27 Dicembre San Giovanni evangelista ovvero il discepolo di “grazia e verità” ma anche dell’impenetrabile mistero

di Frate Domenico Spatola

27 Dicembre 2023: San Giovanni apostolo ed evangelista

Mi è caro Giovanni per il suo Vangelo. Penso lo sia a quanti ne apprezzano le intuizioni. Da brividi. Sono infatti spinte sulle soglie dell’impenetrabile mistero. Vide e raccontò. Sta al discepolo in ascolto coglierne sfumature, perle di iridescenze divine. Non meriterò abbastanza il suo Vangelo, inarrivabile. Non scorgo il limite, ne intuisco il traguardo. Ha parlato della “Gloria”, presenza del Padre, nel Figlio. Sue tematiche: grazia e verità. Del “Logos” progetto eterno di Dio ci ha svelato il “farsi carne per attendarsi tra gli uomini”. Libro dei segni è sintetizzato nella prima parte, fino al capitolo 12, dove si invera la “svolta” attesa: anche ellenisti e pagani vogliono entrare nella sua cerchia. L’evento attuò “l’ora della Gloria”, quando “esaltato in Croce, avrebbe manifestato il vero volto del Padre, attirando tutti a sé”. Ma fu nella “Cena”, ultima a rimanere “memoriale” di sempre attualità. Gesù manifestò la “kenosis”, in infimo abbassamento da lavare i piedi ai discepoli, nello sconcerto generale e nella protesta di Pietro. Dettò a modello di amore che si fa servizio. Era il suo comandamento. Nuovo perché sconosciuto fino a quel momento e riconosciuto migliore: “Amatevi come io vi ho amato”. Parlò, con forte analogia, della “vite e dei tralci”, per la osmotica integrazione tra loro. Esplicitò sue divine prerogative: “Io sono: Via, Verità e Vita”, svelando agli stupìti discepoli curiosi di vedere il Padre: “Chi vede me, vede il Padre: siamo Uno”. Speculare dunque a Dio, e Dio egli stesso, Gesù ne rifletterà la Gloria sulla Croce, da dove consegnerà lo Spirito, sua eredità perenne alla Chiesa. La sposa, promessa a Cana e in Samaria, ma inanellata sulla Croce. Ma anche la Madre ha lasciato a ruolo di maternità universale. Tutto “compiuto per consegnare lo Spirito”. Venuto come “vita che illumina ogni uomo”, nella Pasqua fece risplendere i credenti di sua stessa divinità. Tommaso lo adorò con la più completa professione di fede: “Signore mio, e mio Dio”, e Giovanni “il discepolo che Gesù amava” posando il capo sul petto di Gesù, ne auscultò tutto l’Amore che prova a trasmetterci con il suo Scritto.

Foto tratta da Famiglia Cristiana

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