Arrivano Palermo i ‘controlli’ della Ue che vogliono vedere come la Sicilia ha speso e spende i fondi europei. Andate avanti voi perché a noi viene da ridere!

Iddio solo sa che cosa gli racconteranno i politici e i burocrati siciliani ai rappresentanti dell’Unione europea che, fino ad oggi, soprattutto in materia di grandi opere pubbliche in salsa sicula, non hanno capito assolutamente nulla!

Un comunicato della Regione siciliana colpisce la nostra attenzione. Tema: l’Unione europea che invia in Sicilia, per la precisione a Palermo, i propri rappresentanti per vedere cosa hanno combinato e cosa combinano i politici e i burocrati della nostra Isola con i fondi europei, con i sindacati che gli ‘tengono bordone’. Da qui una celebre canzone rivisitata: “Mancia tu ca manciu io, manciamu tutti amore mio. Scommettiamo che mai si vedrà, tralallalleru, tralallalà…“. Sì, la cosa fa un po’ sorridere se pensiamo al fatto che negli anni passati la Ue ha pagato 320 milioni di euro per i 15 km di Tram di Palermo, realizzato senza gallerie: in assoluto, il Tram più costoso del mondo. E c’è sempre da sorridere se si pensa ad alcune grandi opere pubbliche, abbondantemente ‘innaffiate’ con i fondi europei che, a partire dal 2000, quando è iniziata la Programmazione dei fondi europei, non sono ancora state completate, vere e proprie macchine mangiasoldi. Ma andiamo al comunicato: “La realizzazione di alcuni importanti interventi finanziati in Sicilia con i fondi europei sarà il tema al centro della visita della commissaria Ue per la Coesione e le Riforme, Elisa Ferreira, che si svolgerà oggi, Giovedì 5 Ottobre, a Palermo. L’esponente dell’esecutivo comunitario incontrerà il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e vedrà alcuni progetti realizzati nell’Isola con le risorse del Po Fesr Sicilia 2014-2020, assieme agli assessori regionali Edy Tamajo e Alessandro Aricò. Fitto il programma degli incontri previsti”.

Fitto, ovvero il lapsus freudiano

Non sappiamo se la parola “Fitto” sia un lapsus freudiano: fatto sta che Fitto, oltre che denso, profondo e anche impenetrabile come un bosco di un romanzo gotico è anche il cognome del Ministro Raffaele Fitto che sta combinando un mezzo casino con i fondi europei del Pnrr, penalizzando, da buon meridionale pugliese, il Sud e la Sicilia. Vabbè, come che succedono. “Alle 9.30 – leggiamo sempre nel comunicato – la commissaria Ferreira sarà all’Ismett per il progetto ‘Laboratori di ricerca e strumenti innovativi per la medicina di precisione, diagnostica avanzata e cure personalizzate’. All’incontro prenderanno parte, per la Regione, l’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo, il direttore del Dipartimento Attività produttive Carmelo Frittitta, e il dirigente responsabile dell’operazione Giuseppe Ammavuta; per l’Ismett interverranno il direttore generale Pier Giulio Conaldi, il direttore sanitario Cinzia Di Benedetto, e il direttore “Grants Division” Fabrizio Campisi”. Per la cronaca, l’Ismett è, anzi era la piattaforma trapiantologica, ovvero un ospedale di scuola americana per i trapianti di organi realizzato nella seconda metà degli anni ’90 a Palermo per bypassare la sanità pubblica siciliana con i soldi della stessa sanità pubblica siciliana (che volete: gli americani so gli americani e comandano, dalla sanità alla guerra in Ucraina). Nel corso degli anni l’Ismett si è allargato e, oltre ai trapianti di organi, copre un po’ tutte le specialità della sanità. Cose siciliane.

Ma Palazzo Comitini non è la sede del Comune di Palermo!

“Alle 11 – leggiamo sempre nel comunicato – è previsto a Palazzo Comitini l’incontro istituzionale con il Sindaco di Palermo Roberto Lagalla”. Peccato che la sede del Comune di Palermo non è Palazzo Comitini. Al massimo, Palazzo Comitini è la sede della Provincia di Palermo alla quale hanno cambiato il nome (solo il nome: il resto è tutto uguale: le grandi leggi ‘futuristiche’ e ‘ordinamentali’ dell’Assemblea regionale siciliana…), se è vero che oggi si chiama Città Metropolitana. In forza di una legge nazionale sbagliata, recepita dal Parlamento siciliano, i Sindaci di Palermo, di Catania e di Messina sono stati promossi sul capo Sindaci Metropolitani, alla faccia della Democrazia che, in materia di Province o ex Province, viene calpestata. Andiamo avanti. “Alle 12.30 – prosegue il comunicato – la commissaria Ue si sposterà a Palazzo d’Orléans, dove si svolgerà l’incontro istituzionale con il presidente della Regione, Renato Schifani”. Questa volta la sede istituzionale è quella giusta. La parte più divertente della visita della Commissaria europea andrà in scena nel pomeriggio: “Nel pomeriggio, alle 15.30 – leggiamo ancora nel comunicato – Ferreira visiterà il cantiere del grande progetto per la chiusura dell’Anello ferroviario di Palermo (prima fase “Giachery-Politeama”). Interverranno il presidente della Regione, Renato Schifani, l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità Alessandro Aricò, il direttore del dipartimento Infrastrutture e mobilità Salvatore Lizzio, il dirigente responsabile dell’operazione Belinda Vacirca, e l’assessore alla Mobilità sostenibile del Comune di Palermo Maurizio Carta”. Cosa ha di “grande” il progetto per la chiusura sbilenca dell’Anello ferroviario di Palermo non si capisce. Si tratta di un’opera pensata male e realizzata peggio. Ecco il passaggio di un articolo pubblicato su I Nuovi Vespri dall’ingegnere trasportista, Roberto Di Maria, poco meno di un anno fa:

L’Anello ferroviario di Palermo, ovvero un’opera pubblica molto discutibile, da fare invidia alle calende greche, che sta ‘inghiottendo’ una barca di fondi pubblici, anche europei

“… l’Anello ha un tracciato molto discutibile, reso ancor meno efficace dall’esercizio a senso unico previsto nella configurazione finale. L’opera, peraltro, da sempre è fonte di polemiche e di disagi per migliaia di cittadini palermitani, fra i quali centinaia di commercianti gravemente penalizzati e, spesso, costretti a rinunziare alla loro attività. Qualcosa non ha funzionato, come sappiamo, in fase esecutiva ma, alla fine, ne sarà valsa la pena? A nostro avviso no. Proviamo a spiegarci meglio. L’Anello Ferroviario descrive una linea circolare che, oltre alla limitata capacità di cui sopra, comporta una condizione degli spostamenti che, allungando il percorso da compiere, annulla i vantaggi della velocità commerciale del mezzo su sede esclusiva. Per comprenderlo, si può fare l’esempio di un eventuale spostamento Stazione Centrale-Politeama per il quale, nonostante la maggiore rapidità del treno, il percorso tortuoso ed il necessario cambio di treno alla Stazione Notarbartolo renderebbe molto più competitivo, in termini di tempo impiegato, il caro, vecchio, autobus. Una condizione di tracciato che rende inefficaci e poco appetibili i tragitti che interessano la parte più importante del centro cittadino. E’ infatti inverosimile che qualcuno usufruisca della fermata Politeama se poi deve farsi tutto il giro per raggiungere le periferie, che siano esse situate a sud o a nord. Meglio sarebbe stato, in sede progettuale, prevedere dalla fermata Porto la prosecuzione lungo la via Crispi e ‘chiudere’ l’Anello alla stazione Centrale saldandosi in quel punto con il Passante Ferroviario: cosa che avrebbe richiesto una lungimiranza che, di sicuro, non è stata applicata all’attuale opera in corso di esecuzione. Come avviene in situazioni simili nel mondo, una siffatta configurazione, ben diversa dal ‘circolo vizioso’ che si sta realizzando, avrebbe fatto somigliare questo Anello ad una ellisse molto allungata, sull’esempio della Circle line di Londra. Un’ipotesi di come poteva essere e non sarà: la chiusura dell’Anello a Palermo Centrale, anziché a Palermo Notarbartolo, a fronte di poche centinaia di metri in più di scavo, avrebbe comportato un enorme vantaggio per la mobilità cittadina, creando due assi longitudinali ‘forti’ dei quali uno in pieno Centro storico. Oltre la fermata Libertà, si sarebbero potute realizzare altre 5 fermate (Porto, Piazza XIII Vittime, Piazza Marina, via Lincoln e Palermo Centrale, quest’ultima in sotterranea appena sotto il piazzale della Stazione). Pensate solo al vantaggio di poter raggiungere il cuore del Centro storico. Facciamo notare che fra i due tracciati c’è una differenza di appena 400 metri. E’ evidente che i costi sarebbero stati superiori per l’Anello lungo, sia perché da realizzare a doppio binario, sia per la necessità della galleria profonda in falda dal Porto alla Stazione Centrale. Lo scavo, però, si sarebbe potuto effettuare con una TBM a ‘pressione di terra’ come quello utilizzato attualmente sotto viale delle Alpi dove procede speditamente lo scavo di un tunnel del diametro di 9,40 m a soli 25 metri di profondità senza che si verifichi il minimo problema al soprassuolo ed agli edifici circostanti. Un’ipotesi, che non si realizzerà mai, ma serve a far comprendere l’entità dell’ennesima occasione perduta. Una soluzione impegnativa e coraggiosa, certo, ma in grado di garantire maggiori benefici a fronte di disagi certamente inferiori a quelli subiti, attualmente, da chi ha avuto la sventura di vivere o, peggio, lavorare, dalle parti di via Amari” (qui l’articolo per esteso).

Un pozzo senza fondo

Per la cronaca, l’Anello ferroviario di Palermo è un pozzo senza fondo che sta ‘inghiottendo’ una barca di denaro pubblico, con i tempi di realizzazione che si allungano a dismisura. Sei mesi fa i protagonisti di questa opera pubblica faraonica e rigorosamente inutile hanno acciuffato altri 140 milioni di euro dal Pnrr e l’opera che avrebbe dovuto essere completata nel primo semestre del prossimo anno slitterà al 2028! Chissà se questi ‘particolari’ verranno illustrati alla commissaria Ue per la Coesione e le Riforme, Elisa Ferreira e al vice capo della rappresentanza in Italia della Commissione europea, Elena Grech, al direttore generale della DG Politica regionale e urbana, Nicola De Michelis, le componenti del Gabinetto della Ferreira, Marta Pilati e Isabel Arriaga E Cunha. Chissà, magari, come si usa dire dalle nostre parti, chisti s’arruspigghianu… (qui trovate i particolari di questa incredibile storia). In ogni caso, ottimi, Commissaria Elisa Ferreira, questi altri 140 milioni di euro di fondi Pnrr per il pozzo senza fondo dell’Anello ferroviario di Palermo. La dimostrazione – l’ennesima – che l’Unione europea è un fallimento. Chissà se alla Commissaria europea racconteranno per le realizzare a Palermo opere ferroviaria in parte inutili hanno eliminato migliaia di alberi e continuano a eliminare alberi, trasformando la città in un grande forno a microonde.

Bla bla bla

Andiamo avanti. “Alle 18 – leggiamo sempre nel comunicato – la delegazione si recherà alla stazione centrale di Palermo da dove partirà il treno Pop speciale per l’aeroporto ‘Falcone e Borsellino’. A bordo sarà presentato alla commissaria Ue il progetto Idmar (il Laboratorio marino più grande d’Europa, con un telescopio di neutrini a 3500 metri di profondità al largo delle coste siciliane), che sarà tra i protagonisti della European Week of Regions and Cities in programma a Bruxelles dal 9 al 12 ottobre prossimi. Durante il percorso sarà illustrato anche l’intervento di Social Housing realizzato a Trapani (22 nuovi alloggi sociali a canoni calmierati in via Pantelleria), un progetto selezionato dalla DG Regio della Commissione europea come intervento significativo, nell’ambito della campagna EU in My Region in corso nel capoluogo trapanese e a Marsala” e bla bla bla.

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