L’insofferenza di Gesù verso i soliti farisei: “Perché questa generazione chiede un segno?”. Li lasciò abbandonando la discussione

di Frate Domenico Spatola

Lunedì della Sesta settimana del tempo ordinario: Marco 8,11-13

Due sono “le parole chiavi” della narrazione: “segno” e “generazione”. Il primo fu preteso dai farisei. Era la tentazione per Gesù. Doveva provare il suo messianismo usando contro i pagani il “segno” con il quale Mosè aveva fatto morire i primogeniti egiziani. Il termine “generazione”, adoperato da Gesù, equiparava gli uomini del suo tempo increduli, a quelli morti affogati nelle acque del diluvio universale del tempo di Noè, o agli Israeliti periti, al tempo di Mosè, nelle steppe di Moab. Quella strana richiesta dei farisei condizionò in Gesù un profondo sospiro di insofferenza: “Perché questa generazione chiede un segno?”. Dichiarò sbrigativamente che non intendeva dare alcun segno, che non fosse la fede nella sua Parola. Troncata ogni discussione, lasciò tutti e s’imbarcò per andare dai pagani, all’altra riva.

Foto tratta da Parrocchia di San Francesco d’Assisi / Marina di Cerveteri

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