Giorgio Agamben: Julien Assange non è tenuto prigioniero solo per punire le inchiesta passate di Wikileak ma per impedire l’indagine tutt’ora in corso su Google

Una riflessione del filosofo italiano sul grande giornalista Assange imprigionato da americani e inglesi

L’amica Carla Hamel ha postato sulla propria pagina Facebook una riflessione del filosofo Giorgio Agamben (foto sotto tratta da Il Giornale) sul giornalista Julian Assange (foro sopra tratta da Il Riformista) tenuto prigioniero dagli anglosassoni per aver rivelato segreti militari-criminali degli stessi anglosassoni: “Ho incontrato Assange – dice Agamben – nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Assange mi ha riferito che stava indagando sull’uso che Google si preparava a fare dell’immensa quantità di informazione di cui dispone. Si trattava, secondo Assange, di vendere a società di assicurazione e ai Servizi segreti dati sugli interessi, i desideri, i consumi, lo stato di salute, le letture, insomma sulla vita in ogni suo aspetto di milioni di individui. Secondo Assange – e io credo che si possa condividere il suo giudizio – questo avrebbe significato un incremento senza precedenti delle possibilità di controllo da parte dei poteri economici e polizieschi sugli esseri umani. In questione nell’arresto di Assange non è quindi soltanto il desiderio di punire le inchieste passate di Wikileaks, ma di impedire l’indagine tuttora in corso, che evidentemente viene percepita dagli interessati come una minaccia”.

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