Disastro incendi in Sicilia: gli assessori regionali al Territorio e all’Agricoltura e i vertici di Protezione Civile a Corpo Forestale cosa aspettano a dimettersi?

Siamo davanti al terzo fallimento consecutivo dell’attuale Governo regionale in materia di prevenzione degli incendi. Questa volta con due morti. Inchieste e dimissioni sembrano più che mai opportune

La quiete (o quasi) dopo la sciroccata ci consegna un paesaggio siciliano devastato per la terza volta consecutiva. La novità, rispetto alle due sciroccate precedenti di questa Estate siciliana di fuoco, è che ci sono due morti. E’ deceduta una donna di 42 anni: ha sfidato le fiamme per liberare i cavalli insieme con il padre e il fratello: con molta probabilità, l’aria irrespirabile le ha fatto perdere i sensi ed è stata travolta dalle fiamme; è successo a Mazzaforno, località balneare nel litorale di Cefalù. Il secondo decesso si è verificato in contrata Pantalina, al confine tra i Comuni di Balestrate e Trappeto, dove un uomo che si trovava nei pressi di una zona andata a fuoco è morto, ucciso dal fumo secondo la testimonianza della figlia. Quanto è avvenuto ieri in Sicilia è semplicemente incredibile, anche perché non si è materializzata una sciroccata con temperature estreme. A Palermo non si è andati oltre i 38-40 gradi e anche in altre aree dell’Isola le temperature non sono state proibitive. Ma i criminali che si presentano puntuali come orologi svizzeri ogni qual volta in Sicilia soffia il vento di Scirocco non si sono lasciati scappare l’occasione e, per la terza volta, hanno colpito duro. Devastanti incendi nella fascia tirrenica del Messinese, con coinvolgimento e chiusura dell’autostrada e di alcune strade; terribile l’incendio a Sant’Agata di Militello, con fiamme altissime e evacuazione di abitazioni ed aziende. Anche se, forse, la provincia più colpita dal fuoco è stata Palermo. Nel capoluogo della Sicilia è successo di tutto: fuoco nel quartiere di Brancaccio con venti famiglie evacuate e scuole chiuse; fuoco sulla Circonvallazione; fuoco in viale delle Scienze; di nuovo fuoco nella solita discarica di Bellolampo. Il fuoco ha colpito molte aree della provincia di Palermo: per esempio a Termini Imerese, nella zona dello stabilimento ex Fiat, a due passi dalla centrale elettrica che peraltro lavora con il gas. Incendi in provincia di Agrigento. Incendi nel Trapanese (qui un articolo con un video che documenta un incendio sul monte Sparagio); fuoco anche a Casa santa Erice. Incendi nel Ragusano (qui un articolo). Insomma, un disastro.

Sì, forse è il momento di sollecitare un’inchiesta – non soltanto giornalistica – per stabilire se ci sono responsabilità: per esempio, per capire se dopo due sciroccate erbe secche e arbusti secchi sono stati rimossi o se sono stati lasciati alla mercé dei possibili incendi

Bisogna chiedersi – soprattutto perché questa volta ci sono due morti – se gli incendi sono stati alimentati dalla presenza di erbe e arbusti secchi che non sono stati rimossi. Sarebbe veramente incredibile scoprire che in Sicilia, dopo due sciroccate con incendi alimentati dalla presenza di erbe e arbusti secchi, nessuno si sia premurato di ripulire le aree verdi e le zone private. Non stiamo dicendo nulla di nuovo. Nelle scorse settimane abbiamo raccontato degli arbusti e delle erbe secche presenti a Palermo nel Parco della Favorita e nelle aree verdi del quartiere ZEN. Subito dopo la seconda sciroccata era sembrato che la Regione avesse cambiato registro. Rileggiamo una dichiarazione riportata dal Giornale di Sicilia dello scorso 28 Agosto da Salvo Cocina, direttore generale della Protezione Civile regionale: “Tutte le organizzazioni di volontariato specializzate in antincendio – afferma Cocina – devono presidiare operativamente il territorio ai fini di deterrenza e di prevenzione incendi nonché di supporto e assistenza dei vigili del fuoco e della forestale. Le restanti associazioni disponibili si attivino per attività di prevenzione a supporto. I dirigenti responsabili delle province e i funzionari del Nucleo operativo pronto intervento della Protezione civile Siciliana sono tenuti a procedere”. Insieme al pattugliamento la protezione Civile regionale e, in generale, il Governo siciliano con tutte le sue articolazioni ha provveduto ad eliminare erbe ed arbusti secchi? Se così non fosse, beh, sarebbe un fatto veramente incredibile. Intanto, visti i danni enormi provocati alle persone e all’ambiente dagli incendi, ebbene, sarebbero più che mai opportune le dimissioni degli assessori regionali al Territorio e Ambiente e all’Agricoltura. Idem per i vertici della Protezione Civile e del Corpo Forestale. Ci auguriamo – là dove non si dovessero materializzare le dimissioni di questi soggetti – che in Assemblea regionale siciliana spunti una mozione di sfiducia per questi soggetti. Poi se la maggioranza del Parlamento dell’Isola dovesse bocciarla – ci auguriamo a voto palese – i ‘difensori’ di questi soggetti se ne assumeranno la responsabilità politica davanti ai cittadini. Tre sciroccate non possono provocare tre disastri – con due decessi nel caso dell’ultima – facendo passare tutto in cavalleria.

Foto Regione siciliana

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