La sicurezza che Israele abbia già piegato l’Iran da dove nasce? Intanto il Pakistan si schiera con gli iraniani. Il dubbio: in Occidente solita informazione modello ‘vaccini’ anti-Covid-elisir di lunga vita?

Per carità, magari ci sbagliamo e tra qualche ora la guerra finirà con la vittoria israeliana. Però da quello che leggiamo su Telegram le cose sembrano un po’ diverse. Anzi, molto diverse

Magari ci sbagliamo, anzi ci sbagiamo di sicuro. Però non siamo così sicuri, come si racconta in televisione e in tanti mezzi di comunicazione, che l’Iran sia ormai alle corde. Certo, c’è la disponibilità del Governo iraniano a trattare. “L’Iran sta segnalando di voler porre fine ai combattimenti e riprendere i colloqui sul nucleare, inviando segnali agli Stati Uniti e a Israele tramite intermediari”, scrve un canale Telegram citando il Wall Street Journal. Dichiarazione distensiva che ha frenato la crescita del prezzo del petrolio. Attenzione, perché le parole che arrivano da Teheran sono, come si usa dire in Sicilia, ‘a trasi e nesci’: ora sembrano cedere, poi attaccano. Gli iraniani non vogliono che il conflitto si allarghi ma, contemporaneamente, si dicono pronti a rispondere a qualunque attacco. L’Iran è disponibile a riprendere i negoziati con gli Stati Uniti sul nucleare solo se Israele interromperà gli attacchi: questa è una dichiarazione quasi arrendevole, certo. Poi, però, l’Iran fa sapere che non ha ancora sfruttato appieno le proprie capacità missilistiche per colpire Israele. Telegram riporta una dichiarazione sibillina: “L’Iran colpirà Israele con armi moderne quando lo riterrà necessario“. Ancora un post su Telegram: “L’Iran sta ostentando le sue scorte di droni. Finora non ha effettuato raid su larga scala utilizzandoli, limitandosi a piccoli lotti di Shahed e Arash” (foto sopra).

Ma chi l’ha detto che l’Iran è isolato nel mondo islamico? Il Pakistan, Paese islamico e potenza nucleare, ha annunciato l’appoggio agli iraniani. In che termini non lo sappiamo ma la solidarietà con l’Iran c’è

Anche sull’isolamento dell’Iran nel mondo islamico forse si sta un po’ esagerando. Il ministro della Difesa pakistano, Mubasher ad Al Jazeera, ha rilasciato una dichiarazione: “Siamo solidali – ha detto – con i nostri fratelli in Iran e siamo pronti a lottare per loro nelle organizzazioni internazionali. Non abbiamo relazioni con Israele e il mondo islamico deve rivedere i suoi rapporti con questo Paese, perché rappresenta una minaccia per la regione”. Per la cronaca, il Pakistan è un Paese islamico di quasi 250 milioni di abitanti ed è una potenza nucleare.

E le forze yemenite dove le mettiamo?

Poi ci sono le Forze Armate yemenite, che, leggiamo sempre su Telegram, “hanno condotto un’operazione militare durante la quale sono stati colpiti obiettivi importanti nei territori occupati. L’operazione è stata condotta nelle ultime ore utilizzando diversi missili balistici ipersonici Palestine-2 ed è stata condotta in coordinamento con le azioni dell’esercito iraniano e del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica contro il regime sionista. Con l’aiuto di Dio, l’operazione ha raggiunto i suoi obiettivi. Le Forze Armate yemenite si congratulano con la Repubblica Islamica dell’Iran, il suo popolo e il suo esercito per questa operazione e dichiarano la loro determinazione a fronteggiare il nemico”.

Inviti reciproci a tutela delle popolazioni

E’ vero, gli israeliani hanno invitato la popolazione iraniana a tenersi lontana dagli obiettivi di guerra. Ma anche il Governo iraniano ha invitato gli abitanti di Tel Aviv a fare la stessa cosa: “Avvertimento urgente a tutti coloro che si trovano attualmente o si troveranno in futuro all’interno o in prossimità di impianti di produzione di armi, istituzioni di supporto, raffinerie, impianti nucleari e istituti di ricerca militare nei territori palestinesi occupati.”

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