Lo stupro della tredicenne di Catania: possibile che la televisione, in qualche caso, abbia omesso di dire che gli stupratori sono egiziani per paura di passare per razzisti?

Noi non guardiamo la televisione, a parte i film la sera: ma non crediamo che si possa arrivare a tanto

Va sulla rete un dibattito, in verità un po’ surreale, sullo stupro della tredicenne a Catania. Noi non ci occupiamo quasi mai di cronaca nera ma in questo caso facciamo un’eccezione non tanto per raccontare il fatto in sé, che è già noto a tutti, quanto per commentare quello che leggiamo qua e là. Lo facciamo partendo da una condizione di svantaggio, se è vero che seguiamo la televisione solo per i film. Se sulla rete finiscono parti di programmi televisivi di approfondimento interessanti proviamo a seguirli. Lo stesso discorso vale per per alcuni servizi dei Tg. Abbiamo seguito, ad esempio, qualche servizio di Report sulla pandemia e sul grano: notevole il primo, deludente il secondo. Da qualche tempo evitiamo anche Report, perché ci siamo accorti che affronta sempre temi che accendono i riflettori sulla parte politica di centrodestra, non certo per celebrarlo, mentre nel centrosinistra va sempre tutto bene. Non è una questione di preferenza per l’una o per l’altra parte politica ma di principio. Almeno per quanto ci riguarda, faremo a meno di Report. Ci interessa, invece, il dibattito su questo stupro: a quanto leggiamo, da parte di alcuni mezzi di informazione, per lo più televisiva, ci sarebbe una certa reticenza ad raccontare che i ragazzi che hanno stuprato la tredicenne sono egiziani. Da quello che leggiamo qua e là, dire, soprattutto in televisione, che gli stupratori sono ragazzi egiziani potrebbe dare luogo ad accuse di razzismo: razzista, in pratica, sarebbe chi in televisione racconta la realtà dei fatti. A noi sembrano ragionamenti fuori dalla realtà.

Una vicenda simile è accaduta nei mesi scorsi a Palermo e non c’è stata alcuna reticenza sulla nazionalità dei protagonisti di questa triste vicenda

A noi questo dibattito, ribadiamo, sembra surreale. Anche perché un fatto simile è accaduto nei mesi scorsi a Palermo e di questa vicenda si è parlato e se ne continua a parlare in tutte le salse. Attenzione: noi – lo ribadiamo – partiamo da uno svantaggio: in televisione seguiamo solo i film di sera, in compagnia di terribili pubblicità, quindi non abbiamo sotto gli occhi gli elementi che hanno altri osservatori più attenti di noi, che seguono i telegiornali. Ora, magari saremo antichi ma, da giornalisti di lunga data, non possiamo credere che ci siano stati telegiornali che, dando la notizia dello stupro della tredicenne di Catania, non abbiano informato i telespettatori sulla nazionalità degli stupratori. Non ci crediamo, non possiamo crederci. Sarebbe come quel famoso giornalista di un altrettanto famoso giornale che, durante la crisi della Grecia con i cittadini di questo Paese ‘alleggeriti’ dalle banche tedesche, pur di non mettere in cattiva luce la sua amata Unione europea, nascondeva la notizia che c’erano stati bambini greci morti a causa della crisi economica greca provocata dalla ‘Grande’ Europa unita (o quasi).

Questa storia ci stimola a porci e porre qualche interrogativo

Piuttosto, visto che siamo in tema ci interroghiamo sul fatto che la maggioranza dei migranti che arriva in Italia – la grande maggioranza, per essere precisi – è composta da maschi giovani. Ci siamo sempre chiesti: ma tanti maschi, alla fine, cosa fanno? Ci pensano alle donne? Il sesso come lo vivono? Il discorso vale per i trentenni e i quarantenni, ma vale anche per i migranti minorenni. Qualcuno magari storcerà il naso, perché ‘sti discorsi potrebbero sembrargli inopportuni. Invece a nostro modesto avviso sono molto opportuni. Anche perché i migranti vivono in Italia, chi solo per un po’ prima di prendere la via del Nord Europa, chi per più tempo. A che serve, infatti, infilare la testa sotto la sabbia facendo finta che la questione non esista? Non abbiamo contezza di questo mondo. E non ne ha contezza nemmeno la rete, perché se fosse venuta fuori qualcosa la stessa rete ne avrebbe parlato. Invece regna il silenzio. Argomento tabù.

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