Quando nella sponda orientale del lago di Galilea Gesù liberò un uomo dagli spiriti immondi finiti in una mandria di porci precipitata in mare

di Frate Domenico Spatola

29 Gennaio 2024, Lunedì della Quarta settimana del tempo ordinario: Marco 5, 1-20

Nella sponda orientale del lago di Galilea, la Decapoli era la Circoscrizione dei pagani, dove la schiavitù era il male sociale. Gesù vi approdò e, rumorosa, fu la reazione di uno schiavo in voglia di ribellione. Viveva nei sepolcri, da irredentista, sfogava la rabbia percuotendosi con pietre e gridando da forsennato. Voleva organizzare la ribellione e non avrebbe sopportato un intervento di Gesù, che immaginava fosse venuto per tacitarlo e ammansirlo. La discussione tra i due fu tesa e surreale. L’interlocutore, richiesto di presentarsi, si dichiarò “Legione”, e quando Gesù gli impose di lasciare quel luogo, chiese di mandarlo nella mandria dei porci. Era forte l’allusione alla legione romana, che nel labaro della bandiera esibiva il cinghiale. In duemila, i porci invasati si precipitarono nel mare, luogo idealizzato della sconfitta, ove finire affogati. I mandriani di zona, per paura di perdere anche le loro mandrie, chiesero a Gesù di andarsene dal loro territorio, mentre al guarito consigliò di andare a casa sua, e di non entrare in quella di Israele.

Foto tratta da Parrocchia di San Francesco d’Assisi – Marina di Cerveti

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