Con il Vangelo secondo il Cardinale Zuppi si passa da San Tommaso d’Aquino a Nietzsche: Dio è morto e non esistono fatti ma solo interpretazioni

di Diego Fusaro

“Il Vangelo non è un distillato di verità”: negare la verità dei vangeli è una novità degna di nota

Hanno destato un certo stupore le parole del Cardinale liberal-progressista Zuppi. Il quale ha sostenuto candidamente che “il Vangelo non è un distillato di verità”. Che la parola verità non fosse molto nelle corde della neochiesa liquida e smart di Bergoglio era noto da tempo. Ma che essa potesse giungere addirittura al punto di negare la verità dei vangeli è una novità degna di nota. Se, come dice Zuppi, il Vangelo non è un distillato di verità, sembra seguirne sillogisticamente che esso deve essere letto come una delle tante storie o dei tanti racconti, magari come Biancaneve o come Alice nel paese delle meraviglie. Se per molto tempo la filosofia di riferimento della Chiesa di Roma è stata quella di Tommaso d’Aquino, fondata sul grande tentativo di conciliare Aristotele e Cristo, con la neochiesa liquida di Bergoglio sembra diventare quella di Protagora secondo cui il singolo uomo è misura di tutte le cose. O forse anche quella di Nietzsche, secondo cui Dio è morto e non esistono fatti ma solo interpretazioni. Ratzinger ci aveva messi magistralmente in guardia dalla “dittatura del relativismo” come patologia fondamentale della civiltà della Tecnica. Ebbene, la dittatura del relativismo, con il suo ateismo liquido dell’indifferenza, ha ormai colonizzato anche San Pietro. Non ci stupiremmo anzi se un giorno Bergoglio si affacciasse dal balcone di San Pietro e salutasse i fedeli con le parole di Nietzsche: “Dio è morto”.

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