Gesù prende in giro gli scribi e i farisei che si consideravano “dotti e sapienti” ma che, in realtà, deformavano il volto di Dio

di Frate Domenico Spatola

Commento a un passo del Vangelo di Matteo (11, 25-30)

Gesù ironizza sui sedicenti “dotti e sapienti”, che si ritenevano possessori di una verità che il Padre non aveva comunicato loro ma aveva riservato ai piccoli e ai semplici che, senza pregiudizi, accoglievano il suo messaggio d’amore e libertà. Gli scribi e i farisei si ritenevano detentori della Scienza di Dio e possessori delle chiavi per la conoscenza. Imponevano perciò, moltiplicando a dismisura, leggi che opprimevano fino a deformare il volto di Dio, che facevano apparire da giudice implacabile e vendicativo. Caricavano infatti fardelli insopportabili, che essi non sfioravano neppure con un dito. Allora il suo invito fu da antagonista. Li invitava a venire a lui, mostrando la soavità della sua Legge, che conosceva solo le corde del cuore. La descrive leggera, perché parla d’amore. E di ciò faceva eucaristia di ringraziamento con il Padre.

Foto tratta da di briciole di Vangelo

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