Risorgimento Socialista e Cooperativa Generazioni Future della Sicilia e della Calabria contro lo scippo di fondi a Regione siciliana e Calabria nel nome del Ponte di Messina

La verità è che il Governo nazionale – in testa il Ministro Salvini – sta imponendo a Sicilia e Calabria un’opera senza sapere se la maggioranza di siciliani e calabresi è favorevole. Sarebbe corretto prima di iniziare i lavori celebrare un referendum

Non tutti in Calabria e in Sicilia sono contenti del fatto che i soldi per l’avvio dei lavori per la costruzione, vera o presunta, del Ponte sullo Stretto di Messina verranno tirati fuori dalla Regione Calabria e dalla Regione siciliana. Ecco un esempio di dissenso con una critica al capo del Governo italiano, Giorgia Meloni, e al Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini: “Le delegazioni di Risorgimento Socialista e della Cooperativa Generazioni Future della Sicilia e della Calabria esprimono lo sdegno delle cittadine e dei cittadini per l’inammissibile atto autoritativo del governo Meloni-Salvini che ha fatto approvare in Commissione Bilancio del Senato un emendamento che sottrae alle due Regioni 1,6 miliardi di euro del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) per spostarli dalla realizzazione di progetti indispensabili per lo sviluppo infrastrutturale del Sud alla costruzione del Ponte sullo Stretto. Il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), finanziato da risorse aggiuntive provenienti dal bilancio europeo e nazionale, rappresenta, assieme ai Fondi strutturali europei, il principale strumento finanziario mediante il quale dare attuazione alle politiche per lo sviluppo e la coesione economica, sociale e territoriale, per ridurre gli squilibri esistenti tra le diverse aree del Paese, così come dettato dall’articolo 119 comma 5 della Carta costituzionale. Il governo delle destre decide di rimodulare i fondi stanziati per il ponte – un’opera tanto faraonica quanto controproducente per le prospettive di sviluppo economico e sociale delle regioni meridionali – prevedendo una riduzione di 2,3 miliardi di euro (dagli 11,6 originariamente previsti al 2023) degli oneri a carico dello Stato. Le risorse che non mette lo Stato vengono recuperate prelevandole d’autorità, fuori da ogni concertazione con le Regioni interessate, dal Fondo di sviluppo e coesione sottraendo 718 milioni dalla quota destinata alle amministrazioni centrali, 1,3 miliardi dalla quota della Sicilia e 300 milioni dalla quota della Calabria”. (sopra foto tratta da lasiciliaweb)

Gli oltre 11 miliardi di euro per il Ponte annunciati dal Governo Meloni non ci sono. Stanno scippando poco meno di 2 miliardi e mezzo al Fondo di sviluppo e coesione perché lo stesso Governo romano non sa dove trovare i soldi per cominciare i lavori

In realtà, gli 11,6 miliardi di euro per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina esistono solo sulla carta. Il Governo Meloni non ha la disponibilità di questa somma e sta avviano i lavori con i soldi che sta scippando dal Fondo di coesione e sviluppo. “Così Sicilia e Calabria – leggiamo sempre nel comunicato di Risorgimento Socialista e della Cooperativa Generazioni Future della Sicilia e della Calabria – si vedono costrette a stravolgere la programmazione dell’impiego dei fondi di coesione 2021-2027, mettendo a rischio gli interventi infrastrutturali realmente necessari come, ad esempio, le opere per la messa in sicurezza del territorio, la Palermo-Agrigento, la linea metropolitana di Catania, la statale 640 Agrigento- Caltanissetta (la “strada degli scrittori”) e addirittura gli interventi per l’autostrada Palermo-Catania. In Calabria si prospetta lo stravolgimento dei progetti per il rilancio della ferrovia ionica e per i collegamenti trasversali tra le coste ionica e tirrenica. Ne risentirà tutto il sistema calabrese di mobilità, che ha bisogno dell’ammodernamento dei mezzi e delle reti interne, ma soprattutto, si rinuncia all’alta velocità nelle aree interne, optando per il raddoppio della linea tirrenica la quale, nella gran parte del suo percorso, ha già molti punti delicati dal punto di vista del rischio idrogeologico”.

Agli amici di Risorgimento Socialista e della Cooperativa Generazioni Future della Sicilia e della Calabria: per dire No al Ponte di Messina ci vogliono grandi manifestazioni popolari e la richiesta di un referendum, sennò è tempo perso

“Per finanziare la campagna elettorale di Salvini a spese del Sud Italia – prosegue il comunicato – il Governo Meloni, che non trova i fondi per una manovra finanziaria che sostenga i lavoratori, i pensionati ed i ceti più deboli, cede al diktat leghista e, per avviare l’opera che sconvolgerà l’area dello Stretto, con intollerabile protervia continua, dopo aver sottratto ai progetti dei Comuni i finanziamenti del PNRR, a scippare risorse invece di adoperarsi per eliminare gli svantaggi derivanti da una condizione di difficoltà e di emarginazione. Risorgimento Socialista e Generazioni Future non lasceranno nulla di intentato per fermare questo scempio e chiamano le donne e gli uomini liberi della Sicilia e della Calabria alla lotta contro la deriva autoritaria che una destra avventurista e irresponsabile vuole imporre al Paese con progetti scellerati come l’autonomia differenziata ed il premierato. Come se non bastasse, gli studi sull’impatto ambientale in una zona a rischio sismico altissimo, tra i più alti nel pianeta, sono assolutamente insufficienti nel progetto ingegneristico presentato alla stampa dal Ministro Salvini. Il Club di Kyoto, Legambiente e WWF si oppongono con forza al progetto ed hanno elaborato un dossier sollecitando ‘la corretta valutazione delle alternative all’attraversamento stabile dello stretto di Messina’. La trasmissione Report del 26 Novembre scorso ha denunciato dettagliatamente i pericoli di un’infrastruttura che non ha pari nel mondo per dimensioni e complessità in un ‘area d’impareggiabile valore ambientale, ad altissimo rischio sismico, d’immensa ricchezza in biodiversità, anch’essa unica al mondo, che verrebbe devastata da quest’opera faraonica. Quella che si vuole imporre è una violenza inaudita anche sul paesaggio, protetto dall’art.9 della Costituzione per un esame complessivo delle politiche antimeridionaliste del Governo, che vedono il culmine nel progetto del ponte sullo Stretto. Risorgimento Socialista e Generazioni Future – conclude il comunicato – intendono promuovere un incontro, da concertare con i capigruppo di opposizione dell’Assemblea regionale siciliana e del Consiglio regionale della Calabria, coinvolgendo gli amministratori locali e i massimi esponenti politici dell’area politica alternativa alla destra, anche allo scopo di avviare un confronto immediato con il Governo centrale”.

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