Il conflitto tra Israele e Iran è arrivato ad un punto insanabile. La teocrazia iraniana di Ali’ Khamenei farà di tutto per resistere. Non ci rimane che sperare in una nuova pagina di storia del Medio Oriente

In questa vicenda l’Unione euopea è assente, condannata all’irrilevanza

di Andrea Piazza

È “divampato” il focolaio acceso da sempre tra Israele ed Iran. Siamo arrivati ad un tornante della storia, il cu esito riassegnerà il ruolo di ciascuno singolo Stato, ad eccezione di noi europei sempre più addentro al ruolo di comparsa. È così, siamo partiti oltre duemila anni fa come caput mundi ed adesso siamo consegnati con il solo Kaput in salsa tedesca. C’è il detto dell’abate Martino che per un punto perse la K, noi italiani contro i nostri interessi l’abbiamo trovata e consegnato le chiavi di casa nostra. Ma oltre alla K made in Europe, esiste un rapporto di equivalenza strutturale con le H (come la bomba) made in Iran: le famigerate cinque H mediorientali del male, la cui mission è la destabilizzazione dell’area. La teocrazia iraniana, all’esterno dei propri confini, ha strutturato un perimetro esterno di avanguardia con l’intento di colpire Israele in chiave difensiva pro Iran. Abbiamo: gli Houthi nello Yemen; Hezbollah in Libano; Hamas in Palestina; Harabiu in Siria; Harroshabi sezione sciita in Iraq.

La carneficina di Gaza e Hamas

Dopo la strage terroristica del 7 Ottobre 2023, l’obiettivo primario di Israele è stato quello di colpire le forze nemiche di prossimità. Ma indubbiamente sul territorio di Gaza l’azione militare si è trasformata in una carneficina dei poveri gazaui, che sono stati costretti a loro volta ad essere sottomessi ad Hamas e a diventare loro scudi umani, ovverosia carne da macello. In spirito alla nostra Costituzione, come opinione pubblica, ripudiamo la guerra. Eticamente l’opzione dei danni collaterali “l’uccisione dei civili” come accadeva nel nostro recente passato (ultimi conflitti mondiali) è inaccettabile, criminale come accade in Palestina nei confronti della popolazione civile di Gaza, assediata collateralmente per ragioni belliche.

La teocrazia iraniana che vessa l’80% della popolazione

Ritornando alla strettissima attualità, il conflitto tra Israele e Iran è arrivato ad un punto insanabile, aprendo al contempo un’opzione di prospettiva. Non dobbiamo tralasciare un dato analitico rilevante, nel senso che l’interesse di Israele non è assolutamente la conquista dellIran ma di contribuire a un rovesciamento interno, visto che la Repubblica Islamica è militarmente più debole di sempre, sia perché non può contare più su una sorta di linea Maginot a ridosso di Israele, sia perché all’interno l’appoggio alla teocrazia, militari inclusi, è equivalente al 20 % della popolazione. Circa l’80% della popolazione iraniana, vessato dal regime teocratico, è contraria al regime in carica.

Il ruolo del Mossad

Prima di Khomeini (1978-1979) la società iraniana era libera e di fatto lo è tutt’ora avvolta in una coltre di terrore e furore religioso. Lo Stato teocratico guidato da Ali’ Khamenei farà di tutto per restare in piedi, ma è anche certo che il servizio segreto israeliano Mossad, come in precedenza dimostrato, ha la capacità logistica per muoversi agevolmente sul territorio nemico. In molteplici occasioni, per mezzo di una fitta rete di collaborazionisti, ha dimostrato di agire a proprio piacimento. Nelle recenti azioni ha colpito le figure chiave del regime come gli ingegneri nucleari più in vista. In precedenza ha preparato l’attentato che ha ucciso a Teheran il capo politico di Hamas. Non sarebbe inverosimile pensare allo zampino israeliano nella caduta dell’elicottero che trasportava l’ex Presidente iraniano, Ebrahim Raisi.

Un nuovo Medio Oriente

Potrebbe accadere che, quanto verificatosi contro Hezbollah, si riproponga al momento opportuno contro i guardiani della rivoluzione (Pasdaran) per favorire un rovesciamento armato. Qualora, nel breve volgere di tempo, implodesse dopo Assad (che ha scelto di scappare in Russia e non andare nel vicino Iran) anche il regime teocratico iraniano, è indubbio che si aprirebbe una pagina nuova nel Medio Oriente. Accessoriamente si dissolverebbe la stessa Hamas e diventerebbe possibile un riconoscimento politico, anche da parte di Israele, dello Stato di Palestina, unitamente ad un allargamento ad adiuvandum degli accordi di Abramo a tutti i nuovi interlocutori “Iran e Siria”. Dobbiamo auspicare l’apertura di una nuova pagina di storia. D’altronde, non tutti i mali vengono per nuocere. Il rinnovamento storico in chiave geopolitica del Medio Oriente proietterebbe noi siciliani al centro del nostro mare magnum “il Mediterraneo” e non come frontiera della gallica Unione Europea.

Foto tratta da Wikipedia

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