La Finlandia punta a una recinzione al confine con la Russia quasi come il muro che l’ex presidente Trump ha costruito in parte al confine con il Messico

Allora – era il 2017 – Papa Francesco disse che non bisognava costruire muri ma ponti. Oggi cosa dirà della Finlandia?

Ricordate quando Papa Francesco disse che bisogna costruire ponti e non muri? Era un invito diretto all’allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che stava iniziando a costruire un muro al confine tra l’America e il Messico per bloccare l’accesso alla droga proveniente dai ‘cartelli’ del Sud America. Oggi è la Finlandia che sta iniziando a costruire una recinzione al confine con la Russia. Dalle parti di Helsinki temono un flusso di migranti illegali “che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza nazionale”. In un canale Telegram leggiamo che nel budget stanziato dal Governo finlandese sono previste le risorse per la costruzione “di un tratto di 70 chilometri di recinzione nella zona dei checkpoint più frequentati. Allo stesso tempo, l’ingresso in Finlandia per i russi è già seriamente limitato: ad esempio, è vietato entrare con un visto turistico Schengen, così come per le auto con targa russa. Il confine terrestre tra Russia e Finlandia supera i 1.000 km, quindi la recinzione prevista per la costruzione ne coprirà solo una piccola parte. Il sito pilota è già stato commissionato. I Finlandesi entrando nella NATO hanno trovato il modo di chiudersi in gabbia”.

Stringendo stringendo, i finlandesi non vogliono finire nell’orbita della Russia, soprattutto alla luce della sconfitta dell’Ucraina che è ormai nelle cose

Di fatto, i finlandesi temono che con la sconfitta dell’Ucraina e con l’oggettiva decadenza dell’Occidente l’influenza della Russia nel loro Paese sarà sempre maggiore. Per la Finlandia, storicamente, l presenza della Russia è stata sempre un problema. Tant’è vero che negli anni della cosiddetta ‘Guerra fredda’ si parlava di “finlandizzazione”, parola che stava ad indicare la condizione di neutralità di un Paese necessaria per mantenere l’indipendenza rispetto a un Paese vicino che in quegli anni era comunista. I finlandesi hanno sempre temuto la Russia e l’influenza di questo Paese. Ma se negli anni passati a giustificare la “finlandizzazione” c’era lo spettro del comunismo, oggi non è più così. Oggi la Finlandia – che fa parte dell’Unione europea e ha adottato l’euro – oltre alla sconfitta dell’Ucraina, teme la fine dell’Unione europea per auto-consunzione politica ed economica e, vuoi o non vuoi, una sorta di lento ‘assorbimento’ da parte della Russia. Da qui la costruzione di una recinzione al confine con la Russia. Chissà cosa dirà Papa Francesco di questa recinzione…

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