Si è scatenata di nuovo la protesta degli agricoltori in India ed è già una ‘guerra’: il Governo ha bloccato il servizio Internet e sta bloccando la rivolta con i militari in tenuta anti-sommossa

Due anni fa scesero in piazza 250 milioni di agricoltori in un Paese di un miliardo e 400 milioni di abitanti. La scena si sta ripetendo in questi giorni. Già ci sono scontri e violenze in alcuni degli Stati federati con il Governo che sta reprimendo le proteste con manganelli e lacrimogeni

Agricoltori in rivolta anche in India (foro sopra tratta da Messaggero Veneto). Si tratta, in realtà, del proseguimento della protesta degli agricoltori che, tra alti e bassi, va avanti da due anni. In India gli agricoltori sono tanti, basti pensare che l’ultima, grande protesta ha coinvolto circa 250 milioni e forse di più di manifestanti: la più grande manifestazione di agricoltori nella storia del mondo. E questo spaventa il Governo di Narendra Modi. Con molta probabilità, gli agricoltori hanno scelto questo momento per scendere in piazza perché tra due mesi o giù di lì in India si celebreranno le elezioni politiche e gli agricoltori stanno lanciando un messaggio ‘politico’ al Primo Ministro. Che ha già risposto con la forza: ha scatenato contro i manifestanti che si dirigono verso Nuova Delhi migliaia e migliaia di militari delle forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa e ha bloccato il servizio Internet per ostacolare il coordinamento dei manifestanti. Abbiamo ricordato che le rivolte popolari molto partecipate degli agricoltori in India sono cominciate nel 2021. Due anni fa il Governo ha istituito un mercato unico nazionale deregolamentato. Di fatto, anche gli agricoltori indiani sono finiti nelle mani dei grandi distributori e delle multinazionali. Il risultato è che non possono più vivere, perché con i loro redditi non riescono più a mettere d’accordo il pranzo con la cena.

Anche in India c’è un attacco ai redditi degli agricoltori ridotti alla fame da commercianti e multinazionali

La storia è sempre la stessa: l’attacco ai redditi degli agricoltori, che vengono vessati dai commercianti che pagano agli agricoltori i prodotti a prezzi ridicoli e dalle multinazionali che producono sementi e fertilizzanti che ‘pelano’ gli stessi agricoltori. Gli agricoltori indiani si battono per ottenere un prezzo minimo per ogni prodotto agricolo. Ma questo farebbe ridurre i guadagni dei commercianti. Il Primo Ministro Modi ha provato a mediare ma le soluzioni che ha prospettato sono considerate irricevibili dagli agricoltori. Un altro elemento considerato importante sono i costi dei trasporti dei prodotti, che sono diventati proibitivi. Un altro problema ancora è quello dei debiti. E’ un tema che venne sollevato nel 2011 anche in Sicilia dai Forconi, e che ancora non è stato affrontato dagli agricoltori che protestano in Italia e in Sicilia. Il Governo di Modi ha promesso di azzerare i debiti degli agricoltori indiani, che si sono indebitati a causa della rapacità dei commercianti e delle multinazionali. Ma a quanto pare, per problemi di bilancio, il Governo Modi si è rimangiato le promesse fatte agli agricoltori che hanno deciso di scendere in piazza.

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