Oggi non avendo più l’inconveniente dei re per ‘diritto divino’ l’eguaglianza delle persone si misura non tanto in base alla nobiltà del ‘sangue’ ma dalla loro ricchezza 

di Nota Diplomatica

Libertà, uguaglianza, fraternità dalla Rivoluzione francese ai nostri giorni

La crisi dell’égalité – Il ‘grido di battaglia’ della Rivoluzione francese – Liberté, Egalité, Fraternité – è forse l’espressione più concisa ed efficace di un progetto politico che la storia conosca. Il motto fu coniato dai francesi nella lotta per liberarsi da una monarchia oppressiva. Anche se si discute ancora su chi abbia pronunciato per primo la frase, di solito viene attribuita a Maximilien de Robespierre, un sostenitore del suffragio per tutti i maschi adulti e della fine della schiavitù. I tre termini dello slogan dei rivoluzionari non hanno lo stesso peso. Fraternité, per esempio, è una sorta di generico augurio di buona volontà reciproca. Poi, siamo tutti per la Liberté, ma di chi e a favore di chi? Comunque sia, la parola che conta maggiormente, la più concreta, è Egalité, il termine che più corrisponde alla questione che è sempre alla base della politica: chi possiede che cosa? È l’elemento su cui si regge l’effettiva esecuzione degli altri due diritti. Secondo il Larousse, égalité viene dal latino (aequalitas, –atis) e indica la “qualité de ce qui est égaléquivalence…”, dell’equità, dell’essere uguali insomma.

L’attuale Governo dei ricchi in America

Oggigiorno, non avendo più l’inconveniente dei re per ‘diritto divino’, tendiamo a misurare l’eguaglianza delle persone non tanto in base alla nobiltà del ‘sangue’, ma dai loro averi, la loro ricchezza.  In questi termini la sperequazione tra chi ‘ha’ e chi ‘non ha’ diventa parecchio imbarazzante se non è più Dio a garantire… Uno dei problemi della democrazia – un’istituzione ‘sacra’ e in teoria ‘intoccabile’ – è che, più o meno per definizione, ci sono molti più poveri che ricchi. A prendere la nostra ‘fede democratica’ sul serio, non dovrebbero essere dunque i poveri a governare? L’esperimento è stato infatti tentato molte volte e, tra espropri e ampi versamenti di sangue, tendenzialmente genera una nuova e ristretta classe di ‘ex-poveri’, ora divenuti ricchi. Nelle circostanze, possiamo ancora permetterci il ‘lusso’ dell’égalité? I ‘ricchi ancora più ricchi’ di oggi hanno una crescente difficoltà a nascondersi dietro le mura delle loro ville e – contrariamente alla sana pratica di una volta – cominciano ad uscire sempre più allo scoperto, come nel caso dello straordinario ‘governo dei miliardari’ di Donald Trump. A partire dalla partecipazione di Elon Musk, con un patrimonio personale di 430,9 miliardi di dollari, almeno una dozzina di altri miliardari sono entrati nel nuovo governo Usa. Il fenomeno è più avanti negli Stati Uniti, ma la stagione secolare dell’ipotetica uguaglianza pare volgere alla fine in buona parte dell’Occidente. Cosa ne prenderà il posto?

Foto tratta da Avvenire

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