Fusaro su Mengoni con la gonna a Sanremo: non è anticonformismo ma il non plus ultra del conformismo liberal-progressista

di Diego Fusaro

Una civiltà che ha fatto della deregolamentazione e del rovesciamento di ogni limite il proprio baricentro

Continua indefessamente la catechesi liberal-progressista del festival della canzone italiana di Sanremo. Nella prima serata, l’artista Mengoni si è esibito con la gonna sul palco dell’Ariston. Il messaggio era chiaro e come tale è stato celebrato a tambur battente da tutti i principali e più venduti quotidiani: portare la gonna pur se si è uomini rappresenta, secondo la catechesi liberal, una encomiabile forma di rottura degli schemi e di rovesciamento dei tabù più collaudati. Questo è il messaggio che hanno provato a veicolare. Ma al di là del vitreo teatro delle ideologie le cose stanno in maniera diametralmente opposta: apparentemente anticonformistica, l’esibizione della gonna da parte di Mengoni rappresenta il non plus ultra del conformismo liberal-progressista di una civiltà che ha fatto della deregolamentazione e del rovesciamento di ogni limite il proprio baricentro. Lo sappiamo bene, la norma fondamentale del turbocapitalismo è la trasgressione di ogni regola, affinché prevalga l’illimitatezza coessenziale alla logica della valorizzazione del valore. La deregolamentazione dei mercati e dell’economia trapassa senza soluzione di continuità nella deregolamentazione etica e antropologica. Per questo, rispetto al gesto massimamente conformistico e fintamente anticonformistico di Mengoni, appare decisamente più anticonformista e rivoluzionaria perfino una suora che legga e studi Tommaso d’Aquino.

Foto tratta da Il Tempo

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