Arabia Saudita e Russia continueranno a tagliare la produzione di petrolio. Mentre l’Occidente continua a nascondere la vera inflazione

Il massimo del ridicolo va in scena nella cosiddetta Eurozona dove un’informazione ridicola cerca di farci credere che l’inflazione sia al 5% circa. Bugia: basti pensare all’aumento del costo dell’energia e all’aumento dei prezzi dei beni alimentari

Nel silenzio quasi generale l’Arabia Saudita e la Russia continuano a tagliare la produzione di petrolio. I tagli proseguiranno sino alla fine dell’anno. E non è da escludere che proseguiranno – anche se per ora non si sa in che termini e in che entità – anche nei primi mesi del prossimo anno. Non è una notizia da prendere sottogamba, perché Arabia Saudita e Russia sono i più importanti esportatori di petrolio al mondo. E poiché ancora oggi il petrolio è una fonte energetica primaria in quasi tutto il mondo va messo nel conto l’effetto inflazionistico. Il prezzo del petrolio potrebbe salire. Il condizionale è d’obbligo, sia perché il resto del mondo potrebbe trovare altro petrolio, sia perché potrebbero materializzarsi alternative allo stesso petrolio. In questa fase storica, però, non vediamo in giro grandi quantitativi di petrolio in alternativa al petrolio saudita e russo, né copiose alternative energetiche allo stesse petrolio. Quello che notiamo, invece, è che l’Occidente, in forza di un’informazione distorta, se non ridicola, nasconde l’inflazione. Sostenere che nella cosiddetta Eurozona l’inflazione sia al 5% circa e sia addirittura in diminuzione è una grandissima minchiata, soprattutto se consideriamo i prezzi dell’energia e ei beni alimentari. Purtroppo da un Occidente oggi governato da pagliacci guerrafondai – vedere la guerra in Ucraina e, soprattutto, il caos in Medio Oriente – non c’è da aspettarsi qualcosa di diverso e di più serio.

Foto tratta da Etica Sgr

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