“… a chi ha sarà dato, e a chi non ha, sarà tolto quello che ha”: commento al passo del Vangelo di Luca, severa sentenza per chi ha usato male i doni affidatigli

22 Novembre 2023, Mercoledì della XXXIII settimana del tempo ordinario: Luca 19, 11-28

di Frate Domenico Spatola

È pensabile che per questa parabola Gesù si sia ispirato alla vicenda di Archelao, figlio di Erode e tetrarca della Giudea. Voleva ottenere dall’imperatore Augusto il titolo di re ma, per le sue efferatezze, era odiato dai sudditi che inviarono a Roma una delegazione per impedire che ricevesse il titolo. Al ritorno, fece uccidere coloro che avevano osato. Il racconto è dello storico coevo, Giuseppe Flavio. Può inquietare che Gesù si sia paragonato, nella parabola, a tale criminale, che verrà esautorato nell’anno 6 e. c. e la Giudea diverrà Protettorato romano, dipendente dal Senato dell’Urbe. In questa trama è articolata la parabola del re che, prima di partire, responsabilizza i dieci servi, affidando loro una moneta d’oro, con l’impegno di trafficarla. Vi si rivela il dolce e l’amaro del suo comportamento da re nei confronti dei sudditi. Infatti a coloro che hanno prodotto altre monete, con gli elogi consegna anche promozioni. Con chi ha mortificato la moneta, avvolgendola in un sudario come si fa con i morti, per pregiudizio negativo nei confronti del re, temuto come “ingiustamente esigente e malvagio”, la sentenza sarà severa. Gli era mancato anche il buon senso di collocare la moneta in una banca per gli interessi. Il servo pigro e permaloso verrà privato e la moneta passerà a chi ne aveva prodotto di più. Perché “a chi ha sarà dato, e a chi non ha, sarà tolto quello che ha”. Severa dunque la sentenza, da far pensare se non sia stata interpolata dall’evangelista o da chi per lui. Gli apostoli che in prossimità di Gerusalemme si erano illusi di prenderne il potere, dovranno attendere per la risposta, che quando verrà dalla Croce li metterà in fuga, per paura e perché delusi nei loro sogni di gloria.

Foto tratta da La Luce di Maria

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