La Ue a ‘trazione’ tedesca vuole prorogare l’uso del glifosato per altri dieci anni. Com’è possibile se in America sono ci sono già risarcimenti miliardari?

Negli Stati Uniti d’America i tribunali hanno già stabilito risarcimenti miliardari agli agricoltori avvelenati dal glifosato. Invece nell’Unione europea il glifosato fa bene alla salute… La denuncia del presidente di Italia Bio, Lillo Alaimo Di Loro

Da non crederci. La Commissione europea, presieduta dalla tedesca Ursula von der Leyen, ha proposto di rinnovare per altri dieci anni l’uso del glifosato in agricoltura che, guarda caso, viene prodotto in grande quantità dall’azienda tedesca Bayer, che negli anni passati si è fusa con la Monsanto, la multinazionale che è dovuta letteralmente scappare dagli Stati Uniti quando i Tribunali americani hanno cominciato a condannare la stessa Monsanto a risarcimenti miliardari agli agricoltori danneggiati da quello che viene considerato l’erbicida più diffuso al mondo. La nuova buffonata dell’Unione europea a ‘trazione’ tedesca ci dice che mentre negli Stati Uniti d’America il glifosato è considerato dannoso per la salute umana e per l’ambiente, in Europa si può continuare ad utilizzare perché così vuole la Germania, Paese che nella fallimentare Unione europea fa quello che vuole e impone ciò che vuole. A muso duro la reazione di Italia Bio, che con il suo presidente, Lillo Alaimo Di Loro (nella foto sotto), ricorda che “all’agricoltura europea, per la quale il Parlamento Ue ha individuato un ‘percorso di rigenerazione’ basato sulla produzione di alimenti sani nel rispetto delle risorse ambientali e naturali, il glifosato non serve”. Veramente pessima l’Unione europea a ‘trazione’ tedesca: dobbiamo togliere le auto a benzina e gasolio per limitare l’emissione di anidride carbonica e poi la stessa Ue ci propina il glifosato a vita. Che buffonate!

Il glifosato distrugge la biodiversità

L’Agenzia per la Ricerca sul Cancro, uno dei bracci operativi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2015, ha catalogato il glifosato come un “probabile cancerogeno per l’uomo”. Come già accennato, la Commissione Ue ha proposto di rinnovare per altri dieci anni l’autorizzazione al commercio di questo erbicida. “La proposta – leggiamo nel comunicato di Italia Bio – che dopo l’esame odierno (22 Settembre) verrà votata per l’eventuale approvazione nella seduta del 13 Ottobre, è frutto di un’azione di pressione del Glyphosate Renewal Group, la lobby delle aziende interessate alla produzione e alla distribuzione dell’erbicida. Il glifosato rappresenta un affare dal valore globale stimato tra i 7 e gli 8 miliardi di dollari, corrispondenti ad un volume annuo di oltre 700 mila tonnellate. Nel mondo viene distribuito su oltre 750 colture alimentari che raggiungono praticamente tutte le tavole del pianeta”. Sono tante le ragioni per cui Italia Bio chiede al Governo italiano di non votare a favore della proposta della Commissione: “L’agricoltura italiana, per cui il Governo ha intrapreso la strategia della sovranità alimentare – dice ancora Lillo Alaimo Di Loro – dovrebbe porre maggiore attenzione, non solo alla salute degli italiani, ma anche a quella delle matrici in cui la produzione agricola si realizza e alla biodiversità vegetale assicurata dalle numerose erbe spontanee- Una biodiversità che viene messa a rischio dall’uso degli erbicidi di sintesi. Se la ‘transizione ecologica’ e il ‘green deal’ – sottolinea sempre il presidente di Italia Bio – sono l’imperativo categorico della politica europea (almeno sul piano teorico) non è ammissibile alcuna riduzione della biodiversità vegetale e animale che rappresenta la pre-condizione per un’agricoltura sostenibile, unica possibile per le generazioni attuali e future. Un patrimonio che una volta perso non si potrà più ricostituire. A chi sostiene che senza glifosato ed erbicidi di sintesi non si possano raggiungere i livelli produttivi odierni – precisa Alaimo Di Loro – rispondiamo che oggi l’obiettivo non è la continua crescita delle produzioni a cui corrisponde l’aumento di eccedenze e di sprechi, ma piuttosto una produzione di alimenti sani e in quantità sufficiente”. Non si tratta di decrescita felice, dunque, ma di crescita nella consapevolezza dei reali bisogni alimentari e che il cibo (in qualità e quantità) rappresenta una delle migliori difese di cui disponiamo per la prevenzione dalle numerose malattie cronico-degenerative.

“Non servono altre argomentazioni per sostenere che il glifosato è utile solo a chi ne governa il business miliardario”

Ricordiamo che l’uso del glifosato è stato prorogato nell’Unione europea nel 2017 per cinque anni. Nel Dicembre del 2022 è arrivata la proroga di un altro anno. Oggi la Germania, come già accennato, pretende che il glifosato venga prorogato per dieci anni! I governanti tedeschi sono senza vergogna, bantiti politici di passo a 24 carati. Leggiamo ancora nella nota di Italia Bio: “La decisione della Commissione Ue di proporre il rinnovo per un altro decennio l’autorizzazione al commercio del glifosato – che per diventare operativa necessita di una votazione a maggioranza qualificata dai 27 Paesi dell’Unione – è stata presa in base al recente pronunciamento dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Quest’ultima lo scorso Luglio, non ha rilevato ‘aree critiche di preoccupazione’ per la salute umana, animale e ambientale derivante dall’uso del glifosato in agricoltura”. Non mancano le lacune nei dati: per esempio, l’esistenza di prove che collegano l’uso dell’erbicida a neurotossicità, danni al microbioma e danni alla biodiversità. “Non servono altre argomentazioni per sostenere – conclude il presidente di ItaliaBio – che il glifosato è utile solo a chi ne governa il business miliardario, non certo alla felicità dei popoli che nella qualità del cibo ripongono ogni speranza di curare la salute, per non dover curare le malattie, soprattutto quelle incurabili”. Per completezza d’informazione va detto che nel mondo ci sono altri Paesi dove il glifosato viene utilizzato nella produzione di diserbanti. Tra questi c’è la Cina, che forse oggi è il maggiore produttore del mondo. Ci sono Paesi, invece, dove il glifosato è stato vietato, ovvero Francia, Austria e Lussemburgo.

Foto di prima pagina tratta da Tele Ambiente

Se siete interessati vi consigliamo di approfondire la questione glifosato nel seguente articolo e negli allegati:

L’esposizione al glifosato aumenta del 41% il rischio di linfoma non Hodgkin”

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Glifosato, storica sentenza negli Usa: “Epa ha ignorato rischio cancro”

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