La storia di Santa Teresa d’Avila “irrequieta e ribelle” riformatrice del “Carmelo” detta “la Grande”

di Frate Domenico Spatola

Visse nel tempo dello “scisma d’Occidente” con tre Papi che si contendevano la legittimazione

Nacque in Spagna nel 1515. È detta “la Grande”. Altre sante con stesso nome e appartengono al “Carmelo”, riformato da lei. “Irrequieta e ribelle” fu definita per il suo anticonformismo dal vescovo di Avila, diocesi del suo monasteto, auspicandosi che Teresa di Gesù venisse trasferita. Dei monasteri avvertiva la crisi, le logiche medievali di potere lì non erano tramontate. Ma era la Cattolica tutta che viveva passaggi bui e ambigui. La corruzione, riscontrabile “in capite et in membris” aveva favorito la nascita e l’espansione in tutta l’Europa, specie del Nord, del Protestantesimo di Lutero. Aria nuova urgeva per la Santa, se si voleva fugare quella stantìa e obsoleta. Con Giovanni della Croce e il francescano padre Pietro d’Alcantara, suoi consiglieri spirituali, poté attuare la grande “Riforma del Carmelo”. D’altronde “Ecclesia semper reformanda”, era stato il proposito del Concilio di Costanza agli inizi del secolo XV, proposto a chiusura dell’inquietante “scisma d’Occidente”, con i tre Papi che si contendevano la legittimazione, per evitare di ricaderci.

Il Diario di Santa Teresa d’Avila, in controtendenza, rivela ancora a noi libertà interiore e acuta sensibilità

Non si videro grandi cambiamenti e, nel 1517, la “riforma” la fece, a suo modo, Lutero. Il Concilio di Trento (1545-1563) proverà a correre ai ripari, ma la cura, su alcune questioni, fu peggiore della malattia. Effetto improvvido fu la “Controriforma cattolica”, che soffocò spesso legittime ed elementari esigenze di umanità. In tale clima operò la nostra Santa. Il suo “Diario”, in controtendenza, rivela ancora a noi libertà interiore e acuta sensibilità. Gesù le parlava confidenzialmente, con risposte esplicite anche a qualche provocazione. “L’estasi di Santa Teresa” del Bernini, è opera marmorea di raffinatissima bellezza e di massima tensione unitiva, con il mistero. Lo scultore aveva spiritualizzato la materia (il marmo) per rendere esprimibile l’inesprimibile. Alla sua Riforma attinsero uomini e donne, i motivi di elevatissima spiritualità, che rivela ancor oggi potenzialità di voli in mistica inenarrabile, dove necessaria è l’esperienza per comprenderla. Nota curiosa: morì il 4 ottobre 1582, ma quel giorno iniziava, in sostituzione del calendario “giuliano” il nuovo, detto “gregoriano”, perché voluto dal Papa regnante Gregorio. Quel giorno datò 15 Ottobre 1982.

Foto tratta da Il Giornale

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