A Norimberga sono stati casualmente scoperti i resti di migliaia di uomini, donne, bambini e neonati uccisi dalla peste bubbonica del 1634

di Nota Diplomatica

La scoperta è avvenuta in seguito agli scavi preliminari per la costruzione di alcuni palazzi

Fosse comuni contenenti i resti di migliaia di vittime della ‘Peste nera’ – o, più formalmente, peste ‘bubbonica’ – sono state recentemente scoperte nel corso degli scavi preliminari per la costruzione di alcuni palazzi di appartamenti nella città tedesca di Norimberga. Gli archeologi descrivono la scena che hanno trovato in questi termini: i morti nelle prime due delle otto fosse trovate: “…erano strettamente stipati fino a 9 strati di persone adulte in posizione seduta… Tra i ‘seduti’ i cadaveri di bambini e neonati erano stati infilati in modo da riempire ogni centimetro di spazio disponibile. Lo spazio tra quelli seduti e altri stesi sul fianco era riempito da corpi di adulti sistemati sulla schiena. Tra ogni strato di cadaveri era stato sparso un sottile tappeto di sabbia per separare ciascuno strato da quello superiore”. Gli scavi non sono stati ancora completati, ma finora sono stati estratti dalle fosse circa mille scheletri. Norimberga subì tre importanti ondate di peste – e diversi minori – tra il XVI e il XVII secolo: 1533 (5mila vittime), 1563 (10mila) e 1634 (15mila). I resti appena scoperti parrebbero risalire all’ultima di queste epidemie. A quei tempi la città dovrebbe aver avuto una popolazione totale tra le 20mila e le 30mila persone. Non era un periodo felice per il Continente. Nella stessa epoca si svolse anche la Guerra dei trent’anni (1618-1648), che portò alla morte altri 8 milioni di persone nell’Europa Centrale.

La chiamavano la Morte Nera

La ‘Morte Nera’ è un tipo di peste bubbonica causata dal batterio Yersinia pestis. Avrebbe avuto origine in Asia centrale, nell’odierno Kirghizistan, ed essere arrivata in Europa attraverso il commercio marittimo. La prima epidemia europea si ebbe tra il 1346 e il 1353. Si stima che allora uccise circa 50 milioni di persone, forse la metà della popolazione del continente. Ricomparve molte altre volte nei secoli seguenti in Europa, nel Medio Oriente e nell’Africa Settentrionale. Le stime sul numero totale delle vittime sono incerte, ma arrivano a toccare i 200 milioni di persone. L’ultima epidemia di peste in Europa risale al tardo XVII secolo. Per quanto il male non abbia più da tempo un carattere epidemico, si verificano ancora diverse centinaia di casi ogni anno. All’incirca il 10% di questi sono fatali se non sono curati a dovere. Viene spontaneo voler paragonare gli effetti della ‘nostra’ pandemia di COVID con quelli della peste nera. L’OMS, che notoriamente tende a gestire le proprie comunicazioni più con i criteri di un ufficio stampa che con lo stretto rigore scientifico, stima le vittime COVID in circa 15 milioni di persone. Il totale dei dati forniti dai vari governi è invece di 5,4 milioni. In entrambi i casi, tenuto conto dell’enorme incremento della popolazione globale negli ultimi secoli, è evidente che l’impatto sociale e storico della Peste nera non abbia paragoni nella storia mondiale. I secoli europei della peste prepararono il terreno per la fine del feudalesimo. Il fortissimo calo demografico che causò rese più preziosa la mano d’opera, rafforzando di molto la condizione dei lavoratori ‘umili’ come anche quella delle donne. Inoltre, sminuì il potere e il prestigio della Chiesa, che mancò di proteggere la popolazione da ciò che – in epoca pre-scientifica – venne interpretato solo come una punizione divina. È solo l’inizio di un lungo elenco di conseguenze

Foto tratta da Wikipedia

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *