Non sono un po’ troppe e, detto con una metafora calcistica, un po’ troppo ‘telefonate’ le tante manifestazioni di violenza e di degrado a Palermo?

Chi ha ‘armato una turilla’ stanotte in via Pasquale Calvi non poteva non sapere che le forze dell’ordine erano pronte a intervenire. Questo deve fare riflettere

Ci si interroga in queste ore sui motivi della nuova rissa tra giovani registrata la notte scorsa a Palermo. Rispetto alla rissa dei giorni scorsi non ci sono stati colpi di arma da fuoco ma la situazione, a quanto pare, non sembra cambiata. E’ successo davanti alla discoteca Notr3, in via Pasquale Calvi, a due passi da via Isidoro La Lumia e via Gaetano Daita dove, come già ricordato, qualche sera fa, oltre alle zuffe sono partiti anche colpi di pistola. Impressiona il fatto che i protagonisti di questi atti di violenza ignorano gli appelli delle autorità e ‘armano turille’ ben sapendo che le forze dell’ordine sono allertate e sono pronte a intervenire. L’allarme è scattato in tempi brevissimi e auto della Polizia e dei Carabinieri si sono precipitate nel luogo dove è avvenuta la rissa circondando la zona per identificare i protagonisti di questa nuova ondata di violenza. Perché succede tutto questo? E perché i ragazzi non esitano a fare a botte ben sapendo che gli esponenti delle forze dell’ordine interverranno in tempi brevi?

La metafora calcistica del “tiro telefonato” applicato a certi atti di violenza

C’è chi dice che i ragazzi che escono dai locali della movida sono in parte poco lucidi e, di conseguenza, pronti a menare le mani. Una tesi che convince fino a un certo punto, perché in tante città il Venerdì sera e il Sabato sera i ragazzi danno vita alla movida ma le risse, ma questo non significa che ci sono risse ovunque. E infatti non ci sono. A Palermo invece le risse sono all’ordine del giorno, anzi della notte. Tanti anni fa un telecronista delle partite di calcio, nel commentare un tiro in porta parato con facilità dal portiere avversario, coniò la formula “tiro telefonato”: un tiro che il portiere quasi quasi si aspettava. Ecco, a noi questa seconda rissa, a distanza di pochi giorni dalla rissa degenerata in colpi di arma da fuoco, sembra un po’ “telefonata”. Insomma, una rissa quasi fatta apposta, sfidando anche le forze dell’ordine allertate. In un modo o nell’altro Palermo deve apparire come una città violenta? Il dubbio c’è.

Troppi atti di violenza anche nei negozi e nelle banche

Quest’atmosfera di violenza non si registra solo nella movida. Le rapine, per esempio. In via Roma, dove nel corso degli anni, anche a causa di scelte politiche comunali sbagliate (o giuste, a seconda dei punti di vista…), hanno chiuso tanti negozi, ci sono locali che hanno subito due, tre, quattro furti, a breve distanza l’uno dall’altro. In questo caso la strategia sembra quella di convincere i titolari a chiudere. In effetti, non è esagerato affermare che via Roma, sotto il profilo commerciale, sia ormai un luogo ‘desertificato’. Va ricordato che anche il mercato storico della Vucciria – nato storicamente come mercato del pesce di Palermo – non c’è più. Né la politica ha fatto qualcosa per salvarlo. Lo stesso va detto per l’informazione della città, che ha visto morire la Vucciria nel silenzio più assoluto. Oggi la Vucciria va sui giornali e nei notiziari televisivi quasi sempre per fatti di violenza o di degrado. Tornando alle rapine c’è anche chi sfonda i vetri dei negozi con le automobili: fatto avvenuto alla Rinascente. Vetri rotti anche in altri due locali della città. Poi ci sono le rapine in banca, alcune stranamente lasciate a metà: l’importante è fare capire che c’era la volontà di rapinare una banca. Per non parlare degli assalti ai bancomat. E che dire degli atti vandalici nelle scuole, quasi sempre nelle scuole delle zone problematiche della città, magari atti vandalici nelle stesse scuole a distanza di poco tempo? E dei furti negli ospedali cittadini?

Troppe coincidenze di violenza e degrado

Non sono un po’ troppi tutti questi atti di violenza per una città come Palermo? Certo, i problemi economici e sociali non mancano. Però, in certi momenti, certe forme di violenza appaiono forzate. Da qui i dubbi. Dovrebbe far riflettere, ad esempio, la scoperta che soggetti che non abitano nel capoluogo siciliano vengono a gettare i rifiuti in città. Ne ha scritto poco più di un mese fa PalermoToday: “Non osservano le regole sulla raccolta differenziata in vigore a Ficarazzi e Villabate e portano i sacchetti pieni di immondizia non separata a Palermo senza rispettare nemmeno gli orari di conferimento. Ma stavolta per 73 persone sono scattate le multe emesse da polizia municipale e polizia metropolitana. E’ questo il risultato di una settimana di controlli effettuati congiuntamente dagli agenti locali e da personale della Rap per contrastare la cosiddetta migrazione dei rifiuti”. Non sono un po’ troppe le coincidenze che portano a presentare Palermo come una città dove degrado e violenza trionfano? Hercule Poirot, il celebre personaggio dei romanzi di Agatha Christie, dice che “le coincidenze non esistono”…

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