La transizione ecologica con la smisurata profilerazione di pannelli fotovoltaici e pale eoliche che distruggono il paesaggio e inquinano va fermata. Cittadini e agricoltori dovrebbero ribellarsi

di Francesco Venerando Mantegna

In Sicilia, in Calabria, in Puglia e in Sardegna il consumo di suolo per destinarlo a impianti di fotovoltaico e all’eolico è diventato mostruoso con danni enormi per il paesaggio e per l’agricoltura. Il vergognoso scandalo delle ‘case green’

La cosiddetta transizione energetica, oltre che ecologica, si è trasformata in una gigantesca speculazione finanziaria, con buona pace di ogni gretino ambientalista inneggiante alle fonti rinnovabili. L’arrembaggio di società estere taroccate sotto piccole imprese intestate a massaie e nonne italiane sprovvedute, dietro qualche mancia, ha travolto ogni limite di guardia. In Puglia, in Calabria, in Sicilia e in Sardegna il consumo di suolo per destinarlo a impianti di fotovoltaico e all’eolico è diventato mostruoso, si sta letteralmente rapinando l’ambiente naturale e l’agricoltura, con un danno economico ben maggiore di quel contributo energetico nazionale sbandierato dai sostenitori di questa ennesima truffa epocale ai danni del popolo italiano. Truffa europea organizzata dalla stessa cupola finanziaria che ha accolto il mercato delle macchine elettriche con la produzione altamente inquinante (oltre che rischiosa) delle batterie e ha concepito il delirio della “casa green” per raschiare il fondo del barile, riducendo alla povertà centinaia di milioni di famiglie.

Sei buoni motivi per bloccare questo scempio. Se gli agricoltori si organizzeranno di nuovo usando le maniere forti sarà un bene per tutti.

Questo tipo di transizione energetica è un danno irresponsabile e inaccettabile: 1) sul piano della tutela ambientale in quanto sottrae risorse naturali e paesaggistiche; 2) sul piano dell’ecologia in quanto produce inquinamento permanente dei territori con manufatti industriali di problematico smaltimento, come dimostrano già alcuni campi di pale eoliche abbandonati; 3) sul piano economico perché l’occupazione e la trasformazione del paesaggio sono fattori di allontanamento del turismo, con gravissima perdita del valore delle risorse; 4) sul piano della produzione agricola, in quanto la vendita di milioni di chilometri quadrati di terreni alla nuova pirateria industriale pseudo-energetica riduce quantitativamente e qualitativamente la capacità produttiva; 5) sul piano alimentare e della salute umana, in quanto a fronte di una flessione produttiva si amplia l’importazione di prodotti OGM quali mais, soia, colza e cotone; 6) sul piano climatico, in quanto grandi estensioni di fotovoltaico comportano variazioni del microclima, aumentando la temperatura media al suolo e la conseguente aridità. Questo scempio va fermato prima che sia troppo tardi e se gli agricoltori si organizzeranno di nuovo usando le maniere forti, sarà un bene per tutti.

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