Il ‘caso’ Matteo Salvini-Iolanda Apostolico: come diceva Giulio Andreotti, “a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si azzecca”

di Andrea Piazza

Da illogicità a illogicità

Assistiamo come ad uno spettacolo di strada all’apertura di un nuovo fronte in relazione alle dichiarazioni di Matteo Salvini contro il magistrato Iolanda Apostolico. Per onestà intellettuale premetto che sono un elettore di centrodestra che valuta un assurdo giuridico il processo denominato “Open Arms” celebrato contro Matteo Salvini, con l’ulteriore illogicità che l’ipotesi accusatoria ha sollevato da qualsivoglia profilo di responsabilità omissiva l’allora premier Giuseppe Conte, che nell’eventualità avrebbe potuto adottare un bel DPCM e fare scendere tutti i presunti sequestrati. Sotto tale profilo, riscontro diverse analogie alla vicenda Luca Palamara, dove il magistrato romano, da solista, come direttore, è stato ritenuto responsabile del SISTEMA di nomine senza avvalersi del conforto dell’orchestra.

Come nel film la cambiale di Totò e Peppino che nel medesimo processo rivestivano congiuntamente la funzione di testi a favore e contro

Fatta la doverosa premessa, non ho assolutamente gradito il carosello che si è aperto contro il singolo magistrato, considerato che il suo provvedimento è suscettibile di impugnazione. La circostanza della singola persona attaccata da tutti mi ha proiettato istintivamente alla solidarietà. Se ha errato sarà l’autorità giudiziaria d’appello a motivarlo sempre “nella speranza che riuscirà il collegio a restare terzo”. Le immagini televisive (di evidente acquisizione DIGOS ) non sono frutto di un nuovo squadrismo, perché è evidente che si è trattata di ordinaria attività, anche se ha certificato una presenza mai dichiarata e contribuito ad infuocare ulteriormente il clima. Ho sentito giudizi critici a favore e contro di diversa levatura (come nel film la cambiale di Totò e Peppino che nel medesimo processo rivestivano congiuntamente la funzione di testi a favore e contro).

Sbagliato mettere sullo stesso piano il generale Vannacci con la magistrata Apostolico

Ritengo alla base di tutti gli articolati e complessi ragionamenti che, in primis, il mondo dell’informazione sia incorso in una macroscopica svista. In molti hanno messo anche sul medesimo piano la vicenda del generale Roberto Vannacci con quella del magistrato Apostolico senza in realtà evidenziare l’unico aspetto sostanziale che caratterizza la posizione del magistrato rispetto al militare… Inoltre alla fine della considerazione porrò un quesito. La particolarità assorbente che non possono rapportarsi le due figure è semplice: la dottoressa Iolanda Apostolico è un magistrato togato, che eserciterà per tutta la propria vita professionale la rilevantissima funzione. Il magistrato, a differenza di tutte le altre funzioni professionali o politiche, è espressione per riconoscimento costituzionale di un singolo potere dello Stato e, segnatamente, del terzo potere, dopo quello legislativo ed esecutivo che in ogni caso si caratterizzano per una durata a termine. Sappiamo tutti che la nostra decantata Carta costituzionale è stata strutturata sul bilanciamento dei poteri per scongiurare nuove derive autoritarie. In conclusione possiamo serenamente affermare che mettere il rappresentante di un potere dello Stato – quello GIUDIZIARIO – sullo stesso piano di altri è un illogico giuridico al pari del processo celebrato contro l’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Pensando al Senatore a vita Giulio Andreotti

Nel chiudere la breve considerazione mi sovviene un’ultima riflessione che in termini statistici, come il giuoco delle probabilità, mi riporta al meccanismo del CORRENTISMO NELLA MAGISTRATURA DI PALAMARA memoria. Mi chiedo: come mai un magistrato estremamente sensibile e probabilmente ideologicamente orientato è stato casualmente assegnato alla competenza che decide in ambito immigrazione? Forse ci potrebbe venire in soccorso un grande politico del passato, Giulio Andreotti, che soleva dire che “a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si azzecca”.

Foto tratta da Tiscali Notizie

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