Ma quale stato di crisi ed emergenza siccità per gli allevamenti! La Regione siciliana vende fumo. E la stessa cosa fa lo Stato con il Fondo per lo sviluppo e la coesione. Chiacchiere a fiumi

Attenti alla Regione siciliana: per l’agricoltura promette mari e monti e poi, dopo anni, eroga somme ridicole. Non cadete nel solito tranello che stanno mettendo in atto per far finire la protesta degli agricoltori

Ricordate il celebre film con Totò e Nino Tarnto che vendevano la Fontana di Trevi? Una cosa simile sta succedendo oggi con il Governo nazionale e il Governo regionale siciliano. I due Governi annunciano interventi economici e finanziari mirabolanti, ma in realtà vendono solo fumo. La pima notizia-fumo arriva dalla Regione siciliana: “La Giunta regionale – recita un pomposo comunicato stampa – su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Luca Sammartino, ha dichiarato lo stato di crisi ed emergenza siccità per il settore zootecnico. Per l’attuazione degli interventi a favore degli allevatori siciliani, il presidente Renato Schifani ha nominato commissario il dirigente generale del dipartimento Agricoltura Dario Cartabellotta”. Ancora: “Il Governo regionale – dice Sammartino – mette in campo azioni concrete per aiutare gli allevatori colpiti dalla siccità e per la salvaguardia della zootecnia, così come richiesto dagli stessi operatori del settore in occasione degli incontri dell’unità di crisi istituita dal presidente Schifani. Siamo consapevoli del grave disagio che vivono i nostri allevatori per la carenza di pascolo legata alla mancanza di acqua e per gli esorbitanti costi di produzione e di mantenimento del bestiame. Le deroghe previste dallo stato di crisi ed emergenza consentiranno, infatti, di accelerare la possibilità di aiutare il settore. Insieme al commissario Cartabellotta lavoreremo ad altre misure finalizzate ad aiutare anche il comparto agricolo». Tra i provvedimenti individuati nella delibera di giunta, la semplificazione delle procedure e il sostegno delle spese per la transumanza, l’esonero dei pagamenti dei canoni d’affitto delle superfici a pascolo pubblico per l’anno 2024, l’erogazione dei primi contributi per 5 milioni di euro alle aziende per l’acquisto di foraggio e l’approvvigionamento idrico, la semplificazione delle procedure per l’attingimento nei corsi d’acqua e l’utilizzo delle autobotti per il trasporto dell’acqua per gli animali”.

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Di tutte queste promesse forse l’unica che potrebbe essere messa in campo è l’esonero dei pagamenti dei canoni d’affitto delle superfici a pascolo pubblico per quest’anno. Più che un intervento del Governo è una presa d’atto dello stesso Governo siciliano, dal momento che gli allevatori non sono oggi nelle condizioni di pagare alcunché. Tutto il resto sono chiacchiere che, in quanto tali, stanno a zero. L’unica cosa che interessa alla politica, cari allevatori, è che finisca la vostra protesta. Ricordatevi che, ormai da anni, i Governi regionali della Sicilia seguono lo stesso schema: annunciano in pompa magna, come in questo caso, interventi di qua e interventi di là; ma quando arriva il momento dei pagamenti spuntano le sorpese. Parlano i fatti. Qualche anno fa il Governo annunciò interventi per aiutare gli agricoltori dopo una stagione di intense piogge con l’aggiunta di un alluvione. L’amministrazione invitò gli agricoltori a presentare progetti: da qui la spesa, da parte sempre degli agricoltori, per pagare i progettisti. A un nostro amico agricoltore dovevano essere erogati oltre 100 mila euro; che poi diventarono la metà; poi la metà della metà, poi la metà della metà della metà… Dopo circa tre anni di attesa arrivarono quattro soldi che bastarono appena per pagare i progettisti. Una vergogna. L’amministrazione regionale si giustificò dicendo che non c’erano soldi. Cosa vogliamo dire? Lo ribadiamo: che questi vendono solo fumo e hanno solo un obiettivo: fare finire la protesta degli agricoltori.

A quanto pare il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha ‘ingoiato’ lo scippo leghista di un miliardo e 300 milioni di euro per la grande buttanata del Ponte sullo Stretto di Messina

Un altro comunicato della Regione strombazza i soliti fondi in arrivo da Roma: “Definita la proposta di programmazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027 previste per la Sicilia – recita un comunicato della presidenza della Regione siciliana -. Nel corso della seduta di questa mattina (ieri per chi legge ndr), la Giunta regionale ha apprezzato il piano del presidente Renato Schifani relativo alla ripartizione di 6,8 miliardi di euro da destinare a interventi in dodici ambiti”. Ancora: “Grazie alla proficua e costante interlocuzione con il Governo nazionale – dichiara il governatore Schifani –, abbiamo definito la strategia per l’utilizzo delle risorse privilegiando fortemente interventi significativi in settori chiave, evitando così la parcellizzazione delle opere. Adesso, così come previsto dal nuovo assetto ordinamentale introdotto con il decreto ‘Sud e Coesione’, acquisiti i prescritti pareri parlamentari, sarà avviato un processo di condivisione con il ministro agli Affari europei Raffaele Fitto. Terminata questa fase, firmeremo l’accordo con il presidente Giorgia Meloni. Intendiamo avviare le opere il prima possibile e seguirne passo dopo passo la realizzazione, vigilando sul pieno rispetto dei tempi”.

Mentre buttano un miliardo e 300 milioni di euro per iniziare i lavori del Ponte sullo Stretto la sanità pubblica siciliana è allo sbando e nei Pronto soccorso propongono ai medici turni di lavoro diurni di 12 ore in barba al contratto di lavoro. ma come finì con la “sicurezza nel lavoro”?

Al contrario di quanto afferma il presidente Schifani, tra la Regione e il Governo nazionale non c’è stata alcuna “proficua collaborazione”. Il Governo di Giorgia Meloni, che non ha un euro e va avanti emettendo titoli di Stato, ha finanziato il Ponte sullo Stretto di Messina non abbiamo capito se con 11 o 14 miliardi di euro che non ha nella propria disponibilità. Tutte chiacchiere, perché per iniziare i lavori il Ministro leghista delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha scippato al Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027 della Sicilia un miliardo e 300 milioni di euro. Cosa che ha mandato su tutte le furie il presidente della Regione siciliana Schifani. Che a quanto pare oggi non è più adirato. Tant’è vero che nel comunicato si legge che “La parte più consistente delle somme di circa 2,4 miliardi è prevista per interventi nel settore ‘Trasporti e mobilità’, di cui 1,3 miliardi da destinare al cofinanziamento per il Ponte sullo Stretto”. Lo scippo, per il presidente Schifani, è diventato “cofinanziamento”. Insomma il presidente Schifani ha ‘ingoiato’ il rospo leghista e ha accettato di regalare allo Stato un miliardo e 300 milioni di euro, dopo avergli regalato i 9 miliardi di euro che Roma ha scippato al Fondo sanitario regionale siciliano dal 2007 ad oggi. Ricordatevi che se la sanità pubblica siciliana è oggi al delirio, con pochi medici, con pochi infermieri, con pochi posti letto e con Pronto Soccorso dove ai medici viene chiesto di ‘sciropparsi’ turni di 12 ore diurni in barba al contratto di lavoro, ebbene, questo è dovuto soprattutto allo scippo di 9 miliardi di danni della sanità pubblica siciliana. Più altri scippi finanziari andati in scena negli ultimi due anni. Il resto delle cose che raccontano sono minchiate.

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Poi arrivano le altre cifre mirabolanti: “Per l’ambito ‘Ambiente e risorse naturali’ sono stati programmati 2,1 miliardi. Agli 800 milioni previsti per la realizzazione dei termovalorizzatori si aggiungono, tra gli altri, finanziamenti per risorse idriche e rifiuti (340 milioni), depurazione (350 milioni), interventi su alvei fluviali (250 milioni), per il contrasto al dissesto idrogeologico (400 milioni) e all’erosione costiera (50 milioni)” e bla bla bla. Ancora: “Una parte dei fondi, pari a circa 450 milioni, è prevista per il finanziamento di misure sulla competitività delle imprese, in particolare nel comparto dell’industria e dei servizi e in quello del turismo e dell’ospitalità. La programmazione prevede anche 120 milioni di euro per gli impianti sportivi all’interno dell’area tematica ‘Cultura’, che comprende altri 170 milioni per interventi su patrimonio e paesaggio. Per il settore ‘Sociale e salute’ sono previsti 250 milioni di euro, che includono anche investimenti in strutture e attrezzature sanitarie. Una somma di 100 milioni di euro ciascuno è stata prevista per i settori ‘Energia’ e ‘Riqualificazione urbana’ e per l’edilizia scolastica. La proposta di accordo sarà adesso inviata all’Ars per il parere delle commissioni competenti e successivamente sarà messa all’ordine del giorno dell’aula. I passi successivi saranno la firma dell’accordo con il premier Giorgia Meloni e l’adozione da parte del Cipess della delibera di approvazione, che dovrà essere poi registrata dalla Corte dei conti nazionale”. Ricordatevi che sono tutte chiacchiere. Questi annunciano la spesa di soldi che non sono nella disponibilità dello Stato italiano ma che dovrebbero arrivare non si sa quando. Chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere.

Foto Regione siciliana

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