Ciro Lomonte: l’europarlamentare Milazzo che salta sui banchi del Consiglio comunale di Palermo spia del crollo del sistema economico e politico italiano

Il Segretario politico di Siciliani Liberi torna sull’argomento che porta avanti da qualche mese: l’inesistenza dei fondi del Pnrr che l’Unione europea ha già speso per altre finalità

Ieri la sonnacchiosa politica di Palermo è stata un po’ risvegliata – ma solo un po’ – dal parlamentare europeo Giuseppe Milazzo che è anche consigliere comunale a Palermo. Eletto quattro anni fa al Parlamento di Strasburgo in una lista-macedonia a base di Forza Italia e altri ‘pezzi’ sparsi del centrodestra, Milazzo è poi passato, armi e bagagli, con il partito di Giorgia Meloni. Alle ultime elezioni comunali di Palermo Milazzo è stato eletto in Consiglio comunale ed è il capogruppo di Fratelli d’Italia. Ieri, per protestare contro chi, a suo dire, non rispetta il regolamento dei lavori d’aula, è saltato sui banchi (foto sopra tratta da Dagospia). Un gesto ripreso dalla telecamera di qualche telefono cellulare e finito sulla rete. A Milazzo, sicuramente sopra il rigo, va comunque il merito di avere vivacizzato un Consiglio comunale che ricorda un po’ le Anime morte dello scrittore e drammaturgo Nikolaj Vasil’evič Gogol’. La vicenda viene commentata dal leader degli Indipendentisti siciliani, Ciro Lomonte:

“Il gesto dell’onorevole Milazzo… denota perfettamente il senso di frustrazione di chi fa politica oggi a Palermo”

“Il gesto dell’On.le Milazzo, deputato europeo e consigliere comunale – scrive su Facebook il Segretario politico di Siciliani Liberi (foto sopra) – che oggi (ieri per chi legge ndr) è prima salito su un pregiato tavolo del Palazzo Comitìni (che attualmente ospita il Consiglio comunale di Palermo), per poi saltare sul tavolo della presidenza, denota perfettamente il senso di frustrazione di chi fa politica oggi a Palermo. Che un politico di lungo corso, oggi capogruppo in Consiglio comunale dell’ex MSI che esprime il capo del governo, si comporti come un esagitato dà evidenza dello stato psicologico del politico palermitano. Dovuto ad un vero e proprio senso di impotenza. Generato a sua volta dalla prolungata carenza di risorse finanziarie. Del Comune, in questo caso. Ma anche dell’Unione europea. Che avendo raccolto il denaro per pagare le prime due rate del Pnrr (le uniche finora pagate) dalle banche, e non dagli Stati membri, ora non riesce a pagare gli interessi sul debito contratto a causa dell’aumento dei tassi”. Per la cronaca, ormai da qualche mese Lomonte, in solitudine, racconta che i fondi del Pnrr non esistono più, perché l’Unione europea le sta utilizzando per altri fini (a nostro avviso per pagare sostenere l’Ucraina nella guerra contro la Russia e per sostenere i milioni e di profughi ucraini arrivati in Europa nel silenzio generale: si sussurra che nella sola Germania si conterebbero già oltre 2 milioni di profughi ucraini).

Le contraddizioni ‘europeiste’ degli ex comunisti oggi finiti in buona parte nel PD, baluardo in Italia della destra economica e finanziaria dell’Unione europea ultra-liberista e globalista

“L’On.le Milazzo – prosegue Lomonte – sa bene che i soldi del Pnrr non esistono (sono finiti con la seconda rata). E sa anche qual è il vero motivo per cui Roma ha avocato a sé il Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) da tutte le Regioni meridionali, azzerando di fatto l’operatività della Regione siciliana. Non può dirlo, come fa libera e forte solo Siciliani Liberi. Ma lo sa. Di qui la sua frustrazione. Senza denaro non è possibile fare nulla: né raccogliere consenso con il clientelismo dei posti di lavoro pubblici assegnati agli amici; né realizzare opere, investimenti, interventi e infrastrutture sul territorio. La politica così diventa un vuoto parlarsi addosso, litigando per portar via agli altri politici – dello stesso colore o di un altro, non importa. – le poche risorse residue in qualche capitolo di spesa dei bilanci. Vale per l’On.le Milazzo, che ha perso il controllo di sé, così come vale per l’On.le Falcone, assessore all’Economia del Governo regionale. Che si ritrova senza più risorse da assegnare” e con l’opposizione che gli chiede “dove siano finiti i soldi del Fsc. La stessa opposizione – l’ex PCI – che ha fatto dell’austerità fiscale e della sottomissione dell’Italia e della Sicilia alla finanzia internazionale il tratto unico della sua folle politica economica e sociale nel trentennio 1992-2022”. In effetti che gli esponenti di un partito come il PD, baluardo in Italia della destra economica e finanziaria dell’Unione europea ultra-liberista e globalista, chieda notizia sui soldi che la stessa Unione europea ha scippato all’Italia è veramente tragicomico. “Il sistema politico ed economico italiano e siciliano è ormai ad un passo da un crollo – conclude Lomonte – che lascerà una situazione del tutto simile a quella del 1945. Siciliani Liberi è da 7 anni al lavoro per formare la classe dirigente che dovrà gestire una situazione di cui episodi come quello di Palazzo Comitìni sono solo l’annuncio”.

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