Arrivano le elezioni e tornano gli attacchi a Totò Cuffaro: colpirlo per ‘educare’ le migliaia e migliaia di persone che credono in lui

di Andrea Piazza

Un dibattito alimentato dai nostri ‘paladini’ espressione della società “sana e pura” che da sempre ha combattuto il male e si è schierata con i giusti…

Tutti insieme appassionatamente. Sfogliando i giornali o accendendo la televisione per seguire una trasmissione di approfondimento, non è difficile essere catturati da un nuovo moto rivoluzionario che pervade le coscienze dei giusti, che si muovono trasversalmente contro Totò Cuffaro, squalificando collateralmente tutti coloro che lo condividono. Questo spirito e determinazione per ragioni “esclusivamente etiche” coincide temporalmente con l’approssimarsi di importanti scadenze elettorali. È evidente che questo spirito – che potremmo definire dai peculiari contorni sociali una moderna “crociata” in salsa laica – ha l’obiettivo pedagogico di colpirne uno solo Totò Cuffaro per educarne cento o, per meglio dire, per educare le migliaia di persone che diversamente lo condividono. Il dibattito alimentato dai nostri paladini, espressione della società “sana e pura” che da sempre ha combattuto il male e si è schierata con i giusti, si caratterizza per l’operazione concentrica finalizzata a demonizzare il mostro, ad evidenza di tutti non supportandolo di contenuti diretti al suo operato. Oramai per coloro è semplicemente un colpevole a vita, un irrecuperabile che meriterebbe se solo dipendesse da loro la squalifica morale per eccellenza, l’abolitio memoriae.

“Genera in me preoccupazione anche in chiave prospettica pensare che nella nostra vita basta davvero poco per finire all’Inferno o in Paradiso”

Personalmente, e per i notabili disgraziatamente, sono tra quella moltitudine, una voce silenziosa che crede nella persona di Totò Cuffaro, nella sua capacità di essere migliore ma al contempo convinto che l’amico Totò è un uomo talentuoso che tra luci e ombre, nonostante tutto è un faro, una personalità poliedrica che al primo posto valoriale colloca il rispetto e l’amicizia della persona. Non volendomi addentrare nella sua personale vicenda processuale che implicherebbe una doverosa riflessione su un profilo complesso “la doverosa terzietà del giudice”, mi chiedo sempre: cosa sarebbe accaduto nell’ipotesi che il collegio giudicante della Suprema Corte di Cassazione avesse accolto la richiesta di assoluzione limitatamente al favoreggiamento aggravato formulata dalla Procura Generale per mezzo del sostituto P.G. Giovanni Galati? Il destino in questo caso dell’uomo Totò Cuffaro, delle sofferenze della sua famiglia e dei tanti che gli vogliono sinceramente bene sarebbe stato diverso, sarebbe stato possibile togliere un costrutto di motivazione etica ai suoi censori? Genera in me preoccupazione anche in chiave prospettica pensare che nella nostra vita basta davvero poco per finire all’Inferno o in Paradiso.

Due obiettivi

La mia scelta di essere con l’uomo Totò mi ha costretto, in forza del comune pregiudizio perbenista, a dimettermi da segretario di un’associazione antimafia che avevamo costituito in sette anime. È una piccola concessione etica che ho fatto con convinzione, non snaturandomi nei miei valori, sono e rimango chi sono con la sola aggravante di essere un amico di Totò Cuffaro. I miei obiettivi in ambito di antimafia sociale sono allo stato due. Primo obiettivo: l’approvazione della mozione presentata dalla Democrazia Cristiana Nuova al Comune di Palermo per trasformare i vetusti marciapiedi di viale Croce Rossa in un luogo di memoria di tutte le vittime di mafia, riportando a terra i nominativi di tutte le vittime uccise dalla mafia in Sicilia, l’utilizzo delle maioliche siciliane (coinvolgendo tutti gli artigiani isolani) e la pietra lavica ceramizzata per raffigurare i momenti più importanti della storia della Sicilia, la vita del mondo lavorativo contadino, dei pescatori, degli allevatori, SENZA nessuna effigie, nessuna vittima, perché il luogo dovrà diventare il Pantheon di tutti coloro che hanno paritariamente versato il loro sangue. link https://drive.google.com/file/d/1qqfQaiLJxEnnbBkEA-4x3dZFsifV-Usf/view?usp=drivesdk. Secondo obiettivo: dare corso al modello di antimafia sociale in povertà, L’ANTIMAFIA FRANCESCANA, ovverosia nessuna elargizione pubblica in favore di Associazioni e Fondazioni Antimafia che potranno accedere alle strutture pubbliche gratuitamente per organizzare attività di sensibilizzazione a tema. Inoltre procedere alla vendita dei beni immobili confiscati, ritenendo prevalente l’interesse liquidatorio dello Stato con obbligo di reinvestire per finalità collettive i proventi.

L’Antimafia francescana alternativa a chi fa antimafia attingendo ‘a gratis’ dai beni pubblici e usufruendo di finanziamenti progettuali

L’obiettivo ambizioso sarebbe di fare uscire indirettamente la POLITICA dalla gestione dei beni confiscati e la contaminazione di destinare il patrimonio pubblico “infruttifero” eliminando le opacità che contraddistinguono le assegnazioni e gli accessori finanziamenti a progetto in favore di Associazioni e Fondazioni. Tutto ciò è realizzabile come nostro obiettivo politico grazie al supporto dell’amico Totò Cuffaro che era anche amico del fratello bonanima Emanuele. Ai duri e puri, pertanto, potrei dire dal loro punto di vista che non tutti i mali vengono per nuocere. Grazie sempre a Totò, ho avuto la possibilità di chiudere a Ribera, in provincia di Agrigento, la festa nazionale dell’Amicizia, rilanciando alla chiusura il modello dell’Antimafia Francescana, presumibilmente non gradito ai tanti moralizzatori etici che incidentalmente beneficiano ‘a gratis’ di beni pubblici e/o di finanziamenti progettuali. Il mondo dell’informazione, sempre attento a fare per c.d. le pulci a Totò Cuffaro, non ha colto la rilevanza del tema che casualmente è caduto nel dimenticatoio anche se lo stesso Totò poco prima di cedermi il microfono aveva dichiarato: “La mafia ci fa schifo”. Il nostro modello di antimafia francescana è esclusivamente in povertà, rispetto il valore della singola persona, non giudica gli altri ed è aperto a tutti coloro di buona volontà che credono in un progetto etico senza nessuna contropartita economica. In conclusione essere amici di Totò Cuffaro o sentirsi in connessione con il popolo cuffariano per noi non è il male ma è semplicemente un modo di essere. Da sempre classifico in chiave negativa “anche se è nel patrimonio genetico dell’essere italiano”, l’agire di tanti come un branco contro il singolo. Già solo questo modus operandi mi motiverebbe a difendere cristianamente l’indifeso e non abbassare gli occhi. E’ proprio questa impostazione mentale che in taluni momenti storici ci ha fatto vergognare di essere italiani.

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