Oggi il Governo di centrodestra sta ‘massacrando’ l’agricoltura. Lo ha fatto pure il centrosinistra con Renzi. L’invasione a dazio zero di olio d’oliva tunisino iniziato nel 2016 e mai bloccato

Ricordiamo agli agricoltori che oggi protestano la cosiddetta ‘invasione’ di olio d’oliva tunisino a dazio zero approvata dal Parlamento europeo nel 2016

Correva l’anno 2016 e il Parlamento europeo approvava “l’invasione” dell’olio d’oliva tunisino in Europa. Per la cronaca, grazie al voto, in Europa arrivavano ogni anno 35 mila tonnellate di olio d’oliva tunisino senza dazi doganali. La dimostrazione di come, già sette anni fa, l’europarlamento iniziava ad ‘ammazzare’ l’agricoltura italiana colpendo l’olio extra vergine di oliva che, lo ricordiamo, per il 90%, viene prodotto in Puglia, in Calabria e in Sicilia. Il provvedimento passava con larga maggioranza: 500 sì, 107 no, 42 astenuti. E’ bene ricordare questa storia in questi giorni di grandi proteste da parte degli agricoltori. Nonostante il Governo e i potentati vari le stiano provando tutte per porre fine alla protesta degli agricoltori, ebbene, la protesta continua. E si va strutturando. E dire che Governo e organizzazioni agricole stanno mettendo in campo l’impossibile per bloccare la protesta: per esempio, rappresentanti di sigle fasulle che trattano con il Ministero dell’Agricoltura, ‘infiltrati’ nel Movimento e nelle chat dello stesso Movimento, CIA e Coldiretti che prima erano contrari alla protesta e che oggi cercano goffamente di cavalcarla promuovendo tragicomici incontri sulla crisi del settore agricolo che fino a qualche settimana fa ignoravano. Insomma, di tutto e di più. Ma la protesta continua.

Così il Parlamento europeo ha penalizzato i Paesi dell’Europa mediterranea che producono olio d’oliva: Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. In realtà nel nostro Paese sono state penalizzate Puglia, Calabria e Sicilia dove si produce il 90% dell’olio d’oliva extra vergine italiano

Oggi il Governo nazionale che sta affossando l’agricoltura italiana è di centrodestra. Ma non dobbiamo dimenticare cosa ha fatto il Governo nazionale di centrosinistra presiduto da Matteo Renzi, allora anche segretario del Partito Democratico. E’ per questo che stiamo ricordando il 2016, quando grazie al citato voto del Parlamento europeo 35 mila le tonnellate di olio d’oliva tunisino ‘invadono’ ogni anno i mercati europei. L’arrivo di questa montagna di olio d’oliva tunisino è stata ed è tutt’ora (perché il flusso di olio d’oliva tunisino, soprattutto verso la Sicilia, da allora ad oggi non è stato mai interrotto) un colpo durissimo per le agricoltura mediterranee (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia) e, in particolare, per tre Regioni del Sud Italia: Puglia, Calabria e Sicilia. E’ lecito o no il dubbio che tale olio tunisino sia stato imbottigliato e fatto passare per olio d’oliva extra vergine italiano? Ricordiamo che Le sofisticazioni riguardano anche il Centro Nord Italia (come potete leggere qui). Basti pensare che la Toscana produce appena il 4% dell’olio d’oliva extra vergine italiano, ma ne commercializza il 40%!

Le dichiarazioni dell’eurodeputato Ignazio Corrao subito dopo la votazione del Parlamento europeo che ha sancito la cosiddetta ‘invasione’ di olio d’oliva tunisino in Europa. Il voto favorevole al provvedimento del Partito Popolare Europeo e del Partito Socialista Europeo (PSE). Ovviamente favorevole al provvediento il PD, che poi cercherà di ‘nascondersi’

Oggi mettiamo a disposizione degli agricoltori siciliani una dichiarazione dell’eurodeputato Ignazio Corrao (foto sopra) subito dopo l’appovazione, da parte del Parlamento europeo, della ‘invasione’ di olio d’oliva tunisino in Europa. Allora Corrao militava nel Movimento 5 Stelle prima versione, Movimento non ancora entrato nel Governo che faceva opposizione. Oggi Corrao non fa più parte del Movimento 5 Stelle. “Quello andato in scena oggi in Parlamento Europeo – diceva Corrao nel 2016, subito dopo l’approvazione della ‘invasione’ di olio d’oliva tunisino in Europa – è l’ennesimo atto di tradimento dei rappresentanti politici italiani nei confronti dei propri cittadini. Abbiamo provato in tutti i modi a stoppare il provvedimento che porta la firma dell’alto rappresentante Federica Mogherini, longa mano di Renzi in Europa – aggiunge Corrao – ma evidentemente gli interessi che difendono i signori della maggioranza sono diversi rispetto a quelli dei cittadini. 500 favorevoli, 107 contrari e 42 astenuti. Tra i 500 voti favorevoli ovviamente ci sono quelli degli europarlamentari italiani del PD. Il provvedimento è stato voluto dal Governo targato Matteo Renzi ed avallato dai parlamentari del Partito Democratico. Gli stessi che poi vanno nei territori a parlare di tutele dell’agricoltura e sbandierare i mirabolanti numeri del PSR 2014-2020 così come avviene in Sicilia, dove il novello assessore Cracolici (Antonello Cracolici, esponente del Partito Democratico, che allora ricopriva la carica di assessore regionale all’Agricoltura nel Governo di Rosario Crocetta, anche lui del PD ndr), insieme ad una europarlamentare del PD lanciano numeri e fanno disinformazione. Ovviamente – prosegue Corrao – il modo migliore di reagire all’imbarazzo di appartenere al gruppo politico che affossa il settore dell’agricoltura va bilanciato con una dose di mistificazioni dei fatti. Cracolici e soci infatti durante questi incontri nelle città siciliane addossano alla burocrazia europea la colpa del mancato utilizzo delle risorse del PSR 2007/2013, quando invece tutti sanno che l’Autorità di gestione dei fondi UE è la Regione siciliana e che negli ultimi 3 anni questo ruolo è stato ricoperto dal Governo di cui Cracolici è esponente. Morale, delle figure istituzionali come il Ministro Martina (Maurizio Martina, nel 2016 Ministro dell’Agricoltura del Governo Renzi ndr), l’assessore o peggio ancora dipendenti della Commissione europea si prestano a partecipare a tristi teatrini politici che andavano di moda negli anni 70. Oltre al danno (risorse PSR e UE finiti in mano alla mafia, mai arrivati a potenziali beneficiari e sperperati per eventi, sagre e loghi da migliaia di euro), il settore agricolo siciliano è costretto a subire anche la beffa, infatti, almeno per altri 2 anni – conclude Corrao –  la gestione dei nuovi fondi sarà nelle mani di chi ha creato, alimentato e non risolto i problemi dell’agricoltura siciliana”.

La ‘verità’ sull’olio d’oliva tunisino raccontata setta anni fa dall’allora presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino

Interessante, in quei giorni, un’intervista rilasciata al quotidiano La Sicilia di Catania (che potete leggere qui)da Ettore Pottino, allora presidente di Confagricoltura Sicilia. “In questi ultimi anni di delocalizzazione dell’agricoltura imprenditori siciliani, italiani, tedeschi, spagnoli ed europei in generale hanno spostato i propri interessi dove il denaro viene remunerato di più. Hanno fatto incetta di seminativi in Romania per beneficiare dei contributi della PAC, di agrumeti in Marocco per importare arance facendole passare per spagnole e, manco a dirlo, hanno comprato tutti gli oliveti tunisini usufruendo dello sgravio fiscale totale per dieci anni. Qui hanno investito rendendo innovativi gli impianti e, grazie alla manodopera a costo bassissimo e alla possibilità di impiegare fitofarmaci proibiti in Europa, invadono i nostri mercati di olio a 2-3  euro al chilo”. In quei giorni gli ‘europeisti’ provavano a fare credere che si stava cercando di aiutare la Tunisia. Tesi smentita da Pottino: “Non daranno questo aiuto al popolo tunisino, non sosterranno la democrazia di quel Paese, ma i nostri imprenditori e quelli italiani e tedeschi che, senza pagare tasse, miscelano legalmente il loro olio tunisino con quello siciliano o italiano, o lo vendono con etichetta UE e Non-UE nei supermercati a prezzi low cost. Il nostro olio non può competere e viene svenduto o non viene acquistato”.

Se ne volete sapere di più potete leggere qui.

Ed anche qui

Vi è chiaro, agricoltori siciliani, come stavano e come stanno le cose, visto che, lo ribadiamo, l’olio d’oliva tunisino continua ad arrivare a fiumi in Sicilia?

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