INCHIESTA/ Lo sfascio economico e sociale di Palermo. Un post di Ciro Lomonte (Siciliani Liberi) ci consente di puntare i riflettori su una città allo sbando da dove chi può scappa via nauseato

La radice di tutto il disastro è l’Unione europea dell’euro voluta e ancora oggi controllata dai soliti tedeschi che, come 90 anni fa, fanno quello che vogliono

La televisione racconta le mirabolanti minchiate dell’aumento della disoccupazione, dell’economia che cresce e bla bla bla. La realtà ci dice invece che mentre l’Unione europea spende una barca di soldi per foraggiare la guerra in Ucraina, i cittadini italiani a reddito fisso vengono tartassati da un aumento delle imposte che in parte non possono evadere perché vengono trattenute direttamente dagli stipendi (le famigerate ‘addizionali’) e da una una sempre più appariscente carenza di servizi, a cominciare dalla sanità. Quanto alle imprese, già tartassate dal Fisco, ci pensa il costo dell’energia, che in Italia è tra i più alti d’Europa, a rendergli la vita ancora più difficile. In questo scenario si staglia la crisi finanziaria degli enti locali, quasi ignorata dall’informazione ufficiale, che ha l’ordine di non raccontare la verità: e la verità è che soprattutto i Comuni sono in grande difficoltà a causa dell’Unione europea dell’euro e della relativa truffa dell’euro che è stata ‘pilotata’ con gli ascari che hanno svenduto l’Italia alla stessa Ue. Per non parlare dei politici-pagliacci che lamentano le retribuzioni più basse d’Europa, dimenticando che sono il frutto delle politiche di austerità imposte dalla stessa Unione europea. Una ‘presunta’ Europa unita che allarga i cordoni della borsa solo se lo dice la solita Germania che, come novant’anni fa o giù di lì, ha fatto dell’Europa quello che ha voluto. Una Germania che, oggi, ripropone, sempre come novant’anni fa, armi e guerre come nel ‘Secolo breve’.

Un tempo i Comuni risolvevano i problemi dei cittadini, oggi creano problemi agli stessi cittadini. La dimostrazione matematica che in un’Italia prigioniera dell’Unione europea andare a votare è un errore

Un esempio di città in grande affanno finanziario è Palermo. Sul capoluogo della nostra Isola si sofferma Ciro Lomonte, esponente di Siciliani Liberi, che in un post scrive che il Comune di Palermo è oggi in “sostanziale insolvenza”, con un’amministrazione comunale che non sa fare altro che aumentare “tariffe e tasse”. Una situazione che, secondo Lomonte, l’attuale Sindaco Roberto Lagalla ha ereditato dalla “co-gestione Miccichè/Orlando”. Il riferimento è a Gianfranco Miccichè, già leader di Forza Italia in Sicilia, che oggi si ritrova alleato dello stesso Lagalla in una sorta di ‘Zibaldone’ politico messo su dall’immarcescibile Raffaele Lombardo. Il secondo è l’ex Sindaco del capoluogo siciliano, Leouca Orlando, un ex democristiano pentito che oggi milita sotto le bandiere dei Verdi. Per la cronaca, gli ambientalisti europei hanno prodotto danni economici enormi con la follia del Green Deal. Lomonte descrive un Comune di Palermo “in profonda crisi finanziaria”, con l’amministrazione Lagalla che “si è rifiutata a più riprese di dichiarare il dissesto”. In realtà, sono tanti i Comuni siciliani senza soldi. E infatti molti Comuni della nostra Isola, più che fornire servizi ai cittadini, cercano di scippare denaro ai cittadini con balzelli di tutti i tipi: tasse e imposte comunali, Ztl, autovelox. Un tempo i Comuni risolvevano i problemi dei cittadini, oggi creano problemi agli stessi cittadini. Ci sono strade extra urbane che sono diventate vere e proprie trappole per gli automobilisti, con gli autovelox che appioppano multe a ritmo continuo. Multe che ormai tanti cittadini siciliani non pagano più perché non hanno soldi. Rimangono fregati quelli che ancora credono che l’Italia sia un Paese normale e quelli che possono essere perseguiti dall’Agenzia delle Entrate. Ma a Palermo, così come diminuisce ogni anno il numero dei cittadini che lasciano disfiziati una città che affonda, diminuisce anche il numero dei cittadini in grado di pagare i sempre più esosi e numerosi balzelli che il Comune di Palermo inventa e aumenta un giorno sì e l’altro pure. La dimostrazione matematica che in un’Italia prigioniera dell’Unione europea andare a votare anche nei Comuni è un errore.

Quando lo capiranno i cittadini siciliani che è arrivato il momento di mandare a quel paese politica, politici, Comuni, Regioni, Stato, Camera, Senato e Parlamento europeo?

Lomonte si sofferma sul pre-dissesto dei Comuni, “uno stratagemma giuridico- scrive – inventato dai tecnici dell’ex PCI”. Con il pre-dissesto, di fatto è così, i Sindaci continuano a governare “buona parte delle città meridionali” cercando di ‘spremere’ i cittadini. Ed evitano la dichiarazione di dissesto. Ne fanno le spese i cittadini che ancora possono pagare e che si ostinano a non mandare a quel paese politica, politici, Comuni, Regioni, Stato, Camera, Senato e Parlamento europeo. Come si usa dire in Sicilia, a fuga è briogna ma è sarvamentu i vita! Ormai, anche nei Comuni vanno a votare tre, al massimo quattro cittadini su dieci, con riferimento agli aventi diritto al voto. E purtroppo sono ancora troppi. I cittadini che non si recano più alle urne hanno ragione, soprattutto in Sicilia, dove permane una politica coloniale fatta di partiti politici nazionali che lavorano scientificamente contro la Sicilia e contro i cittadini siciliani. Un esempio di trattamento coloniale dei cittadini è rappresentato dal citato aumento delle addizionali IREF. Sapendo che la maggioranza dei cittadini non paga più tasse, imposte e balzelli vari, gli amministratori comunali ‘infilano’ direttamente le mani nelle tasche dei cittadini a reddito fisso, aumentando le addizionali, arraffando i soldi dalle retribuzioni. Per non parlare del canone RAI, che tanti cittadini sono costretti a pagare solo perché è stato inserito nella bolletta della luce. Una vergogna infinita.

Ti servono i soldi? ‘Infila’ le mani nelle tasche dei cittadini a reddito fisso aumentando l’addizionale IRPEF

Scrive ancora Lomonte a proposito dell’addizionale IRPEF: “Vediamo la situazione a Palermo, dove ovviamente la popolazione residente continua a crollare. La coalizione politica solo apparentemente di centrodestra nel 2024 vara il nuovo aumento delle aliquote IRPEF che già a Palermo e in soli altri 4 Comuni italiani supera lo 0,8%. A Palermo per lavoratori e pensionati viene sottratta dai lordi di stipendio e pensioni non più lo 0,9% ogni mese, ma l’1,002%. Significa che il Comune incasserà alla fonte senza fare nulla oltre 63 milioni di euro (https://livesicilia.it/irpef-a-palermo-scatta-laumento…/)”. Ovviamente, tanti cittadini non lo sanno. “Basta? Naturalmente non basta, a fronte di casse sempre più vuote – scrive sempre Lomonte -. E così Roma ordina: nuovo aumento addizionale IRPEF già nel 2025. Si passa subito all’aliquota dell’1,014%. Naturalmente retroattivi (https://livesicilia.it/palermo-lo-stato-chiede-di…/). Ancora maggiori gli aumenti dell’aliquota già previsti per i prossimi anni. Ma ormai si naviga a vista: se Roma nota che mancano soldi a quanto previsto, scatta immediatamente l’aumento deciso da Roma. Che di fatto ha commissariato il Comune tramite una “commissione per la finanza degli enti locali”.

La follia del Tram di Palermo avallata da un’Unione europea che ha speso 320 milioni di euro a prezzi 2013 per 15 Km di linee senza gallerie! Tutto normale se ci sono gli amici…

C’è anche il trasporto pubblico delle persone, che a Palermo è uno scandalo senza fine. Di scena l’AMAT, l’Azienda del trasporto pubblico delle persone, società per azioni controllata dal Comune di Palermo (della serie, privatizzazioni delle minchie che volano, chiamate con l’inglesismo società in house). “A Gennaio 2025 – scrive Lomonte – AMAT comunica al Comune proprietario dell’Azienda di trasporto pubblico locale che ha bisogno di un aumento del prezzo del biglietto di oltre il 14%, da 1,4 a 1,6 euro. “Altrimenti”, dice il presidente, “non teniamo” (ovvero, falliamo: https://palermo.gds.it/…/palermo-amat-biglietto-del…/). L’amministrazione sa che è una misura odiosa e concede un aumento di oltre il 7%: da 1,4 a 1,5 euro. Naturalmente i 12 milioni di euro che AMAT e Comune ritenevano di incassare nel 2024 per il calo dei passeggeri durante le chiusure del 2022 non sono mai stati pagati, nonostante l’assessore alle Società comunali dichiarasse lo scorso Settembre che le perdite per oltre 20 milioni di AMAT relative al 2022 facessero parte di un accantonamento di 12 milioni di euro, su cui AMAT ha la ragionevole aspettativa di incassare il suo credito, entro il 2024″. Va precisato che non è un problema dell’AMAT ma della fallimentare e massonica Unione europea che, come già ricordato, ha massacrato e continua a massacrare l’Italia e che, nel caso del Comune di Palermo, poco più di dieci anni fa, ha avallato la realizzazione di 15 Km di Tram che servono meno dell’1% della popolazione cittadina. Un’opera inutile che è costata alla stessa Unione europea 320 milioni di euro a prezzi 2013. Un Tram che ogni anno costa al Comune di Palermo una barca di soldi. Quanto? Se andate sulla rete non troverete dati ufficiali: li nascondono. In un nostro articolo di nove anni fa – era il 2016 – si parlava di un costo di manutenzione di un milione e mezzo di euro ogni due mesi (qui il nostro articolo). Volete sapere perché la follia dei 15 Km di Tram non viene fermata? Perché i politici cittadini aspettano di gestire gli appalti di nuove linee di Tram: altra follia totale! Ma aspetteranno chissà quanto tempo, perché con la guerra in Ucraina, che proseguirà, dopo la rottura fra Trump e Putin (qui un articolo) fino alla vittoria della Russia sul campo. Morale: i soldi delle nuove linee del Tram di Palermo andranno in Ucraina, fra proseguimento della guerra e poi ‘ricostruzione’ della stessa Ucraina.

Ti servono soldi? Non c’è problema: aumenta la TARI…

E che dire della TARI, la Tassa sull’immondizia che ha Palemo viene raccolta a fatica, lasciando interi quartieri della città nella sporcizia assoluta? “In ognuno dei quasi tre anni dal suo insediamento – scrive Lomonte – l’amministrazione Lagalla ha aumentato il costo della tassa sulla raccolta dei rifiuti, la TARI. Che a Palermo oltre metà delle famiglie e aziende tassate non paga. L’importo complessivo dovuto ha ormai raggiunto la mostruosa cifra di 136 milioni. L’aumento per il 2025 è tutto per le famiglie: esentati dagli aumenti hotel e aziende (https://palermo.repubblica.it/…/tari_piu_cara_a…/…). L’amministrazione sembra non capire che in una città povera e senza lavoro, non ha alcun senso attendersi che le famiglie che già evadono l’imposta in massa possano pagare l’imposta comunale con cui nel 2011-2012 il Governo Monti trasferì ai Comuni l’intera copertura del costo della raccolta dei rifiuti. Su questa enorme voce della spesa pubblica si basava buona parte del consenso della co-gestione Orlando/Miccichè. La buona gestione di Rap ad opera del nuovo presidente da lui nominato è forse il risultato più importante dell’amministrazione Lagalla. Ma a fronte di un servizio nettamente migliorato, il costo è da tempo divenuto insostenibile economicamente e socialmente”. Lomonte ha ragione: ci sono cittadini di Palermo che, pur potendo pagare la TARI, hanno deciso di non pagarla più. In città corre voce che entro l’anno in corso, soprattutto se la guerra in Ucraina proseguirà, l’Italia dovrà tirare i remi in barca, anche perché la Germania potrebbe chiamarsi fuori dalla ruffa dell’euro che non gli serve più per esportare i propri beni, auto in testa. Con il caos in arrivo meglio mandare a quel paese tutti e tutto.

La contabilità pubblica? Vattelappesca!

“In queste condizioni – scrive ancora Lomonte – il Comune naturalmente non è in grado di approvare nemmeno bilancio di previsione per il 2025, quando siamo ormai a Maggio. A nulla serve che la Regione lo abbia commissariato al fine di approvare in via forzosa ad opera del commissario regionale il bilancio di previsione (https://www.palermotoday.it/…/nomina-commissari…)”. Questa è un’altra minchiata all’italiana: Governo romano e Regioni sanno benissimo che i Comuni sono senza soldi ma ‘commissariano’ gli stessi Comuni per fargli approvare bilanci privi di copertura finanziaria, tanto ormai sanno che il controllo sulla contabilità pubblica è saltato e i ‘controllori’ si occupano, al massimo, di regolare conti politici: ne sa qualcosacerti governanti chiamati a rispondere di ‘buchi’ di bilancio provocati da precedenti gestioni. “Il Comune di Palermo – scrive puntuto Lomonte – non ha che una frazione, ogni anno più piccola, del denaro necessario a pagare spese che non riesce più a sostenere nonostante i tagli draconiani alla spesa con oltre 200 dipendenti che ogni anno lasciano il Comune o le sue Aziende per raggiunti limiti di età senza praticamente che vengano sostituiti da nuovi assunti in misura inferiore al 20% di chi è andato in pensione”.

Cittadini in fuga da Palermo

Il discorso va sul già sottolineato calo della popolazione cittadina: “”Nonostante lo sviluppo impetuoso del turismo – precisa sempre l’esponente di Siciliani Liberi – i residenti da Palermo fuggono: il continuo aumento delle tasse che colpisce tutti la rende una città dove non è conveninente vivere o lavorare. I dati ISTAT da poco pubblicati sono drammatici: risiedevano a Palermo l’1 Gennaio scorso (2025) solo 625.956 persone. Appena due anni fa, l’1 Gennaio 2023, erano 632.499. Cioè in 24 mesi, Palermo ha perso 6543 residenti. Una media di 273 persone al mese lasciano Palermo per sempre (https://esploradati.istat.it/databrowser/…). Per il Comune e le Aziende partecipate il crollo della popolazione significa crollo della popolazione ‘imponibile’ su cui sono, appunto, imposte tasse e tariffe. Di qui, anche la necessità di aumentare continuamente tasse e tariffe di ogni tipo. Naturalmente, a lasciare Palermo sono le persone ancora in età lavorativa che cercano fuori dalla capitale della Sicilia opportunità di lavoro retribuito di più e meglio oltre che tasse locali e tariffe radicalmente più basse di quelle imposte dal Comune ‘in pre-dissesto’. Per queste ragioni, Siciliani Liberi aveva chiesto e torna a farlo che il Comune di Palermo dichiari il dissesto finanziario. E che i Sindaci dei Comuni siciliani tutti di fatto al collasso finanziario si presentino a Roma consegnando “le chiavi” dell’amministrazione a Roma: pensi Roma tramite i suoi Ministeri a gestire i Comuni siciliani di cui i Sindaci sono oggi solo dei curatori fallimentari addetti al recupero crediti”.

Gli eterni lavori pubblici di Palermo che hanno penalizzato interi quartieri e migliaia di cittadini. Quanto sono costati? E quanto costeranno ammesso che li completeranno?

Aggiungiamo a completamento della descrizione dello sfascio totale di Palermo i cantieri infiniti. Un esempio macroscopico è rappresentato dal disastro che c’è a due passi dal Palazzo Reale di Palermo, sede del Parlamento della nostra Isola. Lì quindici, forse venti anni fa, gli ‘scavatori’ hanno trovato l’acqua. Non è, come dire?, una ritrovamento inatteso, dal momento che da quelle parti passano due fiumi interrati, il Kemonia e il Papireto. Da allora non si capisce quando finiranno i lavori. Soni lì, modello Godot ‘appaltifero’. E che dire della cervellotica chiusura a metà dell’anello ferroviario? A quanto pare, presto il Consoiglio comunale di Palermo istituirà una commissione d’inchiesta per capire quanto è costata fino ad oggi quest’opera che, tra le tante trovate geniali, ha terremotato anche Piazza Politeama. Vogliamo parlare del Passante ferroviario? Quando verrà completato? I cittadini che sono stati danneggiati da questa infrastruttura perdendo le proprie abitazioni sono stati risarciti? Parliamo dei lavori in corso in Piazza Noce? O dei lavori in corso in Piazza Principe di Camporeale? O dei lavori in corso tra la fine di Piazza Principe di Camporeale e l’inizio di Corso Camillo Finocchiaro Aprile? O degli eterni lavori dentro l’area portulale della città? Anche in questi casi qualcuno si sta occupando dei controlli sulla contabilità? Quanto stanno costando queste opere senza tempo? E poi vanno a rompere i cabbasisi ai piccoli commercianti che “evadono il Fisco”, facendo finta di non sapere che tutto il contante presente in Italia equivale al 7% di tutta la moneta circolante. Buffoni!

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