Gli incendi boschivi in Sicilia. Il rimboschimento è stato avviato? Se sì, si sta evitando di piantumare alberi ricchi di resine infiammabili? Perché non puntare sui carrubi?

Due iniziative lodevoli – a Gangi e a Santa Teresa Riva – ci introducono a un tema oggi essenziale in Sicilia: il rimboschimento

Tra le tante notizie che scorrono in queste ore ne segnaliamo due. A Gangi, sulle Madonie, nei giorni scorsi sono stati inseriti 30 nuovi alberi, uno per ogni bambino appena nato. Iniziativa voluta dall’Ordine Francescano secolare di Sicilia “Immacolata Concezione” in collaborazione con il Comune di Gangi. A Santa Teresa Riva, in provincia di Messina, ‘germoglia’ il progetto Bosco Diffuso. Qui i protagonisti sono il Consorzio che riunisce sotto il marchio Despar sei aziende della distribuzione alimentare e negozianti affiliati, Despar Messina e l’Associazione Ulisse. “Grazie alla partnership con PlanBee – leggiamo nel comunicato – saranno piantati, nel corso di diverse tappe itineranti, 1404 alberi in sette località italiane, corrispondenti ai territori di competenza dei soci del Consorzio”. Nel Comune del Messinese verranno piantumati specie Citrus Yunus, un agrume molto diffuso in Giappone. Non sappiamo, invece, che alberi hanno inserito a Gangi.

Perché per il rimboschimento vanno evitati gli alberi ricchi di resine, che sono notoriamente infiammabili

In una Sicilia funestata dagli incendi boschivi le due iniziative sono importanti. Ci chiediamo e chiediamo: l’amministrazione pubblica siciliana sta provvedendo a rimboschire la Sicilia? E, se è così, con quali alberi? Ci limitiamo a segnalare, alla luce dei tanti incendi dolosi che ogni Estate colpiscono la nostra Isola, che effettuare il rimboschimento con le piante ricche di resine è un gravissimo errore, perché di tratta di alberi che contengono resine, sostanze infiammabili. Non c’è bisogno di essere Sherlock Holmes per capire che dietro gli incendi boschivi c’è un grande giro di affari con i mezzi aerei. Il problema è che la Sicilia, negli ultimi tre anni, ha perso circa il 50% del proprio patrimonio boschivo. Questo è avvenuto perché, invece di dislocare gli operai forestali nelle aree verdi della Sicilia – comprese le aree verdi comunali e privare spesso abbandonate – con un servizio H 24 si è preferito ricorrere ai mezzi aerei per spegnere gli incendi. Logica impone che gli incendi boschivi si prevengono: e si prevengono con la presenza degli operai forestali a partire dai primi mesi della Primavera: operai forestali che debbono eliminare erbe e arbusti secchi dal sottobosco, perché è la presenza di erbe secche e arbusti secchi nel sottobosco a facilitare la diffusione degli incendi boschivi. Non solo. La presenza degli operai forestali nelle aree verdi della Sicilia – comprese le aree comunali e private – consente di intervenire subito là dove dovesse materializzarsi un incendio.

In Sicilia la prevenzione degli incendi boschivi è carente. Al suo posto va in scena un gioco della parti

In Sicilia, invece, non si effettua la prevenzione degli incendi, se non in casi sporadici, non si ‘trovano’ mai i soldi per avviare al lavoro gli operai forestali a metà Primavera e si trovano invece i soldi – a quanto pare tanti soldi – per utilizzare i mezzi aerei antincendio. Il problema è che per utilizzare i mezzi aerei antincendio devi fare in modo che gli incendi esplodano, per poi recitare nei mezzi di informazione la parte dell’amministratore pubblico ‘affranto’ per la presenza dei ‘cattivi piromani’ che danno fuoco ai boschi. Una farsa. Abbiamo cercato di sintetizzare il gioco della parti che va in scena da anni in Sicilia in materia di incendi boschivi. Il tutto in un contesto internazionale gravissimo, con i cambiamenti climatici in corso e con gli incendi boschivi che negli ultimi anni funestano mezzo mondo, dal Canada (dove quest’anno sono andati in fumo, nel silenzio generale, quasi 15 milioni di ettari di boschi) all’Alaska, dalla California alla Siberia, dal Centro Africa (in quest’area, quest’anno, incendi gravissimi) al Sudamerica, dalla Grecia (anche in questo caso incendi gravissimi quelli andati in scena la scorsa Estate) al Nord Europa. Per dirla in breve, mentre il mondo si interroga sul perché di incendi boschivi terribili per gli equilibri naturali del Pianeta, in Sicilia ci balocchiamo con i mezzi aerei e facciamo lavorare a metà, quando va bene, gli operai forestali. Il pirandellismo è arrivato anche nei boschi siciliani…

E’ stato un errore gravissimo smantellare l’Azienda Foreste Demaniali della Regione. Perché non rimboschire con i carrubi?

Siamo arrivati, così, a un’altra questione, che è anch’essa fondamentale: il rimboschimento. Un tempo in Sicilia della demanializzazione dei terreni e del rimboschimento si occupava l’Azienda Foreste Demaniali della Regione. I ‘geni’ del Governo regionale di Raffaele Lombardo, tra il 2008 e il 2012, l’hanno ‘riformata’, cioè ridotta ai minimi termini. Tra l’altro, anche quando il rimboschimento in Sicilia era una cosa seria non sono mancate le polemiche per la piantumazione di alberi estranei al contesto e alla storia naturalistica della Sicilia: è il caso degli eucalipti, alberi originari dell’Oceania, piantumati in Sicilia perché crescevano velocemente, forse un po’ troppo velocemente. Ma il tema, oggi, non è questo. Il tema, oggi, è capire se l’amministrazione pubblica siciliana sta rimboschendo la Sicilia dopo i terribili incendi boschivi che vanno in scena ormai da quasi otto anni e, se sì, che tipo di alberi si stanno utilizzando. A nostro modesto avviso, andare a piantumare le conifere in un momento storico in cui gli incendi boschivi dolosi funestano il mondo è un errore, perché le conifere contengono resine che sono infiammabili. Perché, per citare un esempio, non cominciare a rimboschire con gli alberi di carrubo, che si prestano poco per gli incendi boschivi? La nostra è solo un’idea, che nasce dal fatto che il carrubo un tempo era molto diffuso nella nostra Isola. Dopo di che ci sono tante altre essenze arboree che potrebbero essere utilizzate. L’importante è evitare le piante ricche di resine. Almeno questo si può fare.

Foto sopra tratta da Monopoli Tre Rose

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