Rimuovere il segreto sulle conversazioni tra Giorgio Napolitano e Loris D’Ambrosio non ci renderebbe migliori e rispettosi della nostra democrazia rappresentativa?

di Andrea Piazza

Ancora poca luce sul periodo che va dalla caduta del Muro di Berlino alle stragi del 1992

Ho letto un’interessante intervista in punta di forchetta ad Antonio Ingroia, in precedenza autorevole magistrato che ha ricoperto l’Ufficio di Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Palermo, oggi nella seconda giovinezza affermato ed itinerante avvocato dall’Italia al Sud America. Non a caso l’intervista è stata curata dal giornalista de La Verità con l’intervistato esposto al sole di Santo Domingo. Preciso preliminarmente che ho simpatia per Antonio Ingroia, che ho conosciuto oltre vent’anni addietro perché insieme a Nino Di Matteo istruì il processo contro gli esecutori materiali dell’omicidio del mio compianto fratello. In quel lungo periodo “indagini e processo di primo grado” ho avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo anche per garbo ed ironia. Ovviamente, essendo stato un pubblico ministero in carriera taluni lo giudicano positivamente ed altri diversamente per non usare una terminologia più strong. Sotto taluni aspetti, anche caratteriali, legati alla precedente e successiva vita professionale il suo viatico mi porta ad associarlo ad un’altra persona che stimo, l’avvocato Gioacchino Genchi, con il quale mi trovo più in sintonia analitica in relazione ai rilievi critici in ordine all’operato della nostra Magistratura, ad oggi non ancora assetata di verità e giustizia, nonostante la terribile stagione del ’92, proseguendo nella illogica non contestualizzazione degli eventi in chiave geopolitica, dalla caduta del Muro di Berlino agli accordi di Maastricht, alla mancata elezione di Giulio Andreotti a Presidente della Repubblica, alle stragi di Capaci/via D’Amelio e l’avvio di Tangentopoli per il successivo requiem della Prima Repubblica (ovvero del nostro italico atlantismo moderato e dialogante con il mondo arabo e federazione russa). (foto sopra tratta da Quirinale)

I famosi files

Ritornando all’intervista che ho letto con estremo interesse, caratterizzata dal prodigioso intuito del giornalista Giacomo Amadori e la risposta assertiva di Antonio Ingroia, massima attenzione hanno suscitato le risposte legate al mistero delle conversazioni tra l’allora consigliere del Quirinale Loris D’Ambrosio ed il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, da tanti soprannominato RE GIORGIO, non ovviamente per le implicazioni giudiziarie (si tratterebbe di conversazioni non penalmente rilevanti) ma per le ricadute macrosistemiche, una sorta di decodifica ENIGMA post bellica per consentire ai più di comprendere lo schema di funzionamento degli equilibri sovranazionali e non pensare che tutto accada per volontà del fato. Resto convinto che i famosi files audio delle conversazioni, che rammentiamo per richiesta e delibera di imperio sono stati legalmente distrutti, anche se il gossip attribuiva la disponibilità di una copia nella disponibilità di un ex paladino a termine dell’antimafia, caduto in disgrazia innanzi il foro di Caltanissetta.

Una democrazia compiuta non ha paura di nulla

La speranza è sempre l’ultima a morire, magari un giorno, non potendo rientrare dalla porta principale, ritroveremo “i files audio” nel web, magari da un sito estero… sulla formula entreranno in rete dall’estero… Se è accaduto per le conversazioni all’hotel Metropol di Mosca perché non potrebbe accadere per le riflessioni geopolitiche del fu Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano? Se ci consideriamo una democrazia compiuta, dovremmo avere paura di cosa, magari di conoscere come accaduto con il primo pentito della magistratura, il sostituto procuratore della Repubblica Luca Palamara, lo schema di funzionamento dei sistemi sovranazionali, inclusi i capitoli guerra SI e guerra NO? Resto sempre dell’idea che la verità reale, a differenza dell’orientabile verità processuale, assolverebbe una funzione vitale per la nostra fragile democrazia, al pari dell’olio di oliva per il nostro organismo che secondo il nutriscore sarebbe nocivo.

Berlusconi e l’asse franco-tedesco Merkel/Sarkozy

Il piatto succulento di queste intercettazioni sarebbe legato all’imbarazzo di taluni patrioti europei che contestavano la linea di Berlusconi nei confronti dell’asse franco-tedesco Merkel/Sarkozy, la stagione tellurica dello spread che ci porterà in dote il senatore a vita Mario Monti sotto la benedizione atlantica dei democratici USA. Rammentiamo la complessità del pacchetto Monti, ovverosia dai ministri alle deleghe ai sottosegretari che, a decorrere dalla fine del 2011, hanno contribuito a rendere grande l’Italia anche se, nel breve volgere di un decennio (anche a causa del COVID ), nonostante i colpi di bastone “lacrime e sangue”, ci siamo ritrovati consegnati alla legge marziale dei mercati finanziari, grazie alla quale il nostro debito pubblico è salito di ulteriori mille miliardi di €uro. In conclusione, se noi tutti siamo la pulsazione vitale della nostra democrazia rimuovere il secretum non ci renderebbe migliori e rispettosi della nostra democrazia rappresentativa?

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *