Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana: “Il Vangelo non è un distillato di verità”. E allora cosa è?

Poi però non ci dobbiamo chiedere perché oggi tanta gente si allontana dalla Chiesa di Roma

“Il Vangelo non è un distillato di verità. Il Vangelo è legato alla vita, all’umanità, all’incontro. Non dobbiamo aver paura di contaminare la verità con la vita, perché nell’amore per il nostro prossimo troveremo la verità, che è Gesù”. Nella lunga intervista al Corriere della Sera il Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, affronta tanti argomenti sicuramente interessanti. Ma c’è un punto che ci ha colpiti, là dove l’alto prelato afferma che “Il Vangelo non è un distillato di verità“. Cosa è, allora, il Vangelo se non è “distillato di verità”? Le lettura di un giornale? Un programma televisivo di intrattenimento? Un romanzo giallo? Un’opera lirica dove ogni dramma è un falso? Un vino preda della fermentazione acetica? Un fotoromanzo a puntate?

Ma quante ne dobbiamo sentire, ancora?

Attenzione. Quando il Vangelo – che è da sempre la guida di ogni cattolico – viene messo nelle mani del mondo dell’informazione come oggetto di discussione, in un’atmosfera che è tutto tranne che sacra, negando peraltro il suo valore di verità, si rischia di declassare lo stesso Vangelo ad argomento ‘laico’. Qui non si tratta di polemizzare con i vertici della Chiesa Cattolica: qui si ratta di capire fino a che punto, oggi, chi crede in Dio possa essere rappresentato da una Chiesa – la Chiesa di Papa Francesco e del Cardinale Zuppi, notoriamente molto vicino all’attuale Pontefice – che ci dice che “il Vangelo non è un distillato di verità”. Come si fa a dare torto al filosofo Diego Fusaro quando parla di “evaporazione del Cristianesimo e assenza del sacro“? Ma quante ne dobbiamo sentire, ancora? La preghiera per l’Unione europea che ha provato ad approvare una Costituzione eliminando le radici cristiane. La difesa delle ONG. L’attacco a chi ama gli animali. Adesso anche il Vangelo che non è un distillato di verità. Consoliamoci con Charlie Chaplin: “Alla fine tutto è uno scherzo”.

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