Paolo Amenta, presidente dell’ANCI Sicilia, è favorevole all’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Il problema è che il suo partito, il PD, è contrario

Questa contrapposizione dà la misura della confusione che oggi regna del PD e, in generale, nella politica italiana

“L’autonomia dei sindaci va rivista, così come va messa mano alla norma che di fatto pone tutti, o quasi, i Comuni in dissesto o pre dissesto. Ed è necessario anche sburocratizzare perché la verità è che la troppo responsabilità in capo ai primi cittadini ha creato un mostro giuridico: la paura della firma per evitare il reato di abuso di ufficio. Da questo il PD deve partire. Ci vuole una svolta, occorre imprimere una pressione politica e il PD deve farsi carico di queste richieste, perché se il Comune deve garantire tutti i servizi essenziali attraverso addizionale Irpef se tutti i tributi devono essere coperti al 100% e la riscossione si ferma al 60 è chiaro che bisogna rivedere queste norme di carattere nazionale. Con la legge attuale infatti quelle amministrazioni che entrano in fase di dissesto o pre dissesto non riescono più a uscirne”. Lo ha detto il presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Sicilia, Paolo Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni, Comune della provincia di Siracusa, intervenendo alla Festa dell’Unità in corso ad Agrigento. Amenta è un esponente del PD e, insieme con altri Sindaci che fanno capo al partito al quale appartiene, è favorevole all’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Il problema è che il PD è contrario all’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Questa diversa posizione politica all’interno del Partito Democratico tra Sindaci che fanno capo a questo partito se segreteria nazionale dello stesso PD dà la misura della confusione che oggi regna nel PD e, in generale, nella politica italiana.

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