In ricordo di Padre Pino Puglisi che si oppose ai mafiosi che volevano rubargli il ‘gregge’ con il Vangelo e il sorriso

Padre Pino Puglisi… è vivo

di Frate Domenico Spatola

Due volte nato nello stesso giorno: 15 settembre. La prima in terra, la seconda in cielo. Quel 1993, Palermo aveva la sua stagione di “ammazzatine” e di terrore. I morti, con il sangue a intridere le strade, denuncianti la città maledetta. Ogni via lamentava un estinto. La mafia, mostro e vampiro, cantava vittoria, arrogando di succhiare energie, le migliori dai cittadini onesti. E i superstiti? Tentati di evasione. Non si dava da vivere, dove i migliori servitori dello Stato e della democrazia erano caduti in imboscate. Padre Pino Puglisi, a Brancaccio fu il sorvegliato speciale dai padroni del territorio che spadroneggiavano da vincitori indiscussi e mietendo, senza ritegno, manovalanza tra i più fragili. “Strage di innocenti” fu ritenuta da don Pino che disse di no ai lupi che volevano, prima con moine e, gettata la maschera, con la violenza rubargli il gregge. La lotta dura e perdurante, ma tuttavia impari. Agli iniqui ringhianti con i kalashnikov, Padre Pino opponeva la forza del Vangelo e il sorriso. Così quando vennero al portone di casa a sacrificarlo. “Sono io” rispose a chi, insicuro, gli chiese l’identità e aggiunse: “Vi aspettavo!”. Gli valse l’aureola di “Beato”, e il posto a capofila dei martiri di Cristo, nella pleiade degli eroi di questa Terra, che come in nuovo Risorgimento, impavidi lottarono per la nostra libertà.

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