, con un Governo regionale – quello di Nello Musumeci – che in materia di prevenzione del fuoco nei boschi non ne aveva indovinata una – abbiamo lanciato una proposta: assumere subito almeno 30 mila operai forestali in pianta stabile per dislocarlo, tutto l’anno, nelle aree verdi della Sicilia, con riferimento non soltanto alle aree demaniali ma anche alle aree verdi comunali e private che Comuni e privati abbandonano. Sarebbe stato l’unico modo per eliminare dal sottobosco e dalle aree comunali e private erbe secche e arbusti secchi che sono il ‘pane’ per gli invasati e delinquenti che appiccano il fuoco. Gli operai forestali avrebbero dovuto evitare il diserbo dei lati delle strade con il glifosato. Ormai da alcuni decenni le erbe dai lati delle strade non si eliminano più manualmente ma con il ricorso al diserbante a base di glifosato, conosciuto anche come ‘secca tutto’. Il problema è che le erbe secche ai lati delle strade danno spesso il via agli incendi boschivi. Basta che un invasato piromane, in una giornata di Scirocco, getti un cerino acceso nell’erba secca dei lati di una strada per scatenare un inferno nel giro di qualche ora. Gliene fregherà qualcosa a qualcuno?

I politici siciliani in questi giorni concentrati sul concorso nel Corpo forestale ci ricordano tanto i musicisti dell’orchestra del Titanic…

Questi nostri modesti avvertimenti oggi non servono più a niente. Ormai tra scomparsa – lo ribadiamo – di più del 50% delle aree boschive siciliane e ‘cementificazione’ di tante cittadine della nostra Isola non solo non c’è più la possibilità di mitigare il clima sempre più caldo ma, anzi, avverrà l’esatto contrario: la folle gestione del territorio siciliano farà aumentare il caldo. Osservando l’andamento delle Estati siciliane dal 2018 ad oggi si notano: temperature crescenti, aumenti degli incendi boschivi, aumento delle giornate particolarmente calde provocate dal vento di Scirocco. Una politica attenta e lungimirante avrebbe dovuto creare i presupposti per provare a mitigare l’aumento del caldo. Invece gli ultimi tre Governi siciliani hanno fatto l’opposto. Ormai ci possiamo solo augurare che la prossima Estate non sia peggiore di quella di quest’anno e, soprattutto, che l’energia per rinfrescare gli ambienti, l’Estate sia disponibile per fronteggiare l’eventuale emergenza caldo. Qui arriva la brutta notizia: già nei mesi scorsi, con un caldo asfissiante che si è concentrato in poche giornate – soprattutto a fine Luglio, con la citata giornata a 50 gradi – ci sono state interruzioni nella fornitura di energia e problemi. Ricordiamo a noi stessi che la rete elettrica siciliana non è stata realizzata per fornire energia ai cittadini siciliani ma per esportare energia nel Nord Italia. Cosa stiamo cercando di dire? Che se nell’Estate del prossimo anno – cioè tra sei mesi o giù di lì – si dovessero materializzare due tre giorni consecutivi con temperature a 50 gradi (e forse più) la rete elettrica siciliana potrebbe non riuscire a soddisfare la crescente richiesta di energia per raffreddare gli ambienti. Le conseguenze le lasciamo alla vostra immaginazione. Meglio non pensarci e occuparsi della graduatoria di un concorso, come stanno facendo certi politici siciliani che ricordano l’orchestra del Titanic?

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