Un canale Telegram dà notizia di tre navi petroliere in fiamme in mezzo al mare e ipotizza la possibile chiusura dello Stretto di Hormuz. Vogliono portare il prezzo del petrolio a oltre 100 dollari al barile?

Qualcuno tra i ‘geni’ che governano l’Unione europea (si fa per dire, ovviamente…) l’ha capito che cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere?

Verso la chiusura dello Stretto di Hormuz? Comincia a materializzarsi quanto abbiamo scritto tre giorni fa: “Israele e Iran si stanno massacrando. Si profila la chiusura dello Stretto di Hormuz e dello Stretto di Bab el-Mandeb con la paralisi di un terzo del commercio mondiale di petrolio e GNL” (qui il nostro articolo). Un breve post su un canale Telegram dà una notizia accompagnata dalla foto che vedete sopra: “Tre petroliere nel Mar dell’Oman hanno appena preso fuoco mentre si avvicinavano allo Stretto di Hormuz”. Il post non è, come dire?, molto chiaro, nel senso che non fornisce con precisione come e perché le tre navi petroliere hanno preso fuoco. Il post si chiude con parole un po’ inquietanti: “Alcuni canali militari hanno ipotizzato che gli Stati Uniti potrebbero aver lanciato un’operazione ‘sotto falsa bandiera’ per giustificare il loro intervento nel conflitto tra Israele e Iran”. C’è un nesso tra questa ipotetica operazione americana “sotto falsa bandiera”, gli incendi delle tre navi petroliere e l’ipotesi di un’imminente chiusura dello Stretto di Hormuz? L’unica cosa che possiamo ribadire è che, se dovesse essere chiuso al traffico delle navi petroliere lo Stretto di Hormuz, beh, per i Paesi privi di giacimenti di petrolio – in testa l’Unione europea – sarebbe un grande, grandissimo casino. La nostra sensazione è che potrebbe essere in corso una manovra per ridurre drasticamente l’offerta di petrolio nel mondo e far schizzare all’insù il prezzo. Quando scriviamo “schizzare all’insù il prezzo del petrolio” facciamo un riferimento ipotetico a beno oltre 100 dollari al barile. Chi vuole capire, capisca…

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