A volte ritornano: è il caso del folle progetto del rigassificatore a Porto Empedocle a due passi dalla Valle dei Templi di Agrigento e di Scala dei Turchi

Alla luce dell’incidente avvenuto a Viareggio nel Giugno 2009 – quando l’esplosione di un vagone di gas liquido (GPL) distrusse mezza stazione ferroviaria provocando la morte di 30 persone – provate a immaginare cosa succederebbe con l’esplosione del rigassificatore di Porto Empedocle, che sarebbe – ammesso che venga realizzato – uno dei più grandi d’Europa…

Si rimane sbigottiti nel leggere che il Governo regionale siciliano di Renato Schifani ha tirato fuori dall’oltretomba il folle progetto per il rigassificatore da realizzare a Porto Empedocle, a due passi dal centro abitato e a circa un chilometro in linea d’aria con la Valle dei Templi di Agrigento. Il rigassificatore, per la cronaca, è un impianto che trasforma il gas liquido (GPL) che arriva con le navi nel gas ordinario. In tutti i Paesi del mondo dove si realizzano i rigassificatori (pochi, in verità) si provvede a tenerli lontani dai centri abitati. Soprattutto dopo l’incidente ferroviario di Viareggio del 29 Giugno 2009, quando l’esplosione di un vagone di gas liquido ha distrutto una parte della stazione ferroviaria di Viareggio, coinvolgendo le aree abitate circostanti e provocando la morte di 32 persone. Il rigassificatore di Porto Empedocle, progettato per essere il più grande d’Europa conterrebbe un quantitativo di GPL infinitamente superiore al GPL presente nel vagone ferroviario di Viareggio. L’eventuale esplosione del rigassificatore di Porto Empedocle farebbe scomparire la cittadina agrigentina con i suoi circa 17 mila abitanti, più i migranti che arrivano ogni giorno da Lampedusa. L’eventuale esplosione avrebbe effetti devastanti a oriente nella Valle dei Templi e o ovest a Scala dei Turchi, che si trova proprio a ridosso di Porto Empedocle. Ovviamente ci diranno che i rigassificatori sono “sicurissimi” come i treni italiani, come i luoghi di lavoro italiani dove non ci sono morti, come le navi che solcano i mari siciliani, come i boschi della nostra Isola con gli ultimi tre Governi regionali siciliani… Insomma, gli abitanti di Porto Empedocle possono dormire sereni con il rigassificatore sotto il sedere e, come il pescatore Santiago, potranno magari sognare i leoni! Una scelta ‘intelligente’, il rigassificatore a Porto Empedocle, lungimirante e soprattutto sicura….

Dopo avere fallito nella prevenzione degli incendi boschivi il Governo siciliano di Renato Schifani si cimenta nel rigassificatore di Porto Empedocle, progetto che è già stato uno dei fallimenti del fallimentare Governo di Raffaele Lombardo 2008-2012

Adesso leggiamo il comunicato della presidenza della Regione siciliana, che è un distillato di saggezza e prevenzione dei rischi: “Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha incontrato oggi a Roma l’amministratore delegato di Enel, Flavio Cattaneo. Al centro dell’incontro, l’importante novità rispetto al rigassificatore di Porto Empedocle: la Regione ha infatti approvato il decreto di proroga della scadenza di fine lavori, necessaria per poter realizzare l’opera”. Insomma, una genialata dell’attuale Governo regionale: “Abbiamo rimarcato ancora una volta l’importanza dell’infrastruttura”, dice il presidente Schifani che, da avvocato, ha maturato una grande competenza in materia ambientale: non a caso ha nominato al vertice della Commissione tecnica specialistica (Cts) per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale l’avvocato Gaetano Armao, noto esperto in ecologia, tutela dell’ambiente e via continuando con lo scibile umano. “Lo sviluppo del terminale on shore di Porto Empedocle – aggiunge con sussiego Schifani – darà un importante contributo per diversificare gli approvvigionamenti energetici e costituire un’opportunità di sviluppo per il Mezzogiorno, sia in termini di contributo alla creazione di un hub energetico nel Mediterraneo, sia in termini di ricadute occupazionali e di sviluppo e riqualificazione del territorio. La Regione ha fatto la sua parte e prende atto che si conferma con Enel e il suo management una grande sinergia che potrà dare benefici a tutta la Sicilia”.

L’Enel e la rete elettrica siciliana ‘ascara’

Il comunicato del Governo siciliano ci regala un’altra ‘perla’: “L’impegno di Enel per un piano di investimenti straordinari sulle reti elettriche regionali, volti a incrementare la resilienza dell’infrastruttura e la sua capacità di rispondere a eventi meteo estremi. In tal senso Enel ha informato di aver già preso contatto con l’Autorità di riferimento del settore”. Forse il presidente Schifani e i signori dell’Enel dovrebbero spiegare ai cittadini siciliani cosa intendono con la parola “resilienza”. Noi siamo fermi all’illustrazione del filosofo Diego Fusaro che non è esattamente un estimatore della “resilienza”. Non ci resta che chiedere ‘lumi’ al nostro vecchio amico professore marco Trapanese, dal momento che, per quello che sappiamo noi, la rete elettrica siciliana è ‘ascara’, nel senso che non serve per fornire energia ai siciliani ma per esportare energia nel Nord Italia. E’ una rete ‘ascara’ perché è stata avallata dai politici siciliani ‘ascari’. Domani vi racconteremo di più, soprattutto sulle ‘gesta’ del Governo regionale siciliano di Raffaele Lombardo 2008-2012 e dell’allora suo fido assessore – il citato Armao – proprio in ordine al rigassificatore di Porto Empedocle.

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