L’Ars stanzia 271,3 milioni di euro per la prevenzione degli incendi boschivi. In realtà sono altri aerei antincendio, anche privati: il contrario della prevenzione del fuoco. Verso la catastrofe?

La politica siciliana continua a scherzare con il fuoco: è proprio il caso di dirlo

“Non c’è peggiore sordo di chi non vuol sentire”, recita un vecchio adagio. Sugli incendi boschivi che ogni anno, dalla Primavera all’Autunno, passando ovviamente per l’Estate, funestano la nostra Isola la Regione siciliana continua a prendere lucciole per lanterne. Sul Giornale di Sicilia on line leggiamo notizie allucinanti. Si parla dell’Assemblea regionale siciliana, che Iddio l’abbia in gloria. Per la precisione, di una norma – approvata dalla Commissione Bilancio e Finanze del Parlamento siciliano – inserita nel disegno di legge di stabilità 2024 (che un tempo, con maggiore rispetto della logica, si chiamava legge Finanziaria: e noi continuiamo a chiamarla così) che stanzia 271,3 milioni di euro “per il settore della forestazione, in particolare per gli interventi di prevenzione antincendio boschivi”. In realtà, forestazione e interventi di prevenzione antincendio boschivi sono cose completamente diverse: ma sorvoliamo. Si rimane di stucco nel leggere che con questi fondi la “Regione potrà dotarsi di una flotta aerea sia ricorrendo ai privati sia attraverso la stipula di una convenzione con la Protezione civile nazionale per l’utilizzo di aeromobili appartenenti ad altre amministrazioni dello Stato”. Di fatto, oltre al Governo siciliano, anche il Parlamento siciliano invece di occuparsi della prevenzione degli incendi, opta per il grande affare dello spegnimento degli stessi incendi. Ben vengano gli incendi boschivi così li spegniamo con i mezzi aerei…

Governo e Parlamento siciliano vogliono puntare sugli aerei antincendio. Lo ha già fatto negli anni passati la Grecia, che quest’anno è stato il Paese europeo più colpito dagli incendi boschivi. Ma tanto che cosa gliene può fregare ai politici siciliani? L’importante è fare ‘operazioni’…

Per la cronaca, la Grecia, in Europa, è il Paese che ha a disposizione il più alto numero di aerei anfibi Canadair, eppure, quest’anno, è stato il Paese più colpito dagli incendi boschivi. Che cosa stiamo cercando di dire? Che i mezzi aerei, nella lotta agli incendi boschivi, sono importanti, ma non hanno nulla a che vedere con la prevenzione. Scrivere, in una norma della Finanziaria 2024, che si stanziano 271,3 milioni di euro per la prevenzione degli incendi boschivi acquistando aerei antincendio fa solo sorridere amaramente. Comunque vorremmo ‘tranquillizzare’ Governo e Assemblea regionale siciliana. Il 9 e il 10 Dicembre – quattro e tre giorni addietro – a Palermo, con il cielo annuvolato, alle sette di mattina la temperatura oscillava tra 10 e 11 gradi centigradi; con la parziale scomparsa delle nuvole e con la comparsa di un pallido sole, la temperatura, in due ore circa, è schizzata a 17-18 gradi. Ieri, sempre a Palermo, giornata con poche nuvole, alle 7 di mattina la temperatura oscillava tra 13 e 14 gradi; due tre ore dopo siamo arrivati a 18-20 gradi. Oggi, ancora a Palermo, ci siamo svegliati con 15-16 gradi. Tutto questo mentre in alcune aree del Nord Italia non si può sciare per eccesso di neve. Solita domanda: cosa stiamo cercando di dire? Che, con molta probabilità, la Sicilia si trova nel pieno di una bella ‘bolla sahariana’. Il caldo che arriva dal Sahara, nella nostra Isola, si fa un baffo dell’Inverno. Cosa sta succedendo in Sicilia lo ha illustrato nell’Estate del 2017 l’ecologo Silvano Riggio:

L’ecologo Silvano Riggio sei anni fa: “La Sicilia, Palermo in testa, è già inglobata nella bolla sahariana… Vuole sapere veramente cosa penso? Che si va verso la catastrofe”

“L’ho detto e lo ripeto: la Sicilia va verso la desertificazione. La situazione sta cominciando a diventare grave nella parte occidentale della nostra Isola, dove non piove quasi più”. Sei anni fa pioveva poco o nulla; oggi le piogge, bene o male , si materializzano: ma sono piogge torrenziali: basti pensare alle inondazioni di qualche anno fa nel Catanese e nel Siracusano; a Palermo, fino ad oggi, solo piogge torrenziali di media forza; cosa succederebbe a Palermo (soprattutto a Mondello Valdesi e Partanna Mondello ma non solo) con una pioggia come quella che ha colpito due anni fa la parte orientale della nostra Isola lo lasciano all’immaginazione dei nostri lettori. Ancora Riggio: “La Sicilia, Palermo in testa, è già inglobata nella bolla sahariana… Palermo è al centro di questa desertificazione ormai in atto. Ebbene, non solo non c’è la consapevolezza di quello che sta succedendo, ma si continua a ‘cementificare’ la città, eliminando il poco verde rimasto. Gli oltre mille alberi tagliati per fare posto al Tram sono l’ultima follia di una classe dirigente, o presunta tale, che sta uccidendo Palermo… “Sì, Palermo, in Estate, sembra un forno a microonde. Sta succedendo quello che è stato previsto trent’anni fa: una specie di espansione del clima del deserto del Sahara. La Sicilia, soprattutto la Sicilia occidentale, è investita in pieno da questo fenomeno”. Sempre Riggio su Palermo: “Ora i problemi cominciano ad aggravarsi. Nel senso che i problemi legati a scelte scellerate del passato – penso al ‘Sacco’ di Palermo degli anni ’50, ’60 e ’70 del secolo passato – si sommano ai problemi attuali, ovvero alla desertificazione. La crescita di Palermo è stata patologica, esponenziale. E continua ad essere tale. Quasi come un cancro…  Se poi andiamo a vedere cosa è avvenuto negli ultimi anni, ci accorgiamo che non sono certo mancate le varianti urbanistiche. La ‘cementificazione’ del territorio della città non è stata fermata, ma è andata avanti. Mentre il verde, invece di aumentare, è diminuito”. Il professore Riggio diceva queste cose nel 2017, quando ancora non c’erano stati gli incendi boschivi spaventosi del 2021, del 2022 e di quest’anno. Ancora Riggio su Palermo: “… la città in buona parte è ‘cementificata’. Le rare piogge – che tra l’altro portano acqua carica di veleni – fanno poco. Il verde che dovrebbe filtrare l’acqua e alimentare la falda, a Palermo, è ben poca cosa. E quel poco che c’è – vedi l’esempio degli alberi tagliati per fare posto al Tram – viene pure in parte smantellato. Così mentre la falda si salinizza, la città ‘cementificata’, con poco verde, quando il sole picchia diventa invivibile. E la situazione peggiorerà di anno in anno, soprattutto, lo ripeto, nella parte occidentale dell’Isola… Penso a quello che è successo in Siria. Anche se si parla della Siria solo per la guerra, va detto che in questo Paese ci sono state vere e proprie carestie dovute alla desertificazione. Milioni di persone hanno abbandonato le zone agricole colpite dalla siccità per riversarsi nelle città. In Sicilia il fenomeno è già in atto. Ma a Palermo si continuano a tagliare gli alberi per fare posto agli appalti milionari del Tram, si continua a ‘cementificare’ il territorio a colpi di varianti urbanistiche. Si pensa solo agli affari e ai soldi. Vuole sapere veramente cosa penso? Che si va verso la catastrofe“.

Ne riparliamo tra cinque mesi, a Maggio

Sulla rete leggiamo commenti ironici, perché in alcune aree del mondo, in questo momento, la temperatura sfiora i -50 gradi. Se c’è ‘sto freddo dove sarebbe il riscaldamento globale?, ironizzano. Probabilmente chi ironizza sul clima non sa che nel 2021, in Canada, in Inverno, ci sono stati morti perché le temperature sono arrivate a – 50 gradi come sta avvenendo quest’anno. Sempre nel 2021, quattro-cinque mesi dopo, sempre in Canada, le temperature sono salite fino a + 50 gradi. In quattro-cinque mesi c’è stata un’escursione termica di 100 gradi che ha distrutto il 50% delle colture di grano di questo Paese. Si chiamano cambiamenti climatici. Ok, politici del Governo e del Parlamento siciliano: continuate a ‘divertirvi’ con gli aerei anfibi per spegnere gli incendi invece di prevenirli. La scorsa Estate, a fine Luglio, per mezza giornata, la temperatura è arrivata a 50 gradi. In tre anni, dal 2021 a oggi, il fuoco ha incenerito in Sicilia oltre 200 mila ettari di boschi e macchia mediterranea. E a nostro modesto avviso sono danni sottostimati. Per ora c’è il Natale a 15 gradi. Rilassatevi, egregi politici siciliani. E pensate agli aerei anfibi. Ne riparliamo a Maggio. Quest’anno la prima sciroccata si è presentata a fine Luglio. Ma nel 2021 la prima sciroccata si è abbattuta sulla Sicilia a Maggio. Così, tanto per ricordare.  

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