Il blocco del Mar Rosso scatena l’inflazione nell’area Ue e aumenta i costi per esportare beni in Medio Oriente, India e Sud est asiatico. Made in Italy colpito in pieno

Con questo ‘scherzetto’, dice la Coldiretti, il nostro Paese rischia mezzo miliardo di euro di esportazioni di ortofrutta

Ieri sera abbiamo scritto che a causa del blocco del Mar Rosso in Europa si scatenerà un aumento dell’inflazione e una speculazione sulla stessa inflazione. A pagarne le spese saranno i consumatori europei. Ma il problema della chiusura del Canale di Suez avrà anche effetti nefasti sull’esportazione dei prodotti italiani diretti in Medio Oriente, India e Sud est asiatico. A cominciare dall’ortofrutta italiana. Argomento affrontato in un articolo di ITALIA FRUIT NEWS. L’Italia, scrive il giornale, rischia mezzo miliardo di euro di esportazioni di ortofrutta. Riassumendo, la guerra in Ucraina sta svuotando le ‘casse’ dell’Unione europea sia per fornire armi alla stessa Ucraina, sia per sostenere i milioni di profughi ucraini arrivati in Europa nel silenzio generale, mentre la guerra in Medio Oriente, che ha provocato la chiusura del Mar Rosso da parte del mondo arabo come risposta agli attacchi di Israele nella Striscia di Gaza, sta provocando, contemporaneamente, ammento dell’inflazione e problemi enormi nell’esportazione dei prodotti europei in Medio Oriente, India e Sud est asiatico. Per l’Italia la ‘botta’ è terribile.

“Si registra un aumento dei costi stimabile in 6/7 centesimi per ogni chilogrammo di merce trasportata che incide sulla competitività delle esportazioni nazionali”

ITALIA FRUIT NEWS cita una dichiarazione dei vertici della Coldiretti: “L’allungamento delle rotte marittime tra Occidente e Oriente, costrette ad evitare il Canale di Suez, a causa dei ripetuti attacchi terroristici, hanno portato ad aumenti vertiginosi del costo dei trasporti marittimi e dei tempi di percorrenza”. Nell’articolo si dice che se prima della crisi del Mar Rosso gli esportatori di ortofrutta italiana impiegavano 28 giorni per far arrivare i prodotti a destinazione, oggi occorrono più di 40 giorni. Per carità: ci sono prodotti agricoli che possono resistere circa 12 giorni in più; ma ci sono prodotti ortofrutticoli che non resistono tutto questo tempo. In ogni caso, sono costi di trasporto maggiorati, come sottolineano i vertici della Coldiretti: “Si registra un aumento dei costi stimabile in 6/7 centesimi per ogni chilogrammo di merce trasportata che incide sulla competitività delle esportazioni nazionali”. Quali sono i prodotti agricoli colpiti? In primo luogo le mele che, è noto, si coltivano nel Nord Italia, ma anche altri prodotti agricoli.

La questione non può essere ignorata dagli agricoltori europei che in questi giorni hanno cominciato protestare nelle piazze: questo vale anche per gli agricoltori siciliani che hanno iniziato a protestare

Cosa ci dice la crisi del Mar Rosso e del Canale di Suez? La prima cosa logica l’abbiamo sottolineata ieri sera: i ribelli Houthi che bloccano lo Stretto di Bab al-Mandab sono legati all’Iran, alla Russia e alla Cina. Pensare di sconfiggerli e di riattivare la navigazione nel Mar Rosso è un’illusione. La guerra intentata dagli anglosassoni contro i ribelli Houthi è una perdita di tempo e di risorse e crea altri problemi economici all’Unione europea. Il blocco del Mar Rosso e del Canale di Suez sono una risposta di Iran, Cina e Russia alla guerra a Gaza e una risposta di Cina e Russia alla guerra in Ucraina. L’obiettivo, lo ribadiamo, è indebolire l’economia occidentale, in testa l’Unione europea. La questione non può essere ignorata dagli agricoltori europei che in questi giorni hanno cominciato protestare nelle piazze: questo vale anche per gli agricoltori siciliani che hanno iniziato a protestare. Va sottolineato, infatti, che la guerra nello Stretto di Bab al-Mandab danneggia di più l’Europa e meno gli Stati Uniti d’America che, stranamente, dicono di non avere le risorse economiche per proseguire gli aiuti all’Ucraina nella guerra contro la Russia ma hanno trovato le risorse economiche per aprire una nuova guerra nel Mar Rosso…

Foto tratta da Corriere ortofrutticolo  

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