Il ciclista con gli auricolari del telefono cellulare che parla, non guarda e invade la corsia di sinistra. Il pedone al cellulare che non guarda dove mette i piedi…

Pensavamo che la televisione fosse imbattibile nel rincretinire le persone. Non abbiamo considerato le ‘potenzialità’ del telefono cellulare…

Palermo, via Aurispa incrocio con via Serradifalco. Siamo fermi al semaforo. Una sola fila, perché la strada è stretta. Davanti a noi ci sono cinque auto. Guardando nello specchio lato-visore vediamo un ciclista che ignora la fila invadendo la corsia di sinistra. Notiamo che va a zig zag. Nel frattempo scatta il verde. Un’auto ferma in via Cataldo Parisio attraversa l’incrocio con via Serradifalco e si immette in via Aurispa (via Cataldo Parisio è il proseguimento di via Cataldo Parisio). Noi abbiamo iniziato a spostarci con la freccia a sinistra, per girare per via Serradifalco. Sullo specchio lato-visore seguiamo sempre il ciclista che va a zig zag che sembra ubriaco. L’auto che proviene da via Cataldo Parisio non investe il ciclista per miracolo: il ciclista, infatti, zigzagando si è spostato a sinistra. Per sua fortuna l’automobilista che proviene da via Cataldo Parisio si è letteralmente gettato sul distributore di benzina che si trova sulla sua sinistra e l’ha evitato. L’automobilista grida al ciclista: “Sei rincoglionito!”. E rivolgendosi vero un pedone aggiunge: “L’ha visto? Percorre in bicicletta la corsia di sinistra con gli auricolari del telefono. Un automobilista distratto l’avrebbe investito in pieno. E’ veramente un gran coglione”.

Un ciclista con gli auricolari del telefono cellulare che non ha nemmeno capito che ha rischiato la vita

Nel frattempo noi siamo arrivati all’incrocio con via Serradifalco, ma non abbiamo iniziato a svoltare a sinistra, perché vediamo arrivare, sulla nostra sinistra, sempre sulla corsia di sinistra, questo benedetto ciclista. Vedendo che, con la freccia a sinistra, non abbiamo imboccato la via Serradifalco, il guidatore dell’auto che sta dietro di noi ci regala un violento colpo di clacson di quelli assordanti. Non ci crederete, ma anche il ciclista smette di parlare al telefono e si accorge di essere a un po’ meno di un metro sulla nostra sinistra. “Lei – ci dice con tono adirato – non può mettere la freccia così: deve stare attento”. Si è fermato proprio davanti a noi, impedendoci di svoltare a sinistra. L’autista alla guida dell’auto che sta dietro di noi, che, come noi, ha assistito a tutta la scena, grida al ciclista: “Ti vuoi spostare con ‘sta minchia di bicicletta?”. Il ciclista lo guarda e replica: “Lei si faccia i fatti suoi!”. Controreplica dell’automobilista: “Senti, coglione, l’hai capito o no che sei vivo per miracolo? Un’automobile ti ha evitato per un soffio e non ti sei accorto di nulla perché parli al telefono cellulare mentre percorri una strada sulla corsia di sinistra: sei un perfetto coglione!”. Il ciclista replica gridando. A questo punto si sente aprire uno sportello di un’auto: è il terzo o quarto della fila che si dirige e grandi falcate verso il ciclista: “Scimunito – dice al ciclista – pi tia ora ci pensu io“. Tocca a noi: “Senta – diciamo al ciclista – assodato che lei è un cretino ai sensi di legge, le consiglio vivamente di togliersi di torno perché il signore che sta arrivando non si limiterà a constatare, come stiamo facendo noi, la sua indiscutibile condizione di cretino”. Il ciclista, che avrà sì e no una trentina di anni informa la bicicletta e va via dicendo: “Solo perché voglio evitare discussioni…”.

La ragazza con il cellulare in mano che finisce, senza accorgersi di nulla, nel bel mezzo della strada

Due minuti dopo, in via Serradifalco, anche questa una strada stretta, seconda scena. Un automobile venuta fuori da un parcheggio sulla nostra sinistra ci precede. Una ragazza con un telefono cellulare davanti agli occhi non parla: grida e ride. Non guarda la strada ma il telefono cellulare. Non si è accorta, presa dalla frenesia del telefono cellulare, si essere finita nel bel mezzo della strada. L’auto che sta davanti a noi si è fermata. Quando la ragazza giunge a un metro dall’auto che sta davanti a noi il guidatore le regala un colpo di clacson di quello ‘giusto’, prolungato. La ragazza finalmente si è ‘svegliata’ e si è bloccata. Dovrebbe chiedere scusa. Invece inveisce contro il guidatore: “Così si usa il clacson? L’infarto mi stava venendo!”. Il guidatore esce dall’auto e replica: “Egregia signora, se non avessi suonato il clacson lei sarebbe venuta a sbattere sulla mia automobile. Mi dovrebbe ringraziare e si lamenta pure”. La risposta ferma dell’automobilista convince la ragazza ad andare via. In queste due vicende c’è di mezzo il telefono cellulare, che, in strada, è pericoloso anche per i ciclisti e per i pedoni. Sono tanti gli incidenti automobilistici – anche mortali – che vanno in scena a Palermo. Forse bisognerebbe fare qualcosa. Cosa non lo sappiamo: ma sappiamo che troppa gente parla con disinvoltura al telefono cellulare mentre guida. poi ci sono pure i ciclisti con gli auricolari e io pedoni che camminano parlando al telefono cellulare su marciapiedi e strade…

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