A Trapani si torna a parlare di Nunzio Nasi, un grande siciliano perseguitato da Giolitti ovvero dallo ‘statista’ che Gaetano Salvemini in un celebre libro definì “Il Ministro della malavita”

Si tornerà a parlare di Nunzio Nasi domani con la presentazione di un libro dedicato a questo uomo politico siciliano dei primi del ‘900

Si torna a parlare di Nunzio Nasi, un grande personaggio della politica siciliana e italiana. Non sappiamo in che termini ma torna in scena un siciliano molto particolare. “”La Biblioteca Fardelliana – leggiamo in un comunicato – nell’ambito della rassegna letteraria TrapanIncontra, l’11 Aprile (cioè domani ndr) alle ore 18.00, ospiterà Salvatore Corso, autore e figura di spicco legata a Trapani, che presenterà il suo ultimo lavoro intitolato L’uomo dello scoglio: Nunzio Nasi (arabAFenice). Salvatore Corso, noto per la sua lunga carriera come dirigente presso la Fiat di Torino, ha dedicato oltre tre decenni alla risoluzione di questioni ambientali e alla promozione della mobilità urbana. Tuttavia, il suo amore per la letteratura e la musica lo ha portato a esplorare anche il mondo della scrittura, dando vita a un racconto avvincente che delinea la vita e la carriera politica di Nunzio Nasi. Nel suo libro, Corso offre uno sguardo approfondito sulla figura di Nasi, dall’esperienza parlamentare in Italia fino alla sua fuga in Francia a seguito di gravi accuse. Descrivendo Nasi come un uomo caparbio, volitivo, egocentrico e amante dell’apparire. Il racconto rivela le sfaccettature più oscure e controverse della sua personalità”. Nel comunicato si legge che “La rassegna TrapanIncontra, organizzata dal Comune di Trapani – Assessorato alla Cultura e dalla Biblioteca Fardelliana, ha la direzione editoriale a cura del giornalista e scrittore Giacomo Pilati e fa parte della Rete dei Festival Letterari della provincia di Trapani”. (sopra, busto che raffigura Nunzio Nasi, foto tratta da Wikipedia).

La vera ‘colpa’ di Nunzio Nasi agli occhi di Giolitti è che non riusciva a corromperlo

Anche noi conosciamo la vita di Nunzio Nasi e non abbiamo mai trovato questo personaggio “controverso”. Quanto alla fuga in Francia – almeno questo è il nostro punto di vista – le “gravi accuse” erano in realtà in buona parte fasulle, messe in piedi da quello che lo scrittore e meridionalista Gaetano Salvemini ha definitoIl Ministro della malavita”, con riferimento a Giovanni Giolitti, il ‘grande statista’ che nel Sud e in Sicilia ne ha combinate di tutti i colori. Basta leggere, per l’appunto, il libro di Salvemini. E basta riflettere sui danni che i Governi di Giolitti hanno provocato al Sud e alla Sicilia, con un sistematico drenaggio di risorse dal Mezzogiorno al Nord Italia. Francesco Crispi prima e Giolitti dopo sono stati jatture per il Sud e per la Sicilia. Nasi, lo ricordiamo, è stato un parlamentare nazionale eletto in Sicilia che non si è venduto agli interessi del Nord Italia: non era, insomma, uno dei tanti ‘ascari’ del Sud e della Sicilia che svendevano gli interessi del Sud e della Sicilia per interessi personali. Gli ascari, per la cronaca, erano gli eritrei che, tradendo il proprio Paese, lavoravano per i colonialisti italiani: da qui l’associazione con i politici meridionali e siciliani che, invece di fare gli interessi del Sud e della Sicilia, fanno gli interessi del Nord Italia tradendo Sud e Sicilia in cambio di benefici e prebende personali: cosa che avviene ancora oggi: basti pensare al vergognoso arrembaggio dei ‘Signori del fotovoltaico e dell’eolico’ che stanno distruggendo il paesaggio di Sicilia, Calabria, Puglia e Sardegna (come si racconta in questo articolo). Nasi, un giorno sì e l’altro pure, sputtanava Giolitti e il suo truffaldino e razzista sistema di potere nel Sud e in Sicilia: un sistema corrotto fino al midollo, fatto di ‘ascari’, di ruberie e di elezioni taroccate. Così decisero di fargliela pagare inventandogli accuse ridicole.

Oltre che figura di primo piano della Massoneria, Nasi è stato un ferreo oppositore del regime fascista

Le accuse di malversazione a carico di Nunzio Nasi, che era anche avvocato, docente universitario e massone di alto rango, si ridussero, alla fine, all’uso improprio di carta e penne. “Nel maggio 1904 – leggiamo su Wikiedia – dopo un’inchiesta parlamentare condotta da Vincenzo Saporito, la magistratura ottenne dalla Camera l’autorizzazione all’arresto di Nasi, che, fuggì in Francia e a Londra. Fu anche espulso da tutte le logge massoniche. Rientrato nel 1907 fu condannato dal Senato, costituitosi in Alta corte, a 11 mesi di reclusione, più quattro anni e due mesi di interdizione dai pubblici uffici nel febbraio 1908 e nel marzo di quell’anno decadde da parlamentare cui era stato rieletto il 23 giugno 1907, dopo che in precedenza quattro successive elezioni erano state annullate”. Tutto questo per il ‘furto’ di carta, penne e matite: ridicoli! “Ciò nonostante – leggiamo ancora su Wikipedia – i suoi elettori, ritenendolo ingiustamente perseguitato, continuarono a eleggerlo alla Camera nel collegio di Trapani, sempre annullate dalla giunta delle elezioni della Camera, che restò così non rappresentato in Parlamento, e gli donarono la caratteristica ‘Casina Nasi‘ su uno scoglio in prossimità del porto. Fu reintegrato all’università di Roma nel 1912 e tornò alla Camera nel 1913, eletto sia a Trapani che a Palermo, e rieletto nel 1919 e nel 1921, quando aderì alla Democrazia sociale“. Nasi fu tra i primi a capire la natura antidemocratica del fascismo: “Nella seduta della Camera del 16 Novembre 1922 – leggiamo sempre su Wikipedia – in occasione della discussione sulla fiducia al Governo Mussolini dopo la marcia su Roma, tenne un acuto discorso, prefigurando la natura antidemocratica e totalitaria del Fascismo. Nel 1924 si candidò contro il listone fascista e fu rieletto nella lista ‘Democrazia del lavoro’, ma vede anche un altro trapanese eletto alla Camera con il PNF, Giuseppe Rubino, suo antico allievo. Aderì all’Aventino, e nel 1926 venne dichiarato decaduto dal regime fascista, insieme agli altri deputati antifascisti. È sepolto nel cimitero di Trapani“.

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