Non esistono i soldi di Pnrr, Fesr, Fsc e Poc. Regione e Comuni siciliani alla canna del gas. Dissalatori, termovalorizzatori, Tram di Palermo? Balle. Parola di Ciro Lomonte

Non ci sono più soldi non soltanto in Sicilia ma in tutta l’Italia

Ieri, ascoltando un notiziario economico, abbiamo appreso che il Governo nazionale, con il suo Ministro dell’Economia, il leghista Giancalo Giorgetti, avrebbe addiritura messo da parte un ‘tesoretto’ di 4 miliardi di euro, forse 4 miliardo e mezzo, di soldi non spesi. Chi in Italia non ha ancora portato il proprio cervello all’ammasso si chiederà come mai un Paese con l’economia alla deriva come l’Italia, che sta dilapidando i fondi INPS per tenere in piedi quello che resta dell’economia, può aver ‘risparmiato’ 4 miliardi di euro o giù di lì. La risposta è semplice: l’Unione europea, che sta precipitando insieme con la criminale globalizzazione economica, è ancora nelle mani della Germania che sta finendo di ‘spolpare’ quel poco che è rimasto. E’ sempre la Germania che decide chi debba andare a ricoprire, in Italia, i ruoli apicali in materia economica. Questo spiega perché l’Italia, oltre ad essere in ‘Avanzo primario’ da quando esiste l’Unione europea (ciò significa che spende meno di quello che raccoglie con tasse, imposte e balzelli vari), oltre a dover pagare oltre 100 miliardi di euro all’anno di interessi su un debito pubblico truffaldino, oltre a dover pagare i costi esorbitanti dell’appoggio all’Ucraina nella guerra contro la Russia si può permettere il ‘lusso’ di ‘risparmiare’ 4 miliardi e rotti di euro.

Dove sono finiti questi soldi? In massima parte nella guerra in Ucraina e in minima parte per il pagamento degli interessi sul debito pubblico

Fosse solo questo sarebbe nulla. Mentre la televisione – che quando la elimineranno sarà sempre troppo tardi – stordisce i cittadini con calcio, tennis e via continuando con la ‘droga sociale’, è sparita buona parte dei fondi Pnrr ed è sparito anche il Fondo di sviluppo e coesione. Sono cose che Ciro Lomonte, esponente del Movimento Indipendentista Siciliani Liberi, denuncia da oltre due anni. In verità, qualche giornale, più che altro locale, ha denunciato i lavori pubblici mai partiti o lasciati a metà in mezza Italia. Adesso, bontà loro, se ne sono accorti anche altri giornali nazionali. Con oltre due anni di ritardo, certo. Ma è già un segnale. Che forse nasce dalla volontà di creare problemi all’attuale Governo di centrodestra, non certo per cambiare le cose. Come con la guerra in Ucraina, no? Riuscite a immaginare il PD che si schiera contro la guerra in Ucraina e, soprattutto, per fermare il riarmo voluto dall’Unione europea globalista? E come potrebbe farlo, se il Partito Democratico italiano è espressione piena dell’Unione europea ultra-liberista e globalista? Domane che chiamano un’altra domanda: dove sono finiti questi soldi? Risposta: in massima parte nella guerra in Ucraina e in minima parte per il pagamento degli interessi sul debito pubblico, che in Italia supera ormai i 100 miliardi di euro all’anno. Il resto sono solo bugie raccontate soprattutto dalla televisione.

Il Fondo di sviluppo e coesione su cui la politica siciliana fa conto per sopravvivere è una grande presa per i fondelli: i soldi non ci sono mai stati, sono solo chiacchiere

Ma andiamo ai fatti. Scrive in un post Lomonte: “Siamo ormai ai primi di Giugno. Ed esattamente come anticipato e argomentato da oltre due anni da Siciliani Liberi, non un solo centesimo dei fondi comunitari della nuova programmazione 2021-2027, e in particolare quelli del Fondo di sviluppo e coesione su cui la politica siciliana fa conto per sopravvivere, è mai arrivato alla Regione siciliana che dovrebbe spenderli. “Fondi di sviluppo e coesione, Sicilia ultima: zero euro di spesa e 580 progetti al palo” scrive l’edizione locale di un quotidiano nazionale proprietà della ex Fiat. “Con i suoi 5,2 miliardi di euro”, aggiunge l’esperto cronista politico siciliano del quotidiano, “la Sicilia è la Regione con la quota maggiore di Fsc in Italia. Ma è ancora tutta da spendere” (https://palermo.repubblica.it/…/fondi_di_sviluppo_e…/). La ragione della mancata spesa di un solo centesimo – tuttavia – non è come vorrebbe far credere il quotidiano, nella inettitudine del Governo regionale “di centro-destra”. Ma il fatto semplice – quanto dalle grandi conseguenze economiche, sociale e in ultimo presto politiche – che si è interrotto qualsiasi trasferimento di denaro da Bruxelles, ormai priva di soldi, alle Regioni. E non riprenderà mai. Dai dissalatori alle strade agli inceneritori, praticamente tutti gli investimenti previsti dal Governo regionale eletto nel 2022 gravano sui 5,2 miliardi del Fsc (il Fondo di sviluppo e coesione) 2021-27. Dei quali a metà 2025 non è arrivato un solo centesimo né mai arriverà.

L’Unione europea è fallita ma non si deve dire

Dopo aver speso in poco più di 2 anni, tutti gli 800 miliardi del bilancio settennale per far fronte alle conseguenze delle folli scelte di politica estera ed energetica del 2021-2022, la Commissione europea non ha un centesimo con cui finanziare i vari Fondi regionali europei né gli altri di NextGenerationEU, ovvero quelli del Pnrr. Esattamente per questa ragione i lavori del Tram di Palermo, appaltati esattamente 2 anni fa, non sono mai partiti né mai partiranno. Come non si realizzeranno né la costruzione dei dissalatori né quella degli inceneritori di rifiuti: la Regione e lo Stato possono pubblicare tutti i bandi che vogliono, e formalmente “consegnare l’appalto”. Senza l’anticipo di almeno il 30% dei costi, le imprese non poggeranno un bullone. Esattamente come avviene con il Tram di Palermo. Hanno già visto quanto accaduto con il Pnrr, con migliaia di cantieri abbandonati in tutta Italia a causa dei pagamenti mai ricevuti”. Che quello che scrive Lomonte sia vero lo dimostra il fatto che la Germania, fregandosene del rigore economico che ha imposto agli altri 26 Paesi Ue, si è indebitata di mille miliardi di euro per andare avanti.

Vi siete accorti che non si parla più del Pnrr? L’informazione economica nell’Unione europea fa ridere

“In concreto, il Governo regionale – prosegue Lomonte – può dichiarare quanto crede che la Regione da fine Maggio avrebbe pubblicato bandi per un totale di 1,5 miliardi a valere su denaro proveniente dai fondi Fesr, Fsc e Poc: questo denaro non esiste. Si tratta, dunque, di una pura perdita di tempo e lavoro. Esattamente come avvenuto per il Pnrr. Di cui nessuno parla più dopo che a fine marzo il presidente della Regione ha convocato i 15 dirigenti generali della Regione e i 9 assessori per chidere la ragione per la quale non uno dei 20.534 progetti, per 17,6 miliardi di euro, di cui 11,7 dalla Commissione europea e il resto dallo Stato, è stato avviato e portato a termine (https://www.palermotoday.it/…/regione-allarme-fondi…). I soldi, in cassa, non esistono? Non parte alcun pagamento”.

L’altra grande bugia: il rimborso integrale dei biglietti per i pendolari delle isole minori. Dve sono i soldi, assessore Aricò?

Lomonte cita un esempio: “L’1 Aprile l’assessore regionale ai Trasporti della Sicilia (Alessandro Aricò ndr) dichiarava soddisfatto: ‘È online la piattaforma informatica che consente ai dipendenti pubblici pendolari nelle isole minori siciliane di richiedere il rimborso integrale dei biglietti di viaggio’ (https://www.regione.sicilia.it/…/isole-minori-arico…). Il proveddimento darebbe diritto a tutti i dipendenti pubblici al pieno rimborso delle spesi di viaggio dopo aver ‘caricato’ sulla piattaforma informatica in questione i biglietti e i loro dati personali. Siamo al 3 Giugno e la situazione è quella descritta da una testata giornalistica a marzo: ‘Un bluff le tariffe agevolate per i pendolari delle Eolie? Si rivolgono a un legale perché venga rispettata la legge’. Nell’articolo si spiega come il legale si lamentasse a nome dei suoi assistiti come non fosse giusto che ‘il rimborso è sempre condizionato ai limiti di disponibilità dei fondi regionali’ (https://www.lecodelsud.it/un-bluff-le-tariffe-agevolate…)”.

Falliranno a catena Unione europea e alcuni Paesi Ue (non tutti). In Italia si annunciano ‘casini’ per Regioni e Comuni

Insomma, i soldi non ci sono. “La Regione siciliana – scrive sempre Lomonte – chiaramente non ha i soldi per effettuare i pagamenti. Esattamente come non li ha per finanziare migliaia di altre voci di spesa, pure previste dall’elefantiaca legislazione regionale. Siciliani Liberi ha già spiegato come questa cronica carenza di denaro pubblico ora porterà alla crisi definitiva dell’operativitità residua dei Comuni. Ed infine alla crisi della stessa Regione. Non solo quella politica, ma l’intera classe dirigente siciliana non ha alcuna contezza della gravità e profondità della crisi delle finanze pubbliche statale e regionale. Soltanto Siciliani Liberi, già durante la campagna elettorale per le elezioni regionali – follemente accorpate con quelle nazionali – spiegò cosa sarebbe successo con i fondi del Pnrr prima, e con gli altri dopo. E solo Siciliani Liberi, fra tutte le forze politiche siciliane, è al lavoro da oltre otto anni per contribuire a formare la classe dirigente che dovrà gestire in Sicilia la ricostruzione dopo la fine dell’Unione europea e dell’euro con cui in soli 30 anni sono state devastate l’economia di Italia e Sicilia”.

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