Il mistero di San Nicola: il suo corpo è custodito a Bari o a Myra, in Turchia? “Un grande enigma”

Oggi ricordiamo San Nicola, fin dal IV secolo l’universale Babbo Natale. Una riflessione che è anche una testimonianza

di Frate Domenico Spatola

Incontrai San Nicola due volte (sopra foto tratta da Vatican News). A Bari in Italia, e a Myra in Turchia. Nella prima città si vantano di custodire le sue sacre ossa dal 1087. Anche io andai devoto nella sua basilica in stile romanico, capolavoro del genere. Mi assicurarono che era autentico “l’olio” del Santo, trasudato dalle venerate reliquie. Quando fui in Turchia, a Myra, visitai la sua tomba, che pensavo svuotata dai mercanti baresi. Il sacrestano, che non seppi mai se fosse cristiano o musulmano, mi mostrò nella chiesa, per metà scavata nella roccia, la tomba di San Nicola, asserendo che lì era il suo corpo. “No, amico” gli dissi, “il corpo del Santo lo custodiamo noi in Italia, a Bari!”. Rise, e la sua risata mi parve beffarda. In un incerto italiano, imbastardito ma comprensibile, mi sfidò gongolante che quelli di Myra erano riusciti in tempo a scambiare il corpo del Santo, con lo sconosciuto trafugato dai predoni italiani. Non ritenni di controbatterlo, né avrei saputo. Spero che i devoti di San Nicola, a Bari, non conoscano questa storia. Ritengo non fargliela sapere, ci potrebbero restare male. Va tuttavia da sé che la fede, perché tale non necessiti di prove per credere. E poi San Nicola, fin dal IV secolo, è l’universale Babbo Natale. Altrimenti ci metteremmo contro tutti i bambini del mondo che ogni anno gli inviano, in prossimità del Natale di Gesù, le letterine per i regali. Tutte indirizzate in Lapponia. Mi sto confondendo ad aprire un altro fronte. Forse ha ragione lui, il Santo, che ama gli spazi liberi del firmamento, dove frenetico scorrazza sulla sua slitta traboccante di regali e trainata dalle venti renne, veloci da farlo apparire e scomparire come un fulmine, mentre le stelle stanno a guardare, sorprese da tanto fervore. San Nicola si scusa, se non può sostare: i bambini del mondo, a Natale, lo aspettano ansiosi.

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