Americani ed europei se ne facciano una ragione: nel Mar Rosso hanno vinto ribelli Houthi, Iran, Russia e Cina. Non resta che prendere atto della sconfitta e limitare i danni

La nave cargo greca battente bandiera maltese colpita oggi è un segnale chiarissimo: nel mar Rosso comanda il mondo arabo e non gli occidentali

I ribelli Houthi hanno colpito ancora. E l’hanno fatto bombardando una nave cargo di proprietà greca che batte bandiera maltese che attraversava il Mar Rosso. Non è stato un vero e proprio attacco: insomma, non c’era l’intenzione di distruggere la nave. E infatti i danni sono stati lievi e non ci sono stati morti e feriti. E’ stato un segnale preciso lanciato non soltanto alla nave colpita ma a tutti gli occidentali: da qui le imbarcazioni commerciali occidentali non debbono più passare, se ignoreranno il nostro avvertimento sarà a loro rischio e pericolo. Il messaggio è stato subito recepito dalla multinazionale Shell, che ha comunicato che non farà più passare le navi dal Mar Rosso. Stessa musica per il gruppo giapponese Nyk, una delle più antiche società di navigazione del mondo che sta valutando il cambio di rotta. La reazione degli occidentali non si è fatta attendere, con la cattura di una nave che trasportava missili iraniani destinati ai ribelli Houthi. Servirà a qualcosa? A nostro modesto avviso, no, perché la decisione di bloccare il transito delle navi commerciali dal Mar Rosso e quini dal Canale di Suez interessa non soltanto l’Iran a anche Russia e Cina. E’ una reazione alla guerra in corso a Gaza e alla guerra in Ucraina. Questa rotta marittima è una delle più trafficate del mondo: bloccandola, Iran, Russia e Cina danneggiano l’Occidente e, segnatamente l’Unione europea. (Foto sopra tratta da Remocontro)

Stati Uniti d’America e Unione europea debbono capire che non si può andare in Paradiso a dispetto dei Santi

Dei danni economici che il blocco del Mar Rosso sta provocando abbiamo scritto più volte (qui un articolo). E’ interessante anche descrivere l’atteggiamento politicamente demenziale dell’occidente. Pensare di rendere di nuovi navigabile il Mar Rosso è come pretendere di andare in Paradiso a dispetto dei Santi. Intanto il Mar Rosso non fa parte dell’Occidente. Questo benedetto Mar Rosso è sotto l’oggettiva del mondo arabo. In tempo di pace, in un clima di concordia, è aperto a tutti. Ma non è un atteggiamento di persone razionali appoggiare Israele che sta massacrando i palestinesi di Gaza, suscitando lo sdegno di quasi tutto il mondo arabo e pretendere di poter navigare nel Mar Rosso dove dominano gli arabi. Non c’è bisogno di essere particolarmente intelligenti per comprendere una cosa così lapalissiana. Tra l’altro, in questa fase storica, quasi tutto il mondo arabo è schierato con Cina e Russia. Pensare di far passare le navi commerciali occidentali scortate da militari dei Paesi dello stesso Occidente è un’idea che, senza offesa per nessuno, è stupida, perché si aprirebbe un tiro al bersaglio contro le stesse navi occidentali. Lo hanno capito perfettamente i titolari delle società di navigazione occidentali che hanno deciso di non passare più dal Mar Rosso allungando il tragitto dal capo di Buona Speranza. Insomma, non si può andare in Paradiso a dispetto dei Santi.

Meglio perdere che straperdere

In questo scenario il progetto di una forza militare dell’Unione europea per liberare il Mar Rosso è un’altra manifestazione macroscopica di dabbenaggine politica allo stato puro. In politica, come nella vita, bisogna accettare le sconfitte. I ribelli Houthi e chi li sostiene hanno vinto. E’ bene che gli americani e gli europei ne prendano atto. Spedire nell’area del Mar Rosso navi militari, aeree, armi e chi più ne ha più ne metta per combattere contro i ribelli Houthi sarebbe tempo perso. La militarizzazione del Mar Rosso peggiorerebbe le cose, perché il mondo arabo vivrebbe questa mossa come un’odiosa ingerenza occidentale in un’area del mondo che non è occidentale. La tensione aumenterebbe, si allargherebbe l’area del conflitto e, con molta probabilità, le navi commerciali non potrebbero più passare nemmeno dal Capo di Buona Speranza. Ribadiamo: all’Occidente non resta che prendere atto della sconfitta, provando a limitare i danni fin dov’è possibile. Sappiamo benissimo che per americani ed europei sarebbe un’umiliazione. Ma in certi casi, si sa, è meglio perdere che straperdere.

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