Ufficio parlamentare del Bilancio: l’Italia ha speso appena il 7,4% dei fondi Pnrr. Soldi della Cassa depositi e prestiti. Ha ragione Lomonte: i fondi del Pnrr sono una presa in giro

Secondo voi quanto durerà ancora questa farsa ‘europeista’?

“La conferma alle analisi di Siciliani Liberi arriva stavolta direttamente dalla Camera dei Deputati. A comunicare il dato è infatti l’Ufficio parlamentare del Bilancio: l’Italia nel 2023 ha speso solo 2,5 miliardi di fondi del Pnrr, pari al 7,4% di quanto previsto. Ma c’è di più – ed ancora una volta è solo Siciliani Liberi a svelarlo – anche questa modesta cifra non origina da fondi Pnrr. Ma è stata anticipata da Comuni, Province, ed Università dai propri bilanci. Spesso ricorrendo a prestiti dalla Cassa depositi e prestiti. Si è verificato quindi quanto anticipato e comunicato a più riprese dall’unica forza politica al fianco dei siciliani e amica pure degli altri italiani: i fondi Pnrr non esistono. E gli amministratori che hanno pensato di usarli facendoseli prestare o sottraendoli al bilancio dei loro Enti ne hanno messo a rischio la continuità operativa”. Lo scrive il Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, che giustamente porta le prove di quanto scrive da mesi: e cioè che i fondi europei del Pnrr non ci sono.

I documenti ufficiali dell’Ufficio parlamentare del Bilancio di Montecitorio e i dati diffusi da Openpolis

Scrive sempre Lomonte (foto sopra): “Nel dettaglio, il documento realizzato (https://www.upbilancio.it/…/12/Memoria-UPB-sul-PNRR.pdf) dall’ufficio parlamentare di bilancio (https://www.openpolis.it/…/cose-lupb-ufficio…/) con i dati aggiornati a Novembre 2023 conferma che i soldi del Pnrr non esistono. Ad esempio, il documento della Camera rivela che in Sicilia, a fronte di progetti per 17,44 miliardi di euro, sono stati aggiudicati lavori per 591 milioni, il 3,4%”. Il Segretario politico cita uno scritto di Openpolis, una fondazione indipendente e senza scopo di lucro che promuove progetti per l’accesso alle informazioni pubbliche, la trasparenza e la partecipazione democratica: “Da mesi segnaliamo l’assenza di informazioni chiare e precise sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati con il Pnrr”. Aggiunge Lomonte: “Dal primo giorno della campagna elettorale per le Elezioni regionali in Sicilia inopinatamente svoltasi ad Agosto e Settembre 2022, Siciliani Liberi spiega come il Pnrr sia una vera e propria truffa politica. Un inganno reso ormai evidente a tutti dalla totale inesistenza del denaro necessario a finanziarlo. Esattamente come il Tesoro italiano, la Ue non ha i soldi necessari a finanziarlo. Le prime due rate sono servite a pagare stipendi e pensioni. Le altre non sono mai arrivate né arriveranno. Ecco perché non è possibile avviare le gare e dare il via ai lavori. Nulla c’entrano la ‘burocrazia’ o la ‘mancanza di risorse umane qualificate’. Gli amministratori locali che, fidandosi dello Stato, hanno anticipato dal bilancio ordinario i soldi per qualche gara o assunzione sono come i proprietari degli immobili e gli imprenditori edili che hanno fatto partire i lavori col bonus edilizio del 110% per ritrovarsi con i cantieri abbandonati e indebitati col Fisco per l’importo dei lavori. Che la conferma arrivi dall’Ufficio parlamentare del bilancio non fa che confermare la serietà della proposta e dell’analisi politica di Siciliani Liberi”.

Intanto il Governo Meloni ha ‘congelato’ oltre 18 miliardi di euro di fondi del Pnrr: ennesima prova che questi soldi no esistono. O meglio, che, con molta probabilità, sono finiti nel pozzo senza fondo della guerra in Ucraina

A rafforzare quanto scrive Ciro Lomonte è una notizia di queste ore: il Governo di Giorgia Meloni ha ‘congelato’ circa 18 miliardi e mezzo di fondi del Pnrr per ‘riprogrammarli’. Si sta verificando quanto Lomonte scrive da mesi: e cioè che ci sono Comuni che hanno celebrato le gare, altri Comuni che hanno consegnato i lavori alle imprese, altri Comuni dove i lavori sono già cominciati: ebbene, tutte questa amministrazioni pubbliche sono state lasciate senza soldi. Non c’è nemmeno bisogno di aggiungere che le impese che hanno vinto le gare di appalto e le imprese che hanno iniziato i lavori si rivolgeranno alla Giustizia per chiedere i risarcimenti. L’aspetto tragicomico è che questi vengono presentati, come già accennato, come una ‘riprogrammazione’, come se fosse una cosa normale, in un Paese civile, celebrare le gare di appalto e poi dire ai titolari delle imprese che hanno vinto le gare: “Ok, voi avete vinto la gara ma noi dobbiamo ‘riprogrammare’ la spesa dei fondi questi ci riprendiamo i soldi di quest’opera e voi arrangiatevi…”. Per non parlare delle imprese che hanno cominciato i lavori con fondi anticipati dalla Cassa depositi e prestiti: “Arrangiatevi pure voi…”. Assurdo, vero? Sembra una commedia di Eugène Ionesco: ma è quello che sta succedendo in Italia, dobbiamo ammettere con attori bravi: come gli amministratori pubblici che, sapendo benissimo come stanno le cose – e cioè che i fondi del Pnrr non esistono – se la prendono con questo o quel Ministro accusandoli di ‘ritardi’ e bla bla bla. Ma il massimo delle ‘teatralità’ politica arriva da Palazzo Chigi, la sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dove si convocano riunioni per verificare ‘lo stato della spesa dei fondi del Pnrr’. Ovviamente, del fatto che l’Unione europea stia utilizzando – o forse abbia già finito di utilizzare – i fondi del Pnrr per foraggiare la guerra in Ucraina e per sostenere i milioni di profughi ucraini arrivati in Europa in fuga dal loro Paese dove i militari russi hanno praticamente vinto la guerra non si parla. L’informazione corretta prima di tutto…

Foto di Montecitorio tratta da Wikipedia

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