Dal Parlamento europeo nuovo ‘schiaffo’ agli agricoltori in rivolta: approvato il Regolamento sul ‘Ripristino della natura’ che prevede nuovi pesantissimi oneri per le aziende agricole

Nel mirino sono finiti i fertilizzanti, il cui uso verrebbe drasticamente ridotto, e le coltivazioni di alberi da frutto: mele, pere, pesche, ciliege e via continuando. Il provvedimento è passato con il voto favorevole di PPE, PSE, Verdi e Liberali. I Popolari Europei hanno finto di dividersi ma in realtà sono stati determinanti nell’approvazione di questa nuova follia

Il Parlamento europeo lancia un guanto di sfida a milioni di agricoltori europei in rivolta e approva il nuovo Regolamento sul ‘Ripristino della natura’ che colpisce al cuore le aziende agricole. Il provvedimento – che ha poco di scientifico e molto di ideologico – introduce nuovi oneri e nuove penalizzazioni a carico degli agricoltori europei. Tradotto significa che, per esercitare l’attività agricola, gli agricoltori avranno costi in più e saranno costretti a produrre meno (tra le nuove follie c’è, infatti, la riduzione consistente dei fertilizzanti: una stupidaggine in tempo di cambiamenti climatici che negli ultimi anni hanno ridotto le produzioni). Il Regolamento approvato dal Parlamento europeo con 329 voti a favore, 275 contrari e 24 euro parlamentari che si sono astenuti è passato con il sì del Partito Popolare Europeo (PPE), del Partito Socialista Europeo (PSE), dei Verdi e dei Liberali. L’aspetto squallido di questa votazione è la farsa messa in scena dagli europarlamentari del PPE. Se il Partito Popolare Europeo – i cui rappresentanti, a parole, hanno sempre espresso dubbi su questo provvedimento – avessero votato contro, il folle Regolamento sul ‘Ripristino della natura’ non sarebbe stato approvato (come vedremo, se applicato, il nuovo Regolamento farà fuori oltre il 50% dei frutteti italiani per favorire la frutta che arriva in Europa da altre parti del mondo, in testa Cina e Sudamerica ma non soltanto: una vergogna!). Furbescamente gli eurodeputati del PPE hanno inscenato una farsa preparata a tavolino: una parte di loro ha annunciato il voto contrario, non prima di aver calcolato che la parte di parlamentari europei del PPE pronta a votare a favore avrebbe comunque assicurato l’approvazione della legge sul ‘Ripristino della natura’. E così è stato. ‘Gesuitismo’ morale, politico e parlamentare allo stato puro.

Non credete a quanto cercheranno di farvi credere i parlamentari europei del PPE che hanno votato contro. Se fossero stati veramente contrari in questo Partito politico ci sarebbe stata una scissione

Tirando le somme, se, da una parte, i partiti ormai dichiaratamente ‘nemici’ degli agricoltori europei – PSE, Verdi e Liberali – hanno, di fatto, appioppato nuovi, pesanti oneri a milioni di aziende agricole ormai ridotte alla fame e pronte per essere trasformate in immense distese di pannelli fotovoltaici e magari di pale eoliche (non tutti i Paesi della Ue si affacciano sul mare ormai preso d’assalto dalle pale eoliche per la dispierazione dei pescatori), dall’altra parte i ‘farisei’ del PPE, con la sceneggiata della finta divisione tra favorevoli e contrari, proveranno a carpire il voto agli agricoltori alle elezioni europee di Giugno. Infatti, se la parte di eurodeputati del PPE fosse stata veramente contraria a questa legge folle, ebbene, ci sarebbe già stata una scissione. Invece i finti oppositori del PPE si sono ‘auto-incaprettati’, perché una scissione a tre mesi e mezzo dalle elezioni europee non sarebbe più credibile. A meno che… a meno che, prima delle elezioni europee di Giugno, almeno uno dei 27 Paesi della Ue non ‘bocci’ il nuovo Regolamento sul ‘Ripristino della natura’. E’ noto, infatti, che per essere applicato un nuovo Regolamento europeo deve essere approvato da tutti i 27 Parlamenti dei 27 Paesi europei: il ‘No’ del Parlamento di un solo Paese europeo determina la ‘bocciatura’ del provvedimento. Ebbene, se questa ‘bocciatura’ della nuova follia ‘europeista’ si materializzerà prima del voto per le elezioni europee, ciò significherà che questa nuova follia per fregare gli agricoltori verrà eliminata sul nascere; se invece diranno che “se ne parlerà dopo le elezioni europee di Giugno”, ebbene, sappiate, cari agricoltori europei, che la politica, ancora una volta, cercherà di prendervi per i fondelli!

Con la scusa di biodiversità ed ecosistemi agricoli la Ue vuole fortemente ridimensionare la frutticoltura europea per fare spazio alla ultra-inquinata frutticoltura di altri Paesi del mondo: la solita porcata globalista

Proviamo adesso a illustrare, per sommi capi, non tutta la legge, che affronta vari argomenti, ma i punti salienti della – ribadiamo – nuova follia ‘europeista’ in materia di agricoltura. Il nuovo Regolamento prende il nome di Nature restoration law. Anche se gli inglesi sono usciti dalla confraterna massonica chiamata Unione europea, gli ‘europiesti’ continuano a utilizzare la lingua inglese. Il provvedimento approvato prevede il ripristino, entro il 2030, del buono stato di salute di almeno il 30% di habitat quali foreste, praterie, fiumi, laghi, zone umide e perfino i coralli. Fin qui si potrebbe anche essere d’accordo. In realtà, il richiamo a questi habitat prelude all’attacco al cuore dell’agricoltura. Infatti arriva subito il “miglioramento della biodiversità e degli ecosistemi agricoli. E qui si comincia a ‘ballare’. In Sicilia ci sono due modi di dire molto efficaci per indicare coloro i quali sono completamente sganciati dalla realtà e i loro ragionamenti. I primi – coloro i quali sono completamente sganciati dall realtà – vengono definiti afferra cazzi ‘ntall’aria. I ragionamenti di questi ‘intellettuali del piffero’ vengono definiti riscussi ‘i minchia. Ebbene, il nuovo Regolamento sul ripristino della natura, per ciò che riguarda biodiversità ed ecosistemi agricoli abbonda di afferra cazzi ‘ntall’aria e riscussi ‘i minchia, ovvero di ‘grandi obiettivi’ campati in aria dove le uniche certezze sono i nuovi oneri a carico degli agricoltori. Proviamo a citare qualche esempio di questa nuova follia ‘europeista’.

E’ probabile che dietro questo nuovo regolamento ci siano gli interessi di grandi catene commerciali internazionali e le solite multinazionali che in europa fanno il ‘cazzo che vogliono’

L’elemento che deve fare seriamente preoccupare gli agricoltori che in Europa producono frutta è il cosiddetto “indice delle farfalle comuni”. Negli ultimi anni il 30% delle farfalle è andato perduto. Questo non riguarda solo l’Europa ma tutto il mondo. In parte la scomparsa di molte farfalle è legata all’inquinamento, in parte all’uso di fitofarmaci. Ebbene, gli europarlamentari del PPE, del PSE, dei Verdi e dei Liberali hanno deciso che l’Europa deve dare l’esempio al mondo, riducendo l’uso in agricoltura dei pesticidi che riducono la popolazione delle farfalle. Chi conosce i problemi dell’agricoltura – e magari ha studiato Entomologia agraria – sa che la farfalla è lo stato adulto di insetti che fanno capo all’ordine dei Lepidotteri. Le larve dei Lepidotteri – che non sono altro che il primo stadio di sviluppo delle farfalle – sono voracissime, nel senso che divorano, letteralmente, foglie, rami e frutti. Ci dispiace rovinare la giornata alle persone che guardano al lato ‘poetico’ delle farfalle, ma vi possiamo assicurare che le larve delle farfalle, in agricoltura, sono una rovina! Citiamo un esempio: ridurre drasticamente l’uso di fitofarmaci per combattere le larve di lepidotteri che attaccano gli alberi di mele significherebbe eliminare, nel giro di un anno, il 60-70% delle mele prodotte in Trentino Alto Adige e, in generale, nel Nord Italia. Se ciò venisse fatto in tutto il mondo avrebbe un senso. Ma attuare questo provvedimento solo in Europa è una grandissima minchiata, intanto perché gli agricoltori italiani che producono mele subirebbero danni economici enormi e poi perché la stessa Unione europea che punta a ridurre sensibilmente la produzione di mele, poi farebbe entrare in Europa le mele prodotte in altri Paesi del mondo dove si usa il quadrupolo di pesticidi rispetto agli stessi Paesi europei. Non c’è bisogno di essere dei geni dell’economia per capire che dietro questo teorico potenziamento della biodiversità, con molta probabilità, ci sono gli interessi delle grandi catene commerciali e delle solite multinazionali.

Una domanda agli eurodeputati che hanno approvato questa nuova ‘genialata’: se nei prossimi giorni gli agricoltori si presenteranno davanti il Parlamento europeo vi farete trovare li?

Attenzione: il discorso non riguarda solo le mele ma anche altri frutti come le pere, le pesche, le albicocche, le ciliege, le fragole e via continuando. Ciò significa che non si deve lavorare per ridurre l’uso di fitofarmaci o pesticidi in agricoltura? Assolutamente no, ma il passaggio verso un’agricoltura sostenibile non potrà che essere graduale. Tutti siamo covinti che bisogna ridurre i pesticidi o fitofarmaci in agricoltura. Chi scrive, da due anni, non mangia più ciliege, perché l’80% e forse più delle ciliege che si trovano in Sicilia arrivano da chissà dove e sono piene zeppe di veleni. Detto questo, le demenziali fughe in avanti che penalizzano gli agricoltori europei e favoriscono gli agricoltori di altri Paesi del mondo sono solo balordaggini ideologiche messe in atto sulla pelle degli agricoltori.

Serve un nuovo Partito degli agricoltori europei

Cosa insegna la nuova buttanata ‘partorita’ dall’Unione europea? Che hanno ragione gli agricoltori olandesi. Ricordiamo che i primi agricoltori a protestare sono stati, lo scorso anno, gli olandesi. Lo scorso anno gli ‘europeisti’ – sostenuti soprattutto dai Verdi europei – hanno provato a smantellare 30 mila allevamenti di animali in Olanda. Ci sono state manifestazioni imponenti e gli agricoltori olandesi hanno fondato un partito politico che ha contribuito alla sconfitta dell’ex premier europeista, Mark Rutte, quello che avrebbe voluto smantellare gli allevamenti. Se gli agricoltori europei si vogliono salvare debbono creare un nuovo soggetto politico diverso da tutti i partiti politici presenti nell’attuale Parlamento europeo. Lo stesso discorso vale per l’Italia. Per gli agricoltori italiani votare Fratelli d’Italia, PD, Forza Italia e Lega alle prossime elezioni europee sarebbe un suicidio, perché si tratta di partiti che, di fatto, sostengono l’attuale Unione europea. Gli agricoltori italiani debbono individuare altri partiti o, meglio ancora, dare vita a un Partito degli agricoltori sul modello di quanto è stato fatto in Olanda. Questo nuovo partito prfenderebbe una barca di voti, perché la maggioranza dei cittadini euripei oggi appoggia la protesta degli agricoltori.

P.s.

Una domanda agli eurodeputati che hanno approvato questa nuova ‘genialata’: se nei prossimi giorni gli agricoltori si presenteranno davanti il Parlamento europeo vi farete trovare li?

3 commenti

  1. […] continuare: e continuerà. Ci auguriamo che la protesta degli agricoltori continui anche in Europa, contro il Parlamento europeo che vuole ulteriormente penalizzare gli agricoltori con le solite fol…. (Sopra, Ursula von der Leyen e Emmanuel macron, foto tratta da […]

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