La consacrazione della Cattedrale di Palermo tra storia e ricordi di un uomo di Chiesa. Un luogo che per due secoli, al tempo degli Arabi in Sicilia, fu anche moschea

di Frate Domenico Spatola

“La Chiesa che mi è madre”

Si celebra la consacrazione della Cattedrale di Palermo. Il mio legame è da figlio: vi fui battezzato. Ritorno spesso a quel fonte, dal quale è sgorgata l’acqua della mia “rinascita”. Oggi si ricorda la consacrazione della Chiesa locale che, in Palermo, epifanizza la Chiesa universale. Grandioso il tempio e lunga la sua storia. Era stato voluto da Gregorio Magno nel VI secolo. Divenne, al tempo degli Arabi in Sicilia, per due secoli anche “moschea”. Toccò ai Normanni e in particolare all’arcivescovo Gualtiero Offamilio restituirla dal 1080 in poi alla Cristianità, nelle forme grandiose in cui si presenta al suo esterno, con il Portale inconfondibile e le sue due torri. Cambiamenti ulteriori, all’esterno, come l’aggiunta della cupola del Fuga e all’interno con gli stucchi settecenteschi. È la Cattedra del Vescovo, pastore, liturgo e maestro, per l’unità nella fede e nella comunione, con il suo apice e la sua fonte nella Eucaristia. Stesso “Credo” per l’unità nella fede.

Foto tratta da Wikipedia

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