Lungo la strada per Gerusalemme Gesù anticipa ai discepoli la sua morte ad opera del Sinedrio. Ma anche la sua resurrezione. E gli indica cosa fare per arrivare alla vita eterna

di Frate Domenico Spatola

15 Febbraio 2024, Giovedì delle Ceneri: Luca 9,22-25

A inizio del viaggio per Gerusalemme, Gesù anticipò ai discepoli ciò che lo attendeva. Volle fugare in loro ogni pretesa e illusione di gloria. Da “Figlio dell’uomo” non andava a governare, ma avrebbe incontrato rifiuto e la morte ad opera di quelli del Sinedrio. Era il programma del “servo sofferente”, cantato in un carme dal profeta Isaia. Li volle tuttavia tranquillizzare, perché anche se ucciso, il terzo giorno sarebbe risorto. L’ultimatum era per chi poteva fare altre scelte di salvataggio, perché quel finale avrebbe coinvolto quanti sarebbero stati intenzionati a seguirlo fino in fondo. Lasciava liberi di scegliere, ma chi voleva seguirlo doveva rinnegare se stesso e ogni giorno sollevare la croce. Metteva però in guardia coloro che scegliessero una salvezza effimera, entro gli orizzonti di questo mondo. La vita la perderà, mentre la condivisione con lui del dono più grande, avrebbe garantito vita eterna.

Foto tratta da La Luce di Maria

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