Germania fuori dall’Europa dell’euro? Impietosa analisi di ‘The Spectator’ sul tracollo dell’economia Ue. Italia nell’area del dollaro? Ma Trump non salverebbe prebende parlamentari e informazione farlocca

In Europa sta franando tutto ma non si deve dire. Pagliacci fino all’ultimo

Giunti a questo punto avvertiamo il dovere di illustrare quello che sta succedendo. Se non altro perché notiamo la persistenza di una pessima informazione persino su un argomento economico semplice come i dazi doganali americani. L’attuale presidente USA Donald Trump (sopra foto Wikipedia) già nella Primavera dello scorso anno, in campagna elettorale, non ha mai nascosto il suo programma in materia di economia. Ha sempre detto a chiare lettere: badate che se verrò rieletto alla Casa Bianca non governerò con un deficit federale alle stelle. Cercherò di convincere i Paesi che esportano prodotti in America, con le buone o con le cattive, ad acquistare una quota di prodotti americani. Se rifiuteranno farò ricorso ai dazi doganali. Il Regno Unito ha ceduto subito. Anche i cinesi hanno capito l’antifona e, dopo una settimana di scaramucce o giù di lì, hanno siglato un accordo con gli Stati Uniti in base al quale accettano i dazi doganali del 30%. La Cina esporta ogni anno tantissimi beni negli Stati Uniti e se si dovesse interrompere questo flusso la sua economia, che è già un po’ in affanno, crollorebbe. Xi Jinping, grandissimo leader del Paese del Dragone, ha commesso un errore: per fronteggiare la crisi economica interna – che non è solo legata al mattone ma è molto più profonda – ha esagerato un po’ con l’export verso gli USA. Ora, con Trump, la musica è cambiata e Xi Jinping ha capito, in attesa di alternative che allo stato attuale non esistono, che il suo Paese dovrà esportare un po’ meno negli USA, pagando un dazio del 30%, ed importare qualcosa in più dagli Stati Uniti d’Amerca.

Continua la disinformazione su dazi doganali americani con le minchiate ‘europeiste’ a ruota libera

Chi non sembra avere capito molto di quello che sta avvenendo sono i governanti dell’Unione europea e i tirapiedi di questa male affastellata congrega affaristico-massonica. In queste ore, dopo un paio di settimane di trattative a vuoto, Trump ha tagliato corto e ha detto che dall’1 Giugno i prodotti dell’Unione europea che vengono esportati in America saranno gravati di dazi del 50%. Il suo è un ultimatum: visto che i ‘capi’ dei 27 Paesi Ue non si mettono d’accordo tra di loro su cosa proporre al Governo federale americano, Trump li sta mandando a quel Paese. Di fronte a uno stallo che è provocato dai Paesi Ue, Germania in testa, l’informazione ‘europeista’ racconta minchiate. Infatti non mancano i commentartori, in buona parte ‘digiuni’ in economia, che blaterano sulla ‘pazzia’ di Trump, sul fatto che sta portando l’economia americana a sbattere e bugie varie. Con molta probabilità, questi Soloni non capiscono che, grazie ai dazi doganali universali del 10% introdotti da Trump dopo il suo insediamento, l’America incassa ogni giorno una barca di soldi. Questo perché tantissimi Paesi del mondo, Ue in testa, seguendo il demenziale credo ultra-liberista e globalista, sono diventati dipendenti del mercato americano.

Una stupidaggine pensare che i vertici Ue possano rappresentare gli interessi di 27 Paesi nelle trattative commerciali con gli USA. E infatti Trump li ha mandati a quel Paese

Chi invece andrà a sbattere è proprio l’Unione europea. Il motivo è semplice: perché è imposibile, per 27 Paesi Ue, con i rispettivi governanti divisi su tutto e con le idee confuse, trattare con un Paese, gli Stati Uniti, il cui presidente ha invece le idee chiarissime. Con l’aggravante che la Germania complica tutto, perché vorrebbe tornare a vendere le proprie auto in America. Richiesta stupida, perché l’obiettivo di Trump, peraltro sacrosanto, è rilanciare l’industria automibilistica americana per restituire al suo Paese i milioni di posti di lavoro che ha perso a causa della criminale globalizzazione. Come finirà? Per l’Unione europea malissimo, perché non crediamo che gli ‘europeisti’ siano così lungimiranti da capire che ogni Paese europeo deve trattare con Trump per proprio conto. La Germania, pur di non cedere agli USA, trascinerà l’Ue nel baratro. Incapaci di capire i processi economici, i tedeschi, che con le arti dell’imbroglio e del ricatto sono diventati i padroni dell’Europa, si sono auto-incaprettati. Con la truffa dell’euro moneta a credito, con la truffa del debito pubblico e con la truffa dello spread la Germania ha impoverito la maggioranza degli Stati Ue i cui cittadini, oggi, non hanno più i soldi per acquistare le auto tedesche e, in parte, nemmeno i soldi per mangiare. I tedeschi, attraverso la Commissione europea che controllano, proveranno ad arraffare anche il risparmio privato dei cittadini Ue? Non ci crediamo, perché finirebbe a ‘bordello’.

L’economia italiana affonda ma le ‘Agenzie’ ne celebrano i fasti. Certo che ce ne vuole…

L’Italia è l’esempio classico della crisi economica che sta travolgendo l’Unione europea. In Italia mancano i soldi alle Regioni, mancano i soldi ai Comuni, le Province sono ridotte ai minimi termini, centinaia di cantieri sono bloccati perché i fondi del Pnrr e del Fondo di sviluppo e coesione o sono arrvati in mimina parte o non sono mai arrivati. Tutti reclamano soldi: milioni di dipendenti pubblici meno pagati d’Europa; medici e infermieri meno pagati d’Europa mentre la sanità pubblica precipita nel caos; l’agricoltura, con poche eccezioni, sta affondando; l’attività industriale frana, massacrata dal costo proibitivo dell’energia e dalle crisi di mercato, con l’industria automobilstica italiana ormai ferma al 90%; le attività commerciali vanno indietro sia in valore, sia in volume mentre migliaia e migliaia di piccoli negozi chiudono giorno dopo giorno; non parliamo del popolo delle partite IVA tartassato più che mai; i prelievi sui giochi aumentano sempre mentre i premi si riducono. Persino il mondo del cinema – settore iperprotetto – batte cassa. Senza la televisione-anestesia-mentale che da mattina a sera disinforma e stordisce milioni e milioni di persone con il calcio, il tennis, i programmi strappa-lacrime, il fascismo, l’antifascismo e le risse quotidiane di talk show vacui e fatui milioni di italiani sarebbero già in piazza con i forconi. Eppure le ‘Agenzie’ promuovono i conti di un’Italia che affonda tra i ‘festosi belati’ dell’etere (vocalizzazioni tipiche delle capre). Non c’è più cosa sentire!

I dati economici spaventosi dell’Europa descritti da The Spectator

Nessuno dice una cosa semplicissima: senza i bonus che stanno svenando l’INPS (chissà se i quarantenni e i cinquantenni di oggi si chiedono dove vanno a finire i soldi che ogni mese gli trattengono…), il 50% e forse più di quel poco di economia italiana che è ancora in piedi sarebbe già sparita e si conterebbero milioni di disoccupati in più. Un uomo politico uu po’ avanti con gli anni di grande intelligenza ci rimprovera sempre: “Siete apocalittici”, ci dice. Da buon esponente della cosiddetta Prima Repubblica keynesiana, non riesce a capire i danni materiali e morali che ha prodotto la globalizzazione economica non solo in Italia ma in tutta l’Europa e in mezzo mondo. In sintesi, tanto per restare in tema, l’analisi di The Spectator, il settimanale britannico più antico del mondo: “L’economia dell’Ue è in profonda stagnazione, paragonabile a uno stato morente… I fatti e le cifre sono sorprendenti: dal 2000 la quota dell’industria europea nel mercato mondiale è scesa dal 22,5% al ​​14%. La quota dell’acciaio europeo sul mercato mondiale è scesa dal 7% al 4%. Dal 2020 la produzione chimica è diminuita del 15%. Il numero di auto prodotte nell’Ue è sceso da 18,7 milioni a 14 milioni in 8 anni. Ancora: 3 milioni di aziende agricole sono state chiuse dal 2015“. Il periodico si sofferma sul gas della Russia che non arriva più nel Vecchio Continente. Di conseguenza i costi dell’energia in Europa sono quattro volte superiori ai costi dell’Asia e cinque volte superiori ai costi energetici degli Stati Uniti. In questo scenario si susseguono gli incontri più o meno riservati tra i vertici della Germania e gli esponenti degli altri Paesi Ue.

Italia nell’area del dollaro? Non sarebbe una follia: anzi. Il problema è che Trump non garantirebbe le prebende dei politici e l’informazione farlocca

Retro-pensiero: per caso i tedeschi si stanno preparando ad uscire dall’Unione europea? Fino a quando l’euro è servito alla Germania per ‘alleggerire’ i Paesi dell’Europa mediterranea ed esportare senza limiti negli USA andava bene. Ma adesso che frana tutto che se ne fanno i tedeschi dell’Europa e dell’euro? Anche se non lo ammetteranno mai, i politici che vanno in processione tra Berlino e Bruxelles stanno cercando di capire se riusciranno a salvare vitalizi e prebende: che sono le uniche cose che gli interessano. Ma dal mondo teutonico pare arrivino brutte notizie… E l’Italia? Aderire all’area del dollaro? L’ipotesi non è campata in aria. Ma Trump, è chiaro, tutelerebbe le fasce deboli dell’Italia, non certo stipendi & prebende dei parlamentari e mezzi d’informazione del Belpaese che non hanno fatto altro che sputtanarlo. Tra l’altro, sempre con la politica della ‘lesina’, perché l’America, come già sottolineato, deve ridurre il deficit e prepararsi al ritorno a una moneta agganciata all’oro. Trump ha sbaraccato l’USAID – gloriosa sparti-picciuli-mansi (per i non siciliani, distribuzione di soldi senza regole) dei Democratici americani, una sorta di cassaforte universale mantenuta dagli ignari cittadini USA che foraggiava tutto e il contrario di tutto, dall’informazione (o quasi) alle Ong – figuriamoci se terrà in piedi le clientele italiane. La vediamo brutta per ‘europeisti’ e Italia.

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