Luca l’evangelista della “mansuetudine di Cristo”, medico e letterato, autore di pagine uniche e irraggiungibili

di Frate Domenico Spatola

18 ottobre 2023, San Luca evangelista

I due libri sono uno. Vangelo e Atti. Unico è l’intento. Il messaggio iniziato nell’umile Nazareth, da Cristo fu portato fino a Gerusalemme, sulla Croce e da lui sul monte degli Ulivi per la Risurrezione cosmica. Era il contenuto della Prima Parte. La Seconda è opera dello Spirito Santo, che a Pentecoste dota di carismi “in lingue di fuoco” gli Apostoli per inviarli al mondo intero. Roma, caput Mundi, accoglie Paolo latore del Vangelo ricevuto direttamente da Cristo e concordato con gli altri Apostoli. Ormai la Parola non teme confini, avendo raggiunto il cuore dell’impero. È la trama dell’opera lucana. Medico, e comunque letterato. La sua scrittura è ineguagliata dagli altri evangelisti, per stile, passione e originalità. È l’evangelista della “mansuetudine di Cristo” (Dante). Il solo con pagine uniche e irraggiungibili. Il capitolo quindicesimo del suo Vangelo accoglie due parabole dai colleghi sinottici, Marco e Matteo, ma vi aggiunge la sua. Anzi il suo capolavoro, quello che basterebbe da solo a farcelo amare perché grande: la parabola del “figlio prodigo”. Dove il figlio scialacqua i beni e il Padre è il vero prodigo che rifonde senza misura. L’amara sorpresa è nel figlio altro, “giusto” e intransigente con il prodigo, che non accetta e non perdona a un Padre siffatto.

Dobbiamo a San Luca il “Vangelo dell’infanzia di Gesù”, altrimenti l’oscurantismo sarebbe totale

Dobbiamo a Luca il “Vangelo dell’infanzia di Gesù”, altrimenti, a riguardo, l’oscurantismo sarebbe totale. E la Vergine Maria? L’identikit è dettato dallo Spirito Santo che ha guidato il pennello di Luca, per il ritratto “più divino”, dove si esprime l’inesprimibile. Maria Vergine è “la piena di grazia”. Di lei Dio si è innamorato, per volerla Madre del suo Figlio. “Midrash” si chiama il genere letterario usato da Luca. Attinge dal Vecchio e lo parcellizza nel Nuovo Testamento, con modelli da rassemblare in nuove iconi. È il suo raccontare, e ci vuole volontà per non glissare insensibilmente sui temi per meritarli da profonda riflessione. Ogni racconto è un quadro, dove chi contempla è integrato dal racconto, a condividere la scena. “De re tua agitur”, diceva Sant’Agostino. Vale per il dettato di Luca. Ogni parola è offerta a dono gratuito dello Spirito, “si tratta infatti di te”. A conferma del suo “credo” di perdono divino senza condizioni, è “in pendant” con “il buon Samaritano”, l’esito del “buon ladrone”. Un ossimoro, trattandosi del ladrone. Ma “nulla è impossibile a Dio” ed è geniale in Luca, che il primo a entrare in Paradiso sia il peccatore che l’aveva perduto. Luca rompe così convenzionalismi di matrice farisaica, e in pacato ragiona di fede. Gli “Atti” saranno il messaggio al mondo, il Vangelo inarrestabile dinanzi a prove e difficoltà. Libro della speranza, avallata a certezza dallo Spirito Santo, che si fa garante.

Foto tratta da Figlie della Chiesa

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *